Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Per sedurre una donna non chiedetele mai il numero di telefono dell'amica.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 13 lettori
- di Woody Allen
- dal 17 10 2008
- genere Commedia
- tipo Sentimentale
- Chiara Orlandi
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
L'arte del sogno
di Michel Gondry
- Dati
- Titolo originale: La science des reves - The science of sleep
- Soggetto: Michel Gondry
- Sceneggiatura: Michel Gondry
- Genere: Commedia - Sentimentale
- Durata: 105 min.
- Nazionalità: Francia
- Anno: 2006
- Produzione: Partizan Films
- Distribuzione: Mikado
- Data di uscita: 00 00 0000
L'immaginazione ha il potere?
di Sara Troilo
Parlare di questo film non è semplice anche perchè ci si accorge che non ci si rapporta a lui solo, ma si ha a che fare con una serie di aspettative da spettatore ingannato dai trailer e con una cotta difficile da smaltire per il precedente film di Gondry. L'assai marcato lancio hippy de L'arte del sogno, enfatizzato dal titolo italiano (in originale La science des reves - The science of sleep) che rimanda alle magnifiche creazioni che riempiono lo schermo in continuazione, promette visioni immaginifiche, galoppate in sella a cavalli di pezza e storie d'amore tra due eterni adolescenti. Per fortuna (e ancora una volta, per quanto riguarda questo regista) i trailer portano fuori strada. Galoppate su cavalli (pardon, pony) di pezza e visioni immaginifiche a parte.
Se, come si diceva, Eternal sunshine of the spotless mind era un'opera conclusa in sé, seducente, ben realizzata e nuova nel panorama cinematografico mondiale (grazie anche alla scrittura del grande Charlie Kaufman), L'arte del sogno non lo raggiunge là in cima alla vetta, ma si ferma prima. La sensazione è che manchino alcuni pezzi di storia e che qualcosa si sia perso tra l'indagine del cervello e dei rapporti umani e la messinscena dell'arte e del sogno. Di nuovo si assiste alle vicende di una coppia fuori sincrono: quando lei è atratta da lui, lui è solo un vicino di casa e un bugiardo che vuole il numero dell'amica di lei e quando lui si innamora perdutamente di lei, lei smette di sperarci e di credergli e nello stesso tempo lo avvince a sé con l'arte. E se l'espediente di addormentarsi al telefono per parlare dal sogno convince, il labile confine che segna entrata e uscita dalla realtà alla lunga stanca. Molto bella la tv che trasmette dall'inconscio con finestre sui genitori e la possibilità di intervenire per modificare il sogno. Il cartone delle telecamere come il cellophane utilizzato per rendere l'effetto del mare sono molto suggestivi e hanno un'efficacia notevole. Se l'incipit del film invita a mollare le resistenze e lasciarsi andare al miscuglio che genera i sogni, la narrazione procede invece su un piano che si afferra solo con sforzi intellettuali. E qui si torna al titolo originale e cioè alla scienza dei sogni, all'indagine scientifica utilizzata in un ambito, quello onirico, molto sfuggente e spesso indagato dalla piscanalisi. Quello che riesce meglio a Gondry in quest'opera e' di rendere percepibile ai sensi questa indagine della mente umana. Il marchingegno che Stephane si applica alla palpebra per registrare i movimenti degli occhi durante la fase R.E.M., la macchina che porta avanti o indietro di un secondo nel tempo, restano impresse e sono di immediata comprensione. Come immediato è il telefono-legame tra sonno e veglia. Ciò che con l'arte diventa immediato, non lo sarebbe stato con dieci minuti di spiegazioni sul tempo e sulle fasi del sonno. Il tenore del film però oscilla e da queste piccole meraviglie si passa alla confusione tra sogni e realtà che sa di già visto. Belli anche i sogni, in primis quello che vede il protagonista alle prese con il proprio odiato lavoro e con la dimensione delle proprie mani, via via sempre più grandi (si farà riferimento anche alla diretta corrispondenza tra mani e pene nel corso del film, per non uscire dal freudiano), tanto enormi da non poter essere più utilizzate se non per picchiare il collega sessuomane.
Pur con qualche pecca questo è un film piacevole da rivedere non foss'altro che per il pony che galoppa sul pianoforte, la nuotata notturna con manoscritto gigante e il calendario (apotropaico?) disastrology.
I lettori hanno scritto 11 commenti
- indirizzo IP 88.45.225.213
- data e ora Venerdì 02 Febbraio 2007 [10:46]
- commento per avere una erezione. Inoltre, avrei ritenuto opportuno doppiare Stephane con un accento un minimo spagnolo, altrimenti non si capisce perchè equivochi metà delle cose che gli si dicono.
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