Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- La cosa più grave dei fascisti, oggi come ieri, è che non capiscono mai le battute se non sono scontate e volgari. Seni. Grandi seni.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 2 lettori
- di Wes Anderson
- dal
- genere Commedia
- tipo Grottesco
- Eduard Le Fou
- di Jonathan Dayton, Valerie Faris
- dal
- genere Commedia
- tipo Grottesco
- Sara Troilo
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Fascisti su Marte
di Corrado Guzzanti, Igor Skofic
- Dati
- Titolo originale: Fascisti su Marte
- Soggetto: Corrado Guzzanti
- Sceneggiatura: Corrado Guzzanti, Paola Cannatello
- Genere: Commedia - Grottesco
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2006
- Produzione: Kipli Entertainment, Fandango, Studio Uno
- Distribuzione: Fandango
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
- Tutti gli articoli di Luigi Faragalli
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- Sito ufficiale
- Sito EIAR recante i corti primigeni
Buffonesca Italia
di Luigi Faragalli
Sopra un prototipo di missile tedesco
con sei gallette cadauno come desco
i nostri eroi van dritti al cuor della marziana
le verdi antenne al nostro duce piegherai
Lo so, sembra incredibile, ma in Italia ci sono ancora un mucchio di fascisti. Ma proprio tanti, eh, più di quanti una persona dotata di senno possa immaginare. La loro presenza è, effettivamente, un mistero storico. Il fascismo è stato un regime sciagurato, la più grande calamità vissuta dall'Italia nella sua storia unitaria (segue a ruota il periodo berlusconiano, peraltro non privo di inquietanti analogie), pur tuttavia esso è ancora rimpianto quando non direttamente auspicato da una fetta, ahimè larga, di imbecilli nostrani.
Sarà di certo l'ignoranza, sarà l'emulazione, sarà il fascino della violenza e del sopruso, sarà l'idea che menando le mani anche un cretino possa dominare il mondo, sarà quel che sarà ma i fascisti ci sono ancora, per quanta tristezza questo possa infondere nei nostri cuori democratici.
Non siamo riusciti, in più di sessant'anni, a mostrare a tutti, anche ai meno informati sui fatti, le idee fasciste per come esse sono nella propria profonda intima realtà: ridicole.
La popolazione dell'Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
Un cumulo di fandonie. Ridicole fandonie. L'Italia affermava il suo razzismo e cercava, ruffianamente, di aderire ad un'ossessione nazista, alla costruzione di una propria origine etnica nobile. Diversi millenni fa noi eravamo l'impero romano, per definizione crogiuolo ribollente di tutti popoli del mondo conosciuto. Queste leggi avrebbero dovuto far insorgere un popolo maturo e invece... gli italiani si adeguarono.
Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano.
Un cumulo di fregnacce. Ridicole fregnacce. L'Italia scendeva in guerra contro una Francia già sconfitta, vigliaccamente. Un dittatore che si prendeva la briga di definire "reazionarie" le democrazie occidentali avrebbe dovuto far scoppiare crasse risate tra la folla e invece... gli italiani applaudivano.
In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze armate.
Un cumulo di sciocchezze. Ridicole sciocchezze. L'Italia fascista perse, fortunatamente. La resistenza vinse e fu il momento più alto di civiltà e di eroica nobiltà nella nostra recente storia patria, checché ne dicano i fascisti revisionisti arrivati oggi incredibilmente di nuovo a posti di potere.
Orbene, cosa c'entra tutto questo con Fascisti su Marte? E' semplice, Fascisti su Marte è una mirabile cartina al tornasole, un invidiabile contatore Geiger che comincia a ticchettare all'impazzata appena s'approssima una camicia nera travestita. In reltà è il contrario, è probabilmente il primo rilevatore che fa ticchettare il rilevato. Corrado Guzzanti ha fatto una cosa semplicissima: ha fatto vedere quanto era ridicolo il fascismo.
Quanto era ridicolo il suo linguaggio, quanto era ridicola la sua retorica, la sua ampollosità, il suo conquistare deserti vuoti, il suo inventarsi terribili nemici inesistenti, il suo arrovellarsi su contorte forme statali capaci di nutrire tutte le infinite corruzioni del regime, la sua violenza gratuita, il suo delirio, i suoi inutili affanni. Nulla di straordinario, i più intelligenti tra noi italiani non ne avevano bisogno, il fascismo è già palesemente ridicolo, grottesco, buffonesco, ma l'Italia, come si diceva, pullula ancora di fascisti, e talvolta può essere utile ricordare la vera essenza di quel che anelano.
Perché dico che Fascisti su Marte è un rivelatore di fascismo? Perché prendersela con un dichiarato divertissement, con un rimontaggio di corti da programma satirico con aggiunta di girato nuovo, con una divertita accozzaglia di humour geniale e riempitivi sornioni, è cosa tipica da bavoso fascista iracondo.
Fascisti su Marte non fa male a nessuno. E' stato girato quando il cast aveva tempo, in una cava romana, con mezzi di fortuna. Corrado faceva giri di telefonate per chiamare tutti quasi fosse una partita di calcetto. Tra una scena ed un'altra nella realtà passavano mesi, gli attori ingrassano e dimagriscono talvolta vistosamente sullo schermo. Il montaggio ed il rimontaggio è durato anni, per stessa ammissione di Guzzanti è quindi un film nato e cresciuto tra amici, per portare a termine un discorso cominciato nel Caso Scafroglia, niente di epocale o imprescindibile, solo un lungo insieme di sketch, a volte più riusciti, a volte meno. Tutto qui.
Ma ecco che, per motivi che nel fascismo nascono e muoiono, quest'opera giocosa ed innocente scatena le ire dei camerati ancora vivi e vegeti.
Prendiamo Il Giornale, quotidiano fascista che della stampa fascista conserva inalterate tutte le più fragranti caratteristiche: è scritto con i piedi, racconta balle, offende chiunque, è volgare e monta casi per screditare gli avversari, servendo sempre acriticamente il proprio padrone a testa china.
Bene, questo fogliaccio buono nemmeno per il fondo della gabbietta dei canarini, stronca Fascisti su Marte con piglio marziale ed autoritario. "Si è rivelato di una tale pochezza da gelare anche i più scatenati", olé.
Passiamo poi ad Anselma Dall'Olio, moglie di Giuliano Ferrara, l'uomo dall'intelletto più sopravvalutato d'Italia dopo Gianfranco Fini. Bene, la Anselma, nominata sul campo critico cinematografico da qual genio notturno che è Marzullo, in passato si è distinta per aver incensato capolavori come Troppo Belli, con quelle due mezzene di Costantino Vitagliano e Daniele Interrante, ed oggi, colta all'improvviso dal fuoco sacro del purismo cinefilo, stronca Guzzanti, e senza vergognarsene nemmeno un po', eh!
Come si possa poi dir male di un film che propone perle assolute di comicità quali il conto alla rovescia in numeri romani o il piccolo cucciolo Mimimmi in rosso alla Schindler's List, beh, resta un mistero. O meglio, la spiegazione c'è, e vagola per questa recensione fin dall'incipit: Corrado Guzzanti ci racconta con fare guascone come alle ore 15:00 del 10 maggio 1939 Marte fu fascista, nel farlo ci dimostra amaramente come, in un'ora qualunque dell'autunno del 2006, l'Italia lo sia in gran parte ancora.
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