Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Briosa e delicata commedia degli equivoci che guarda a non offendere il buon gusto dello spettatore, gag sonore che rimandano al cinema di Mel Brooks ( le campane e il gallo fuori campo), simpatia istintiva dei due protagonisti e un retrogusto di romanzo d'appendice a insaporire la pietanza.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 8 lettori
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02 11 2013
Il 7 e l'8
di Giambattista Avellino, Ficarra & Picone
- Dati
- Titolo originale: Il 7 e l'8
- Soggetto: Salvatore Ficarra, Valentino Picone
- Sceneggiatura: Francesco Bruni, Giambattista Avellino, Salvatore Ficarra, Valentino Picone
- Genere: Commedia - Comico
- Durata: 93 min.
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2007
- Produzione: ITC MOVIE
- Distribuzione: Medusa Film
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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Recensione pubblicata il 07 04 2007
Questa recensione è stata letta 15979 volte
Ma guarda un po' il caso
di Gianfabio Pellino
Il 6 gennaio del 1975, a Palermo, il tempo non è dei migliori, piove a dirotto e la televisione nella stanza degli infermieri dell'ospedale "Sacro Cuore" trasmette una delle canzoni più in voga del periodo.
Un infermiere che sembra preso da pensieri di cui avrebbe voluto fare a meno, segue senza molta convinzione le evoluzioni dei due cantanti. D'un tratto si alza e va a mettersi davanti alla vetrata che lo divide dalla stanza dove sono i neonati. Sembra particolarmente attratto dai due contraddistinti dai numeri 7 e 8. Fuori, il maltempo non accenna a smettere e l'animo dell'infermiere non sembra disposto ad acquietarsi.
Al di là di tutto, il cosmo assiste, forte del suo ordine e forse divertito, alle vicissitudini di disordine e caos che trentuno anni dopo sconvolgono le vite di Tommaso, timido e gentile studente in Legge fuori corso da appena otto anni e Daniele, simpatico truffatore, o libero professionista, come ama definirsi.
Signore e signori, a sette anni di distanza da Nati Stanchi ecco a voi l'incipit del secondo film da protagonisti di Ficarra e Picone, coppia comica sinceramente divertente e scevra da quella volgarità che troppo spesso si pensa condizione essenziale al sollazzo dello spettatore.
La sceneggiatura, forte anche dell'esperta penna di Francesco Bruni, non fa l'errore di mettersi all'esclusivo servizio delle due maschere comiche Ficarra (quasi un incrocio fra Franco Franchi e la rana Kermit), e Picone (novello Stan Laurel con quella sua aria candida e le gag così "naturali"(, ma, intelligentemente, le fa interagire con la storia che, pertanto, ha una sua autonomia. La visione, di conseguenza, scorre piacevolmente affrancata dall'ansia del doversi aspettare di ridere ogni due secondi, e l'attenzione viene sapientemente sollecitata dai continui colpi di scena che scaturiscono dal fatto che i due neonati, quella notte di tregenda del 1975, sono stati scambiati nelle loro culle perché un uomo si era voluto vendicare di un destino avverso facendosi egli stesso destino di qualcun altro.
Davvero scorretto sarebbe rivelare di più; è lecito soltanto consigliare la visione di questo film a chi intenda passare un pomeriggio di svago in compagnia di un cinema "commerciale" nel senso più nobile del termine e che non trascura, nel segno della gloriosa commedia all'italiana, di valorizzare i comprimari, fra i quali vale la pena di menzionare il sempre ottimo Tony Sperandeo, che si staglia nei panni di un uomo beffato oltre ogni decenza dalla sorte.
Un infermiere che sembra preso da pensieri di cui avrebbe voluto fare a meno, segue senza molta convinzione le evoluzioni dei due cantanti. D'un tratto si alza e va a mettersi davanti alla vetrata che lo divide dalla stanza dove sono i neonati. Sembra particolarmente attratto dai due contraddistinti dai numeri 7 e 8. Fuori, il maltempo non accenna a smettere e l'animo dell'infermiere non sembra disposto ad acquietarsi.
Al di là di tutto, il cosmo assiste, forte del suo ordine e forse divertito, alle vicissitudini di disordine e caos che trentuno anni dopo sconvolgono le vite di Tommaso, timido e gentile studente in Legge fuori corso da appena otto anni e Daniele, simpatico truffatore, o libero professionista, come ama definirsi.
Signore e signori, a sette anni di distanza da Nati Stanchi ecco a voi l'incipit del secondo film da protagonisti di Ficarra e Picone, coppia comica sinceramente divertente e scevra da quella volgarità che troppo spesso si pensa condizione essenziale al sollazzo dello spettatore.
La sceneggiatura, forte anche dell'esperta penna di Francesco Bruni, non fa l'errore di mettersi all'esclusivo servizio delle due maschere comiche Ficarra (quasi un incrocio fra Franco Franchi e la rana Kermit), e Picone (novello Stan Laurel con quella sua aria candida e le gag così "naturali"(, ma, intelligentemente, le fa interagire con la storia che, pertanto, ha una sua autonomia. La visione, di conseguenza, scorre piacevolmente affrancata dall'ansia del doversi aspettare di ridere ogni due secondi, e l'attenzione viene sapientemente sollecitata dai continui colpi di scena che scaturiscono dal fatto che i due neonati, quella notte di tregenda del 1975, sono stati scambiati nelle loro culle perché un uomo si era voluto vendicare di un destino avverso facendosi egli stesso destino di qualcun altro.
Davvero scorretto sarebbe rivelare di più; è lecito soltanto consigliare la visione di questo film a chi intenda passare un pomeriggio di svago in compagnia di un cinema "commerciale" nel senso più nobile del termine e che non trascura, nel segno della gloriosa commedia all'italiana, di valorizzare i comprimari, fra i quali vale la pena di menzionare il sempre ottimo Tony Sperandeo, che si staglia nei panni di un uomo beffato oltre ogni decenza dalla sorte.
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