Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Buon inizio, ma tempi troppo dilatati e dialoghi banali
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.2/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 16 lettori
- di Nicolo Donato
- dal 02 07 2010
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Papupop
- di Francis Ford Coppola
- dal 20 11 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Antinoo
- di Marc Forster
- dal 28 03 2008
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Elena De Dominicis
- di Michael Haneke
- dal 30 10 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Severino Faccin
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Fratelli di sangue
di Davide Sordella
- Dati
- Titolo originale: Fratelli di sangue
- Soggetto: Davide Sordella
- Sceneggiatura: Davide Sordella
- Genere: Drammatico - Psicologico
- Durata: 85 min.
- Nazionalità: UK, Italia
- Anno: 2006
- Produzione: 011 Film S. C. R. L.
- Distribuzione: L'Altro Film Distribuzione
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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- Il sito della distribuzione
Io, lui, l'altra
di Alice Trippolini
Un po' scontata la trama di Fratelli di sangue, opera prima di Davide Sordella, diplomato alla London International film school di Mike Leigh. Scontata perché, nonostante una buona tecnica registica, il trucco di chiudere i protagonisti in una stanza e farli parlare fino a tirare fuori il peggio di sé è fin troppo abusato. Il titolo del film si riferisce al rapporto che lega i tre protagonisti: Sergio (Fabrizio Gifuni), Roberto (Fabrizio Rongione) e Lella (Barbora Bobulova) sono fratelli. Per caso, la sera prima di Natale, si ritrovano nello scantinato della casa di famiglia ad ascoltare una vecchia radio. Lo spunto che dà inizio al film è un gioco suggerito da Roberto: telefonare a Radio Radicale per confessare un segreto e mandarlo in diretta. Da qui hanno origine reciproche accuse e rievocazioni di dolorosi ricordi, preludio ad una confessione.
Cosa è successo dieci anni prima, la sera precedente il Natale, in quello scantinato? Il regista ha dedicato il film ai propri familiari dicendo di considerare "un baratro, i cosiddetti legami di sangue". Si sa, i rapporti tra fratelli sono sempre un problema. In questo caso, Roberto, il più piccolo, è ossessionato dall'immagine di Sergio, uomo di grande carisma che esercita su di lui un fascino magnetico. I due sono "fratelli di sangue", mentre Lella, che ha più o meno l'età di Sergio, è la sorellastra bella e impossibile. Almeno per Roberto, che però ricorda con precisione il Natale di dieci anni prima: sa di aver visto gli altri due insieme, in atteggiamenti sospetti e vuole capire. Sordella caratterizza bene i personaggi: attraverso poche parole riusciamo a capire subito i rapporti di forza e i rispettivi caratteri. Roberto è debole, ossessivo e insicuro. Sergio è sprezzante, sfuggente e cattivo. Lella è dolce, ma ambigua e rappresenta il terzo incomodo che affascina entrambi.
Il punto è che le carte si svelano troppo presto: da subito si capisce la rivalità tra i due e si suggerisce che tutti hanno qualcosa da nascondere. Lo spettatore è avvertito: deve stare attento a capire chi nasconde cosa e perché, senza perdersi una sola parola dei botta e risposta tra Roberto e Sergio. Non è facile tenere alta la tensione per 85 minuti affidandosi solo a tre personaggi che girano e rigirano per la stessa stanza. Sordella non è Hitchcock e dopo la prima mezz'ora il trucco comincia a cedere. L'arrivo di Lella non aiuta molto, i tempi sono troppo dilatati e lo stile di ripresa, concentrato su campo e controcampo, non riesce a far salire il ritmo. Peccato, perché gli interpreti sono in parte e offrono parecchie sfumature ai personaggi. Forse una storia di impostazione così teatrale è più adatta a un cortometraggio, piuttosto che ad un film. Infine, poco azzeccata la trovata di Radio Radicale. Parolacce e insulti non c'entrano molto con un sottile gioco di ripicche tra fratelli di sangue.
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