Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Sincero e intenso, il film che non ti aspetti. Da Cappuccio e da Fabio Volo
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.2/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 2 lettori
- di Francis Ford Coppola
- dal 26 10 2007
- genere Drammatico
- tipo Melodramma
- Stefania Cappellini
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Uno su due
di Eugenio Cappuccio
- Dati
- Titolo originale: Uno su due
- Soggetto: Michele Pellegrini, Francesco Cenni
- Sceneggiatura: Michele Pellegrini, Francesco Cenni, Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso
- Genere: Drammatico - Melodramma
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2007
- Produzione: Rai Cinema - ITC Movie
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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- Sito ufficiale del film
La paura mangia l'anima
di Vincenzo Rossini
Tratto da un soggetto vincitore del Premio Solinas, Uno su due è il film che non ti aspetti. Perché sulla carta potrebbe essere il consueto film «medio» italiano, su tormenti e tormentoni esistenziali di trenta-trentacinquenni che improvvisamente si scoprono insoddisfatti. E invece si rivela un dramma intenso e realistico. E perché sulla carta potrebbe essere il film che ti aspetti da Fabio Volo, dove Fabio Volo fa Fabio Volo e tutto ruota attorno alla sua non-recitazione, e invece Fabio Volo dimostra di essere un attore che cresce ad ogni prova, limitando i suoi tic televisivi.
La storia è fin troppo lineare: un avvocato rampante, pochi scrupoli e molto arrivismo, viene ricoverato d'urgenza per sospetto tumore. In ospedale scopre la paura, e inizia a ripensare alla sua vita, alla sua arroganza, ai rapporti, ai sentimenti.
L'incontro con un camionista malato (Ninetto Davoli) ed apparentemente tranquillo nell'accettare la sua malattia lo fa riflettere. E l'avvocato ricambia.
Il melodramma potrebbe essere fin troppo scontato e moralista; e invece la forza del film sta nel modo in cui entra nell'anima dei personaggi senza strafare, arrestandosi sempre un attimo prima di risultare stucchevole. Ha anche la leggerezza di un road-movie, stretto tra una Genova che non si lascia scrutare se non dall'alto di una lussuosa terrazza, un autogrill sospeso nel nulla e un gigantesco e lirico burrone nel cuore dell'Umbria.
Eugenio Cappuccio conferma di essere un talento del cinema italiano, dimostrando un gusto non banale per le immagini, ma la forza del film sta tutta nella sceneggiatura, scritta con gli autori del soggetto vincitore al Solinas e con il fido Massimo Gaudioso. Una scrittura elegante e quotidiana, capace di prendersi le pause necessarie nel dramma e di uscirne con altrettanta spavalderia per naufragare nella piccola commedia.
Ha dei limiti, e si avvertono soprattutto nella parte finale, che sembra subire l'ansia del dare un messaggio morale a tutte le storie del film, ma è un difetto che sta dentro la soglia del tollerabile, a differenza di molti altri film italiani. E forse la storia ricorda un po' troppo quella di Cuore sacro di Ozpetek, soprattutto nelle similarità tra il personaggio di Volo e quello di Barbara Bobulova, ma nel complesso il film si lascia guardare piacevolmente.
Nota di merito per il grande Giuseppe Battiston, uno che lavora sempre da caratterista e puntualmente ruba la scena ai protagonisti, ed emozionante ritorno al cinema di Ninetto Davoli, con un personaggio crudele e tenero allo stesso tempo; lo guardi, e riesci a pensare ancora a Uccellacci e uccellini. E ti viene un piccolo brivido.
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