Il voto del redattore
- voto
- 4.5/5
- valutazione
- Ammaliante, emozionante, denso e rarefatto nel medesimo tempo
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.9/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 7 lettori
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Babel
di Alejandro González Iñárritu
- Dati
- Titolo originale: Babel
- Soggetto: Guillermo Arriaga
- Sceneggiatura: Guillermo Arriaga
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 135 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2006
- Produzione: Anonymous Content, Dune Films
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 00 00 0000
Cinema a fior di pelle
di Roberta Folatti
Babel rispecchia molto da vicino la mia idea di cinema. Emozionale, spiccatamente visivo, che sa scavare nelle anime oltre che nelle carni dei suoi personaggi.
Il deserto del Marocco, una metropoli giapponese, di nuovo il deserto, ma quello messicano, diventato un'atroce barriera che respinge i clandestini e il loro sogno di fare fortuna negli States. Paesaggi forti, immaginifici, di grande valenza simbolica contornano le vicende del film, destini che prendono direzioni impreviste, in qualche modo tutte legate a un fucile e a un colpo partito avventatamente.
Il montaggio dell'ultimo lavoro di Alejandro Gonzales Inarritu mi ha ricordato quello di Magnolia, anche se è meno frenetico, l'alternanza delle storie e dei piani temporali imprime un ritmo avvincente, ipnotizza lo spettatore, a tratti lo travolge. Ma non è solo una questione di velocità, è lo sguardo del regista che penetra nell'animo dei protagonisti come l'ago del dottore marocchino tortura le carni della donna ferita. Le tortura per risanarle. Per dare a lei, amareggiata e diffidente, una nuova opportunità. Non solo di vivere, ma di fidarsi. Forse è lo stesso percorso compiuto dal regista mentre costruiva il suo film.
Babel narra vicende parallele che si intersecano solo per impercettibili dettagli o brevi istanti, e ogni luogo, coi personaggi che contiene e che contribuisce a svelare, è un film dentro il film. L'arido paesaggio in cui vive la famiglia dei ragazzi marocchini, talmente eccitati dall'idea di possedere un fucile da perdere il senso del bene e del male, è il simbolo di una vita dura, semplice, dove conta solo l'essenziale. In un simile contesto quell'arma finisce per rappresentare l'irruzione di un mondo estraneo, corruttore, e il ragazzino la distruggerà con foga, prima di consegnarsi alla polizia e di ristabilire la verità. Il fucile, passato di mano in mano, apparteneva a un ricco uomo giapponese, la cui figlia sordomuta è segnata dal suicidio dalla madre e vive in un deserto di sentimenti, circondata da una metropoli indifferente, che sembra divertirsi solo grazie all'aiuto di pasticche e sofisticate tecnologie. Quest'ambiente algido, ovattato, è l'esatto contrario del caos multicolore di una festa di nozze messicana, in cui anche dei bambini americani timidi e beneducati si lasciano andare al puro divertimento. Ma la spensieratezza di quell'evento si va ad infrangere contro la frontiera tra Messico e Stati Uniti, una ferita aperta ben simbolizzata da un deserto arido e inospitale, che in molti casi uccide senza pietà. La paciosa governante, con la sua carica di affetto e ingenuità, è forse la figura più positiva del film, e nonostante l'atteggiamento "democratico" dei suoi datori di lavoro, finirà per pagare un prezzo alto per la leggerezza di un momento.
Babel è questo, un gomitolo di fili aggrovigliati, ciascuno dei quali è una vita in balia del caso, e l'ancoraggio ad affetti sicuri alla fine si rivelerà l'unica salvezza possibile. Babel è anche una grande interpretazione di attori noti e meno noti, da un Brad Pitt molto vero, palpitante di ansia e impotenza di fronte alle sofferenze della sua donna, a Rinko Kikuchi, nei panni della ragazza giapponese, prigioniera di un dolore che non sa comunicare se non nel modo sbagliato.
I lettori hanno scritto 7 commenti
- indirizzo IP 87.7.58.175
- data e ora Giovedì 23 Novembre 2006 [8:36]
- commento molto bello. ma non riesco a capire la necessità di doppiare la parte americana. davvero si da per scontato che il nostro punto di vista coincida con quello statunitense? se è così è grave...
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Mercoledì 29 Novembre 2006 [17:09]
- commento Parliamo un attimo del doppiaggio di questo film... Anzi, parlatene voi che è meglio. Al solo pensiero mi sta tornando il vaiolo...
- indirizzo IP 213.140.11.139
- data e ora Giovedì 30 Novembre 2006 [17:25]
- commento Dai, solo perchè i messicani erano doppiati dal gabibbo! Quante storie, su :)
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Giovedì 30 Novembre 2006 [17:45]
- commento Sai cosa mi inquieta, in verità? Che secondo me erano doppiati in genovese ma ho trovato un altro paio di spettatori che spergiurano di averli sentiti parlare in veneto... Doppiaggio distorcente?!?
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Giovedì 30 Novembre 2006 [17:47]
- commento p.s. non mi ha mica convinto in pieno, in ogni caso, questo film... mah...
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