Il voto del redattore
- voto
- 2/5
- valutazione
- I dieci minuti del finale valgono tutto il film.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 9 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Edmond
di Stuart Gordon
- Dati
- Titolo originale: Edmond
- Soggetto: David Mamet (testo teatrale)
- Sceneggiatura: David Mamet
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 90 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2005
- Produzione: Stuart Gordon, Chris Hanley, Molly Hassell, Duffy Hecht, Roger Kass, Mary B. McCann, Kevin Ragsdale, Lionel Mark Smith
- Distribuzione: Fandango
- Data di uscita: 00 00 0000
Sono statunitense e sono frustrato
di Sara Troilo
I dialoghi sono ossessivi, ogni personaggio ripete cio' che ha detto l'interlocutore almeno un paio di volte; i monologhi sono sfibranti, lunghissimi e privi di contenuto. Se il concetto da esprimere era l'incomunicabilita', il bersaglio e' stato solo sfiorato perche' questo calcare la mano su una sceneggiatura volutamente povera non convince affatto. E il gran nome di David Mamet, autore della sceneggiatura, non serve a farmi rivalutare il film. Si diceva della pretestuosità' del movente, il film ci trasporta subito in medias res e la scelta spiazza, ma non solo, principalmente rende perplessi, perche' vedere il protagonista che sbarella a quel modo per via di un appuntamento rinviato ha veramente molto poco senso. Dalla struttura del film emerge chiara l'intenzione di essere una produzione indipendente, ma di tendenza, di quelle che ingaggiano attoroni per una parte di cinque minuti, un po' alla Smoke per intenderci, ma con risultati ben diversi. E tutto il cinismo sbandierato ha troppi precedenti per fare breccia negli animi di qualcuno, per non parlare della concorrenza brutale che la cronaca nera americana fa a qualsiasi invenzione cinematografica. Parliamoci chiaro, qui volano un paio di coltellate, si assiste a due pestaggi, niente di paragonabile a cio' che puo' succedere a un qualsiasi studente americano a scuola e lo dico non per essere cinica a mia volta, ma per rilevare la mancanza di mezzi espressivi in un paese dove le sparatorie su civili sono piuttosto frequenti. Non siamo piu' nel contesto che ha visto nascere Un giorno di ordinaria follia, ma ad anni (che paiono secoli) di distanza.
Percio' Edmond e' anche un film ingenuo che non ha gli strumenti per stupire, ma che vorrebbe tanto farlo. E non basta il talento di Macy per tenere le redini di tutto e gia' nel negozio della cartomante si notano le prime sfaldature. Quelle carte girate con lentezza, le occhiate delle donna e infine l'unica frase che ci e' dato di ascoltare "Stai vivendo una vita che non ti appartiene" sortiscono l'unico effetto di farci sperare in qualcosa di un filo piu' originale. Che non arriva. Anzi, ci si incaglia subito nello scontro razziale e nello scontro tra sessi, con Joe Mantegna che filosofeggia volando alto con un motivo davvero inedito: "Sai che di che cosa hai bisogno? Di una scopata" e con il protagonista che si mostra d'accordo, ma poi tira sul prezzo di questa "salvifica scopata" perche' non e' solo sfigato, e' anche tirchio. E poi e' incazzato, incazzato col fatto che il suo essere un uomo bianco lo carica di responsabilità' che i neri non hanno perche' sono nati per guardare gli elefanti, incazzato perche' nessuno lo capisce e lo aiuta, lo segue e lo sostiene. Ed ecco che Edmond si trasforma nel profeta del politically uncorrect e rinnega anni di educazione alla tolleranza poiché' si scontra con il libero esprimersi dell'individuo mediamente razzista, mediamente omofobo e mediamente sessista. Come a dire che sentirsi vivi equivale a dire cio' che si pensa, che e' un po' quello che si diceva all'epoca della sparata di Berlusconi sugli arabi che aveva definito "duemila anni indietro rispetto agli occidentali", troppo facile etichettarlo come un becero per aver detto una cosa del genere dal momento che le sue possibilita' di avere ragione sono sottili come capelli trapiantati, ma i suoi media hanno tentato di fare anche questo. Cosi' come l'Edmond protagonista che è un becero che cerca il male fuori di se', trovandolo in abbondanza nel suo tentativo di intervenire sulla realtà. E non si critica tanto il contenuto, quanto l'intento del film che e' evidentemente studiato per sorprendere e per prendere a pugni lo spettatore. Non occorre sottolineare che Edmond è una critica alla società alienante statunitense, eppure proprio il film lo fa, forse conscio dei propri limiti. Perchè non basta scrivere dialoghi provocatori e razzisti per smuovere qualcuno, come se quell'appuntamento spostato, quei numeri che ricorrono (cosi' come i tarocchi), avessero quel potere evocativo che pretendono di avere. E' una storiella a cui non credo questa. Piu' che una provocazione forte mi e' sembrato un prodotto realizzato di corsa con in mente tanti altri film e un intento che e' andato ben oltre gli ingredienti messi sul piatto.
La breve durata del film non mette nemmeno al riparo dalla noia e il narrare per scorci non e' riuscito per nulla a suggerire, a smuovere l'interesse. Solo il finale si eleva al di sopra del gia' visto e del mal raccontato, quel finale che riesce laddove ha fallito tutto il film: nell'evocazione sottile, misurata e anche dolce. Tanto che forse possono tornare utili anche le multisala, se riuscite a incastrare bene il film che andrete a vedere e vi avanzano dieci minuti, sgattaiolate dentro la sala dove proiettano Edmond per non perdervi quel finale.
I lettori hanno scritto 3 commenti
- indirizzo IP 213.140.11.139
- data e ora Domenica 22 Aprile 2007 [14:39]
- commento Concordo pienamente: un film nato per stupire e che cerca di pescare in qualche altra pellicola di gran lunga migliore ma che di fatto si limita ad annoiare. Da evitare. (voto 1)
- indirizzo IP 79.3.78.150
- data e ora Mercoledì 25 Aprile 2007 [9:57]
- commento per quanto parlato in eccesso, non credo che conti molto quello che viene detto nei dialoghi ma il come viene detto. anche nel bel finale. a me il film è piaciuto
- indirizzo IP 213.140.11.139
- data e ora Mercoledì 25 Aprile 2007 [12:11]
- commento ma infatti non si critica quel che si dice, cosa che per altro viene presa di mira dal film stesso, ma la povertà del prodotto. e la sua totale omologazione ai suoi simili.
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