Il voto del redattore
- voto
- 1.5/5
- valutazione
- Un film per adolescenti.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 18 lettori
- di Zhag Yimou
- dal 21 01 2005
- genere Azione
- tipo Sentimentale
- Eduard Le Fou
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Spider-Man 3
di Sam Raimi
- Dati
- Titolo originale: Spider-Man 3
- Soggetto: Stan Lee, Steve Ditko (fumetto), Sam Raimi, Ivan Raimi
- Sceneggiatura: Ivan Raimi, Alvin Sargent, Sam Raimi
- Genere: Azione - Sentimentale
- Durata: 156 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2007
- Produzione: Columbia Pictures Corporation, Marvel Enterprises, Laura Ziskin Productions
- Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
Torna a (La) casa, Raimi!
di Sara Troilo
Siamo al terzo capitolo della storia cinematografica dell'Uomo Ragno e di nuovo incontriamo Sam Raimi, Tobey Maguire e Kirsten Dunst. Stavolta la vicenda è più complessa: il supereroe in tutina blu e rossa dovrà fare i conti con più nemici, con la parte oscura di se stesso e con il calo di autostima della sua fidanzata Mary Jane Watson. Proprio in un periodo in cui Peter Parker è a corto di introspezione e sensibilità e vorrebbe essere un vincente anche senzo il costume da Ragno o, per lo meno, un uomo che sa cosa fare dopo aver compiuto una scelta, a Mary Jane sembra cadere il mondo addosso; la sua carriera di cantante va in frantumi e la versione super del suo fidanzato va in giro a regalare baci alle prime bionde che incontra. Alla rossa MJ offrirà ascolto e comprensione Harry Osborn (James Franco) - l'amico di sempre che perde la memoria a breve termine e si scorda che il ragno gli ha ucciso papà - e il triangolo, doppio, si compie.
Il problema vero è che Peter è di nuovo in crisi. L'abbiamo abbandonato che aveva risolto il conflitto con il potere e lo ritroviamo messo malissimo e alle prese non solo con nuovi guai, ma anche con i vecchi che tornano al momento giusto. Già perchè incontriamo di nuovo il nostro eroe che vorrebbe vendicarsi, ma che poi si pente, che vorrebbe sposare MJ, ma non se la fila di striscio, che vorrebbe fare la pace con il suo amico Harry, ma gli ha accoppato il padre. E queste piccole contraddizioni che abbiamo amato nelle prime due avventure di Spiderman, passando sopra la faccia da ebete (per altro perfetta) che Tobey Maguire regala al personaggio, adesso sono indigeste. E non basta la gelatina aliena nera che si impadronisce pian piano di lui dopo che ha portato Mary Jane su un'amaca di rete di ragno a guardare le stelle a ridare tono al personaggio. Già perchè il bel costumino nero che gli si costrusice addosso di notte e che lo fa sentire ancora più potente, ha anche l'inconveniente di alterargli la vita privata. Ed ecco che il buon Peter Parker si trasforma in un Tony Manero ingrifato che fa radiografie a tutte le modelle che popolano la città (e ce n'è in quantità industriale) in una parodia del macho molto divertente e molto in tono con il regista: picco umoristico di un film piuttosto monocorde. Poi, e ci mancherebbe altro,ci sono le scene d'azione a risollevare le sorti di questo Spiderman 3, la più bella delle quali è a inizio film e vede duellare Goblin junior e il ragno: qui il ritmo è frenetico, le armi cambiano e anche il modo di combattere dei due, in un crescendo adrenalinico molto gustoso. Gli effetti speciali che hanno dato vita all'Uomo Sabbia sono notevoli, il suo sgretolarsi e ricomporsi è sempre un gran bel vedere. Meno originale, per quanto fedele al fumetto, la raffigurazione di Venom (Topher Grace), una volta che ha preso forma la creatura è meno bella del suo essere insinuante e del suo creare dipendenza immediata.
