Il voto del redattore
- voto
- 1/5
- valutazione
- Film poco riuscito, senza nerbo e davvero poco attraente.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.4/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 18 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
La voltapagine
di Denis Dercourt
- Dati
- Titolo originale: La tourneuse de pages
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Denis Dercourt - Jacques Sotty
- Genere: Drammatico - Noir
- Durata: 85 min.
- Nazionalità: Francia
- Anno: 2006
- Produzione: Diaphana Films
- Distribuzione: Mikado
- Data di uscita: 00 00 0000
Voltare pagina
di Carlo Griseri
Ci sono film di cui si sente parlare per mesi, se non addirittura anni, prima della loro uscita. Si scopre che il tal regista o il tal attore sono già stati scritturati, che quelle due dive sono in lotta per il ruolo principale. Poi ecco il trailer in sala, ti sembra incredibile sia già terminata la lavorazione del film, e infatti non lo è, occorre aspettare un po', magari un paio di stagioni. E infine, quando arriva il giorno dell'uscita in sala, ti sembra addirittura di averlo già visto, quel film. Ce ne sono altri, invece, che arrivano all'improvviso e paiono doni del cielo. La Voltapagine è uno di questi. Non sapevo nulla di questo progetto, non avevo idea neanche di chi fosse il regista e quasi ignoravo tutti gli attori, ma quando ho visto i primi trailer, a poche ore dall'uscita, me lo sono appuntato come una gemma nascosta quanto preziosa.
Beh, potevo evitarlo. Sia chiaro che nulla mi aveva fatto ben presagire rispetto a questo film, ma per il mio fiuto aveva proprio l'aria di essere imperdibile (e solo dopo averlo visto ho letto recensioni che ne parlano così bene da gridare allo scandalo). Un "sottile thriller psicologico" francese, ambientato nel mondo della musica e diretto da un regista anch'esso musicista (Denis Dercourt, al suo quinto film). Nota: per piacere personale e per "rigore professionale" ho assistito alla proiezione in compagnia della mia fidanzata, pianista, in modo da meglio comprendere la valenza e la veridicità del versante puramente musicale del film. Seguiranno indicazioni in merito.
La trama per sommi capi: Melanie (Déborah Francois, già vista come problematica giovane madre ne L'enfant dei Dardenne) è una giovane pianista piena di speranze, che all'esame di ammissione per entrare in Conservatorio viene bocciata perché fa un errore distratta dalla presidentessa di giuria, la celebre pianista Ariane Fouchécourt (Catherine Frot, La cena dei cretini) che firma, durante la sua esecuzione, un autografo a una fan. Melanie aveva giurato che se non avesse passato l'esame avrebbe smesso di suonare e tornata a casa chiude a chiave il piano per non aprirlo più. (Che assurdità è mai questa? Dove si è visto che durante un esame una persona possa entrare indisturbata per avere un autografo? E che, in ogni caso, non si tenga conto del disturbo nel valutare un allievo? Perchè l'evento scatenante di un thriller che vuole essere psicologico si accontenta di essere debole e superficiale?) Dopo un salto temporale ritroviamo Melanie ventenne, stagista presso un importante studio di avvocati. Lavoratrice scrupolosa e apprezzata, fa in modo di ricevere la proposta del suo datore di lavoro di fare la baby sitter a suo figlio e si ritrova a condividere la casa per il ponte del 1° maggio (che poi inspiegabilmente si prolungherà per giorni e giorni) anche con la moglie del capo, guarda caso proprio Ariane Fouchécourt. (Se sia effettivamente un caso o un piano studiato per anni nel più minimo dettaglio non verrà mai spiegato, anche se gli indizi sparsi qua e là fanno propendere per la seconda ipotesi). Qui, oltre ad accudire il bimbo, riesce a conquistare la fiducia dell'intera famiglia e a farsi "assumere" come voltapagine dalla pianista per alcuni importanti concerti che la attendono dopo un lungo periodo di crisi professionale e personale.
Non si può dire di più, per non rovinare quel po' di trama gialla che rimane. Solo un paio di note, gentilmente segnalatemi dalla mia "compagna di visione". Innanzitutto è impossibile pensare che una bambina che smette di suonare a 10 anni sia in grado, circa 10 anni dopo, di seguire così bene la musica da riuscire a leggere brani difficili come quelli eseguiti dalla Fouchécourt ed essere all'altezza di farle da voltapagine. Inoltre perché inquadrare le mani di Catherine Frot, decisamente non una pianista, mentre suona mostrandone l'evidente l'impostazione da principiante, rendendola molto poco credibile nei panni di una grande concertista? E se la sensazione è che qui si cerchi il pelo nell'uovo, sia chiaro che questi non sono dettagli soprattutto in relazione al fatto che Dercourt è pur sempre un musicista, insegnante di viola e di musica da camera al Conservatoire National de Region di Strasburgo. E su questo si è molto marciato nel presentare il film. Quindi perché non pretendere massima precisione per ciò che riguarda la rappresentazione dell'ambiente?
Le interpretazioni degli attori, poi, non soddisfano, tutto il cast - tranne la giovane protagonista, premiata tra l'altro anche al Noir in Festival di Courmayeur - brilla per scarsa espressività. E la sceneggiatura è talmente piena di buchi da lasciare senza parole: Melanie è finita lì per caso? L'incidente di cui a un certo punto si narra era voluto? E la tentata molestia che finalità ha? Potrei continuare per ore L'unica nota positiva che mi sento di segnalare, senza timore, è che il piano della ragazza viene portato avanti con tocchi leggeri e quasi invisibili - come quelli di una pianista, guarda caso, il che fa pensare a una preparazione dettagliatissima - tanto che alla fine può quasi sorgere il dubbio (anche nello spettatore, che tutto sa o almeno crede di sapere) che lei sia una vittima inconsapevole degli eventi e che tutto sia una tela intessuta intorno alla matura concertista senza che nessuno possa aiutarla e senza che nessuno, neanche lei, possa capire quanto male abbia ricevuto per una banale leggerezza.
I lettori hanno scritto 8 commenti
- indirizzo IP 87.1.232.224
- data e ora Mercoledì 28 Febbraio 2007 [13:37]
- commento Film discutibile, meritevole di approfondimento. Mi chiedo il perchè della feroce stroncatura del redattore di cui sopra...
- indirizzo IP 151.38.135.241
- data e ora Mercoledì 28 Febbraio 2007 [14:14]
- commento Ciao Ale, le motivazioni del giudizio stanno nelle recensione.
- indirizzo IP 81.208.83.222
- data e ora Giovedì 01 Marzo 2007 [21:52]
- commento d'accordo con la recensione: superficiale e immotivato
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