Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Francesca Comencini non abbandona il marchio di famiglia e confeziona un'opera sofferta, fatta di ricatti, compromessi e sentimenti violati. Una visione rabbiosa, a tratti scomoda, smorzata tuttavia da un impianto narrativo debole e confuso che compromette pesantemente la stabilità della pellicola.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 17 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
A casa nostra
di Francesca Comencini
- Dati
- Titolo originale: A casa nostra
- Soggetto: Francesca Comencini, Gianni Barbacetto
- Sceneggiatura: Francesca Comencini, Franco Bernini
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 99 min.
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2006
- Produzione: Bianca film, RAI Cinema, MIBAC
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 00 00 0000
Fantasmi a Milano
di Nicola Bassano
Tante piccole esistenze condannate a vivere in una città gelida e malata, metafora efficace della nostra società, corrotta e disumana, sempre più dominata dallo strapotere del "Dio denaro", unico vero colpevole della perdita d'identità dell'individuo. Si potrebbe riassumere così il messaggio di A casa nostra, ultima fatica di Francesca Comencini, presentata alla Festa del Cinema di Roma, dove ha raccolto fischi e critiche negative. Se a ciò si aggiunge la polemica insensata innescata dalle parole di alcuni "illustri
intellettuali" milanesi (tra cui Letizia Moratti), indignati per la rappresentazione non troppo lusinghiera della loro città, allora si capisce la profonda crisi culturale in cui versa il nostro povero paese. Detto questo, rimangono molti dubbi su un'operazione che calca troppo la mano sul senso di angoscia, di solitudine e di disperazione dell'uomo, perdendosi tra le pieghe di una sceneggiatura sfilacciata che in alcuni momenti arriva a minacciare pesantemente la solidità della storia. Come nel precedente Mobbing - Mi piace lavorare (2003), la Comencini dipinge una realtà spietata e crudele anche se qui la prospettiva viene allargata, andando a sfiorare tematiche delicate e attuali come la corruzione - che attraversa la vicenda dall'inizio alla fine - o la mercificazione dei sentimenti, rasentando però, in qualche caso, scampoli di fastidioso qualunquismo.
In una Milano livida e soffocante si intrecciano le vicende di Ugo (Luca Zingaretti), banchiere corrotto e Rita (Valeria Golino) capitano della Guardia di Finanza intenzionata a incastrarlo. Alle loro spalle si muovono tutta una serie di "anime dolenti", come Eloide (Laura Chiatti), amante insoddisfatta di Ugo, che cerca di vincere la noia di una storia basata sul compromesso economico buttandosi tra le braccia di un giovane in cerca di facili guadagni (Luca Argentero); o l'ex criminale interpretato da Giuseppe Battiston, ossessionato dal desiderio di riscatto e coinvolto sentimentalmente con una prostituta. La Comencini utilizza l'immagine - spesso forzata - di un'umanità priva di speranza per parlarci di una società avvelenata dal denaro, immersa in un torpore emotivo che si riflette nella disperata ricerca di sentimenti veri e trasparenti. La scelta di ambientare la vicenda in una Milano compromessa dal malaffare, attraversata da personaggi ambiziosi e "sporchi", pur apparendo un po' troppo didascalica, contribuisce a creare un'atmosfera pesante in perfetta sintonia con l'intento ideologico della regista.
Ma è nella frammentarietà delle singole vicende, ridotte quasi a semplici episodi, che il film denuncia tutti i suoi limiti. E così alcune scelte risultano essere un po' forzate e si rimane con la sensazione di qualcosa di irrisolto. Il rischio di cadere nella trappola del facile moralismo non viene minimamente preso in considerazione e alcune rappresentazioni della realtà milanese appaiono forse un po' troppo macchiettistiche. Insomma alle ottime premesse dell'idea di partenza non è seguito un progetto altrettanto lucido, capace di trasformare la buona materia grezza della vicenda in una pellicola solida e convincente. La regia della Comencini, sicura e puntuale, si mantiene sempre un po' in disparte, utilizzando uno sguardo freddo, volutamente piatto per sottolineare l'emergenza emotiva dei personaggi.
I lettori hanno scritto 2 commenti
- indirizzo IP 85.18.136.87
- data e ora Martedì 21 Novembre 2006 [10:04]
- commento ho trovato questo film ridicolo e scontato . un intreccio di siutazioni ormai retoriche in una società come la nostra . oltrettutto recitato abbastanza male . l'unico che si salva è luca zingaretti .
- indirizzo IP 85.18.136.87
- data e ora Martedì 21 Novembre 2006 [10:08]
- commento non trasmette niente .... inutile ! avrei preferito andare dal dentista piuttosto che assistere alla visione del film . bruttissimo
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