E capisco che Spiderman necessiti di buoni sentimenti per sopravvivere, ma c'è un limite a tutto e gli inserti con le sue prediche a Harry e le buone parole pronunciate dalla zia sono davvero troppo per le persone intelligenti che hanno tributato fiducia a Raimi. Per non parlare dei "momenti riza psicosomatica" dell'assassino dello zio Ben, con la litania del "non volevo farlo, lui me l'aveva detto, mia figlia sta morendo" che rendono questo terzo capitolo di Spiderman non all'altezza dei precedenti e più simile a Superman returns anche per la noia che suscita nello spettatore. E come Superman returns, per quanto si attesti su un altro livello, è un film che si dimentica non appena si riaccendono le luci e ci si ritrova alle prese con il salto del pocorn sparso in sala. E' un prodotto adatto a un consumo veloce, tra una sessione di televisione pomeridiana e un aperitivo nei locali di tendenza, vista l'età del target cui si rivolge direi anche tra una sessione di MTV e un'overdose di sms fuori dal cinema. E non occorre essere una scienziata per spiegarsi il mistero degli incassi stellari dal momento che la distribuzione è stata molto più pervasiva della gelatina aliena. Il supereroe complessato sa solo annoiare e, se si escludono alcune belle scene, ci si rammarica per la fine sia del Ragno che del regista.
Insomma, la trama adolescenziale c'è, gli attori idoli di ragazzine e ragazzini, pure, la sceneggiatura a rischio diabete è ben presente. E va anche tutto bene. Solo una componente stona: il regista. Che ci sta a fare Raimi ricoperto di pessima melassa, sedato da vagonate di effetti speciali a dirigere questa monnezza? Avrà un mutuo stellare da pagare? Ha scommesso con Spielberg di pareggiare i suoi incassi? L'ha morso un ragno buono e l'ha trasformato in un regista disney? E i suoi amici Coen non gli dicono niente? Magari è un grido d'aiuto il suo. Imprigionato dagli studios e dalle major che detengono chissà quale suo segreto che hanno minacciato di rivelare al mondo, il povero Raimi è costretto a non dirigere altro che blockbuster (si parla già di altri tre Spiderman, tra l'altro). Non potendo fare altro che custodire questo segreto ha tentato di fare emergere la propria angosciante storia con questo film: la tutina nera è il suo stipendio che gli sta dando alla testa, facendolo sragionare, tant'è che ammazza lo zio Ben subito nel primo film come fosse un grillo parlante che dava troppi buoni consigli (non potendo più dare cattivo esempio). Mary Jane impersona la sua carriera di stimato regista di grandissimi film a zero budget che sta andando in fumo e l'amico Harry magari è Bruce Campbell che tenta, ma senza ossessionarlo, di fargli aprire gli occhi. Ehi, Sam, levati di dosso la pervasiva tutina verde dollaro, impugna la motosega e torna da noi!
I lettori hanno scritto 12 commenti
- indirizzo IP 82.49.59.97
- data e ora Lunedì 07 Maggio 2007 [12:06]
- commento Sì, è Bruce, con un po' di pappagorgia in più. Gwen l'hanno rispolverata solo perché serviva qualcuna di cui M.J. ptesse essere gelosa.
- indirizzo IP 81.208.36.80
- data e ora Lunedì 07 Maggio 2007 [12:35]
- commento d'accordo al 100% con la recensione... l'unica cosa che mi è piaciuta un po' sono stati i titoli di testa: massima aspettativa = massima delusione :( sgomento con la mano intinta nei pop-corn )
- indirizzo IP 80.117.239.82
- data e ora Lunedì 07 Maggio 2007 [18:33]
- commento sono un' "adolescente"..e il tuo commento mi offende, perchè sai sono dotata anch'io di capacità intelliggibile!in oltre non credo ci siano delle età per i film e dei fil per le età!concordo comunque
- indirizzo IP 80.117.239.82
- data e ora Lunedì 07 Maggio 2007 [18:43]
- commento con tutto il resto della tua critica, Delusissima pure io per la fine del ragno! Per l'immagine che è finita su Peter Parker, quella di uno stereotipo! dispiaciuta per il povero Herry Osborn,
- indirizzo IP 80.117.239.82
- data e ora Lunedì 07 Maggio 2007 [18:47]
- commento giovanotto con decisamente più spessore dell'immagine che è stata partorita di Peter Parker, ma sempre e fino all'ultimo Maledetto, se non sfigato...
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