Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- La parabola discendente di un ex star televisiva e la rinascita morale di un detective in crisi. Operazione riuscita, complice il fascino dolente di Adrien Brody e un Ben Affleck ritrovato.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 3 lettori
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Hollywoodland
di Allen Coulter
- Dati
- Titolo originale: Hollywoodland
- Soggetto: Paul Bernbaum
- Sceneggiatura: Paul Bernbaum
- Genere: Drammatico - Noir
- Durata: 126 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2006
- Produzione: Glenn Williamson (produttore), Back Lot Pictures, Focus Features
- Distribuzione: Buena Vista
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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Hollywoodland: è caduta una stella
di Francesca Paciulli
Sul piccolo schermo, nella sua tutina attillata da Superman, George Reeves è invincibile. Può volare, correre veloce come un treno, ristabilire l'ordine e la giustizia con un battito di ciglia. Nella realtà, tenere a bada i propri demoni interiori per Reeves (Ben Affleck, Coppa Volpi al Festival di Venezia 2006) è molto più complicato. Ha solo quarantacinque anni quando, il 16 giugno 1959, viene trovato morto nella sua camera da letto, con un colpo di pistola in testa. La polizia di Los Angeles non ci mette che qualche ora ad archiviare il caso come un banale suicidio dovuto alla depressione di un attore che non riesce ad affrancarsi dal personaggio dei fumetti che lo ha reso celebre. Ma la madre di Reeves non crede a questa tesi e decide di assoldare un investigatore privato, Louis Simo (Adrien Brody, premio Oscar nel 2003 per Il Pianista). Le indagini porteranno alla luce verità scomode e inattese.
Riconsegnata allo spettatore nell'elegante fotografia diretta da Jonathan Freeman, la Los Angeles anni Cinquanta di Hollywoodland è - come già in L.A. Confidential e Black Dahlia - la vera protagonista della crime-story di Allen Coulter (autore televisivo delle serie cult Sex and the city e I Sopranos). L'ossessione del successo e della celebrità ad ogni costo parlano però anche del nostro tempo e l'ex pugile, musicista e attore di serie B, George Reeves non è poi così distante dai tanti ragazzotti che ogni anno tentano la carta del successo facile senza troppo preoccuparsi della propria mancanza di talento. Catapultato improvvisamente sul set di Via col vento (era uno dei pedanti corteggiatori di Rossella) e poi "parcheggiato" in resistibili pellicole per ragazzi, Reeves deve attendere qualche tempo prima che un supereroe dei fumetti gli consegni la fama. Un personaggio a cui deve tutto, ma da cui resterà drammaticamente schiacciato, come con sofferta partecipazione, nel film, dimostra Ben Affleck, ingrassato di venti chili per interpretare Reeves e finalmente sganciato dai facili ruoli da belloccio da commedia.
A fare da contraltare alla figura dolente dell'attore fallito, un disincantato e affascinante detective privato a caccia di pubblicità (Adrien Brody, sguardo malinconico ed eleganza innata) e dalla vita privata tormentata. Divorziato dalla moglie Laurie (Molly Parker) e in conflitto con un figlio con il quale parla a stento, Louis Simo si ritrova ad indagare, solo contro tutti, sul caso Reeves e a ribaltare le tesi della polizia quando dal passato dell'attore spunta una relazione clandestina con la disinibita Toni Mannix (Diane Lane, dark lady perfetta), moglie del vicepresidente della MGM (Bob Hoskins), un losco individuo dai trascorsi poco limpidi. Dietro la morte di un uomo abbandonato persino dai suoi sogni, potrebbe esserci un movente ben più credibile della depressione: una tesi che Coulter prova a sostenere senza tuttavia fornire risposte certe, ma lasciando che a parlare siano i riusciti flashback di cui il film è disseminato e attraverso i quali impariamo a conoscere la vicenda umana e professionale di Reeves e la gelida ferocia di un mondo solo apparentemente dorato.
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