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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4.5/5
  • valutazione
  • Da rivedere per tenersi sott'occhio perchè lo squallore è in agguato.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.3/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 10 lettori
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Info

L'amico di famiglia

di Paolo Sorrentino

 
    Dati
  • Titolo originale: L'amico di famiglia
  • Soggetto: Paolo Sorrentino
  • Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
  • Genere: Commedia - Indefinibile
  • Durata: 110 min.
     
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2006
  • Produzione: Fandango, Indigo Film, Babe Films, Medusa Film, SKY
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

C'è del marcio in Danimarca, ma in Italia ce n'è di più!

di Sara Troilo

Si conferma il talento di Paolo Sorrentino anche in questo nuovo lavoro ed emerge chiaro e forte già dai titoli di testa sotto i quali scorrono immagini bellissime che danno un'idea precisa del protagonista del film: quasi una soggettiva non dal campo visivo, ma direttamente dalla mente di Geremia De Geremei (Giacomo Rizzo). Siamo nell'Agro Pontino e Geremia è un usuraio che vive in una casa buia, lurida, umida e scrostata, insieme alla madre che è anche peggio della casa. Geremia sostiene di aiutare le persone, chiama tutti "fratello caro" e "sorella cara" e ha come collega un tale che viene solo nominato: il Pirata, che pare essere molto peggio di lui. Questa stigmatizzazione del male estremo è fondamentale in un film dove un uomo pessimo è solo uno dei tanti marci e ciò che lo rende peggiore è il ributtante aspetto fisico.


La vita di Geremia ci viene raccontata dal momento in cui viene in contatto con Rosalba (Laura Chiatti), miss Agro Pontino, bellissima e bionda. Il padre della ragazza chiede un prestito all'usuraio per consentire alla figlia di avere un ricevimento di nozze, un abito da sposa e le bomboniere che Rosalba sceglie personalmente imponendosi sui gusti di Geremia che, quando presta soldi, diventa appunto un amico di famiglia. Proprio il dissidio in merito alle bomboniere dimostra quanto siano affini la bella e l'usuraio: lei che bolla come "cafona" la carrozza trainata dai cavalli di porcellana e sceglie il cucchiaino d'argento, senza risparmiare insulti a nessuno, non si accorge che i due oggetti sono allo stesso punto della lista delle "cose che mai vorresti in casa". Lei che dona a Emergency il premio di 500 euro vinto al concorso di bellezza e non nota minimamente lo sguardo tra il compiaciuto e il disperato del padre che non fa che esaltare l'essere fuori luogo di quel gesto in un contesto del genere. Lei che si concede a Geremia il giorno delle nozze per abbassare il tasso di interesse al padre e continua a dare giudizi sui comportamenti altrui. Geremia è solo più brutto di lei e di tanti altri, molto più brutto e anche più laido. Spia le ragazze che giocano a pallavolo nel cortile davanti a casa, vive all'ombra delle gesta del padre, grande usuraio che ha abbandonato lui e sua madre, divora gianduiotti e lavora con un finto cow-boy triste, Gino (Fabrizio Bentivoglio), che controlla le credenziali dei debitori.


Ci sono alcuni punti di contatto tra questo film e L'imbalsamatore di Garrone, dall'atmosfera a tratti surreale, al personaggio principale che ricorda quello interpretato altrettanto bene da Ernesto Mahieux, alla già citata soggettiva iniziale, nonostante in Sorrentino sia solo concettuale. Non a caso sono entrambe opere importanti che raccontano storie che hanno come ambientazione un'Italia molto reale e poco da cartolina turistica.

Quello dipinto da Sorrentino è un orripilante ritratto di provincia italiana in cui le persone si indebitano per comprare il superfluo o per tentare la fortuna col bingo, coltivano il sogno di ballare alla TV e sono prolungamenti carnei del proprio cellulare. Anestetizzati a tutto, tranne che al brutto aspetto, vivono vite fatte di niente e sono disposti a tutto pur di accrescere questo niente. E se il personaggio principale è tratteggiato in modo forte, tanto da non essere facilmente riconoscibile intorno a noi, Rosalba è un mostro molto comune, diffuso e riconoscibilissimo, lei è quella che schifa i genitori e la provincia e che riversa le poche idee non egoriferite sul mondo tutto che equivale al niente. E presume di saper ballare, come tante, ma nemmeno quello sa fare e il suo balletto iniziale, coreografato da Pappi Corsicato, è un momento di alta cinematografia proprio perchè mette in scena questa lampante voglia-di-velina. Questo è un film triste perchè rivela un mondo abbrutito e spietato in cui nessuno vorebbe abitare e che invece ti aspetta fuori dalla sala cinematografica; non è L'alba dei morti viventi perchè in quel caso potresti dire "esco ed è tutto finito", alla fine de L'amico di famiglia, invece esci, incontri gli zombi e sei disarmato. O forse no, forse riesci a distinguerli (e/o a distinguerti) prima.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 8 commenti

 
 
utente
Dudoski
  • indirizzo IP 83.103.92.98
  • data e ora Venerdì 17 Novembre 2006 [16:33]
  • commento Interessante! Però mi è venuto in mente un particolare che forse la inficia. Vado anche io in pm...
 
 
 
 
 
utente
mi piace il cinema
  • indirizzo IP 81.208.36.89
  • data e ora Giovedì 14 Dicembre 2006 [22:12]
  • commento è una palla micidiale
 
 
 
 
 
utente
lupomannaro
  • indirizzo IP 81.208.36.89
  • data e ora Giovedì 14 Dicembre 2006 [22:13]
  • commento buttatelo giù dalla torre. Ma perchè paolo sorrentino fa il regista?
 
 
 
 
Pagine: 1 2
 
 
 
 
 
 
 
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