Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Delude leggermente il grande Monicelli
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.8/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 4 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Le rose del deserto
di Mario Monicelli
- Dati
- Titolo originale: Le rose del deserto
- Soggetto: Domenico Saverni, Alessandro Bencivenni, Mario Monicelli
- Sceneggiatura: Domenico Saverni, Alessandro Bencivenni, Mario Monicelli
- Genere: Commedia - Storico
- Durata: 102 min.
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2006
- Produzione: Luna Rossa Cinematografica
- Distribuzione: Mikado
- Data di uscita: 00 00 0000
La guerra in Libia secondo Monicelli
di Eleonora Fontana
Le rose del Deserto: la guerra in Libia raccontata da Monicelli che la seconda guerra mondiale l'ha vissuta e che non stima particolarmente la filmografia contemporanea su questo argomento. Nell'estate del 1940 la trentunesima sezione italiana sanità si accampa nel deserto libico con la certezza che quella sarà una guerra lampo, li accompagna un'atmosfera rilassata. Ecco la composizione dei personaggi: un tenente romantico che passa le giornate a scrivere lettere d'amore alla moglie lontana, un giovane medico che si è arruolato per fotografare il paesaggio e un frate italiano che si trova in Libia per aiutare la popolazione locale e coinvolge le truppe italiane tanto da trasformare quasi la spedizione in una missione umanitaria. Ma d'improvviso la situazione della guerra nell'Africa settentrionale cambia e la guerra arriva anche alla sperduta tentunesima sezione.
Il film si ispira liberamente a Il deserto della Libia di Mario Tobino e subisce qualche influenza dal romanzo di Giancarlo Fusco Guerra di Albania e dalla fantasia di Monicelli. Il risultato è una sceneggiatura però piuttosto debole, un paio di bei personaggi in una storia il cui senso sfugge spesso, soprattutto alla fine. Il ristretto budget del film traspare molto nell'effetto visivo: la scenografia è approssimativa e gli effetti scenici lasciano a desiderare. Lo stesso Monicelli ha raccontato di non aver mai girato due volte la stessa scena, anche per problemi di tempo e di clima, e di non aver nemmeno mai riguardato le scene girate prima di arrivare in sala di montaggio. Tra le varie interpretazioni da ricordare, il frate italiano interpretato da Michele Placido nato praticamente dalla fantasia del regista, che racconta di aver atteso invano durante la lettura del libro di Fusco di sapere qualcosa di più sul frate italiano. Da menzionare anche l'interpretazione del maggiore innamorato affidata ad Alessandro Haber cosi' come la grottesca caricatura del generale italiano "rombo del deserto" la cui unica preoccupazione è avere il "suo" cimitero da riempire con i corpi dei "suoi" caduti, il tutto soltanto per acquisire visibilita' e fare carriera nel piu' italico degli stili. Sono degne di Monicelli alcune scene comiche e un paio di trovate stilistiche. Nel complesso ci si aspettava sicuramente di più da cotanto regista e da un buon cast.
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