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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Buona prova del novello Bond, Daniel Craig, che ci riporta alle origini del mito interpretando uno 007 più umano e più vero. Bene, bravo, bis!
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 0.3/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 255 lettori
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Info

Casino Royale

di Martin Campbell

 
    Dati
  • Titolo originale: Casino Royale
  • Soggetto: Ian Fleming
  • Sceneggiatura: Paul Haggis, Neal Purvis, Robert Wade
  • Genere: Azione - Spionaggio
  • Durata: 145 minuti
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2007
  • Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
  • Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

La prima volta di 007

di Emanuel Perico

Era  il 2005 quando, guardando Munich di Steven Spielberg, la nostra attenzione si soffermava con sospetto su un certo attore e la domanda sorgeva spontanea:" …e così sarà lui ad interpretare il nuovo James Bond?..." Ebbene, esattamente due anni più tardi, i dubbi sono stati fugati, le perplessità spazzate via, perché il novello 007 ha passato la prova e a pieni voti. Daniel Craig riesce a dare uno spessore e un appeal diverso a James Bond, che con il tempo era diventato troppo icona di se stesso. Segna insomma una rinascita per l'agente segreto a servizio di sua maestà, ma soprattutto tratteggia un lato più umano e meno a misura di fumetto, un Bond più ruvido e fallace, più canaglia e meno gentleman, con i lividi e i graffi sul volto e soprattutto innamorato. Il protagonista di Casino Royale torna a far respirare una saga ormai quasi soffocata da se stessa e ad un passo dal diventare l'ennesimo serial per teen-ager.

Innanzitutto si ricomincia da capo: l'ultima fatica di 007 è in realtà la prima, cronologicamente parlando in quanto il film è tratto dal primo romanzo di Ian Fleming. Il regista Martin Campbell (che già masticava Bond dai tempi di Goldeneye, ma che ha diretto anche i due Zorro) ha deciso, insieme agli sceneggiatori (tra i quali figura anche un certo Paul Haggis), di  rinverdire i fasti dei primi episodi della serie e tessere una trama ricca di intreccio e suspance, naturalmente con una strizzatina d'occhio all'effetto speciale e all'azione tipica dei grandi blockbuster. Qui James Bond deve sgominare un'organizzazione terroristica mondiale e l'unico modo per sventare i loschi piani del capo Le Chiffre, è batterlo a poker. Ma la posta in gioco non sarà solo la sicurezza del paese ma anche la salute mentale del nostro agente che si ritroverà a dover lottare sia contro nemici fisici che con i suoi sentimenti, messi a dura prova dalla tanto sensuale quanto misteriosa contabile Vesper Lynd (interpretata dalla elegante Eva Green), che gli fornirà i fondi necessari per il torneo di poker, ma che saprà anche rimescolare le carte in tavola (oltre che gli ormoni del povero 007). I dialoghi serrati tra i due a colpi di doppi sensi sono una delle cose più godibili del film.

Non mancano (anche se in misura ridotta rispetto ai precedenti film) i marchingegni ipertecnologoci (come ad esempio un piccolo kit con piastre per l'autorianimazione). Assistiamo soprattutto alla genesi di alcuni capisaldi della filosofia bondiana come l'intramontabile Vodka-Martini (agitato, non shakerato) e lo storico smoking. Non poteva mancare l'auto per eccellenza (che potremmo quasi definire una seconda Bond girl), la Aston Martin, che vediamo in due versioni: quella classica del 1962 e quella più attuale del 2007. Un brivido percorre la spina dorsale di tutti gli amanti delle quattro ruote super-lusso nella scena del ribaltamento. Lo stesso brivido che farà accapponare la pelle ai maschietti nella dolorosa sequenza in cui il nostro agente segreto preferito viene torturato a colpi di corda con contrappeso scagliato sulle sue parti più intime. Compaiono nella vicenda anche alcune vecchie conoscenze del cinema nostrano: il sempreverde Giancarlo Giannini e il giovane Claudio Santamaria che, dopo il Dandi di Romanzo Criminale, sembra averci preso gusto con i ruoli da marrano. Infatti lo vediamo mentre tenta di far esplodere un prototipo di aereo carico di passeggeri e nel contempo, dare dei grossi grattacapi al nostro eroe. Ci sarebbe anche una certa Caterina Murino, ma sinceramente, a parte alcune doti fisiche da applausi, non credo che nessuno abbia mai sentito parlare di lei. Ovviamente non manca l'inossidabile Judi Dench nel ruolo che ormai le spetta di diritto, quello di M. A lei il compito di gestire l'irruenza e  l'arroganza del giovane Bond che in più di un'occasione mette a repentaglio la sua sicurezza ma soprattutto quella della sua "azienda".

Girato tra Bahamas, Montenegro e Venezia (teatro quest'ultima di una scena spettacolare nella quale un palazzo si inabissa in laguna), il capitolo 21 della saga di 007 diverte e riconcilia pubblico e critica, grazie ad una regia brillante, una storia avvincente ma soprattutto a Daniel Craig che restituisce nuova linfa al personaggio anche senza il ritrito mantra "...il mio nome è Bond, James Bond"....

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 1 commento

 
 
utente
francesca
  • indirizzo IP 81.208.106.66
  • data e ora Martedì 23 Gennaio 2007 [11:16]
  • commento Mai avuti dubbi su Craig. Soprattutto dopo averlo visto in The Pusher e The Mother. Gran bella facci da schiaffi per uno 007 finalmente più ruvido. E comunque, lo smoking lo porta molto bene ...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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