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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • La versione comica del viaggio britannico di Allen tra killer improbabili e giochi del caso. Eccellente saggio di leggerezza dove "Match Point" era un esercizio di grande profondità.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.1/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 9 lettori
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Info

Scoop

di Woody Allen

 
    Dati
  • Titolo originale: Scoop
  • Soggetto: Woody Allen
  • Sceneggiatura: Woody Allen
  • Genere: Commedia - Comico
  • Durata: 96 min.
     
  • Nazionalità: GB, U.S.A.
  • Anno: 2006
  • Produzione: BBC Films, Ingenious Film Partners, Ingenious Media, Perdido Productions
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Crimini malfatti

di Vincenzo Rossini

"Sei mai stata smaterializzata?"
Il mago Splendini-Woody Allen a Sondra Parsky-Scarlett Johansson

 

Dopo Match Point, Scoop è il secondo film londinese dell'ultrasettantenne Woody Allen. Il primo è un raffinatissimo dramma venato di giallo ambientato nell'alta borghesia londinese. Il secondo è l'ennesima versione della commedia umana à la Woody alla quale, con cadenza annuale, siamo abituati. Due film lontani anni luce, almeno all'apparenza. Il giornalista Joe Strumbell muore. Sulla barca della Morte - personificata con tanto di falce e manto nero - conosce la segretaria di Peter Lyman (Hugh Jackman), un rampollo londinese, anch'essa deceduta, che gli rivela un vero scoop: Lyman è un pericoloso serial killer. Strumbell vorrebbe indagare, ma come? A Londra c'è una giovane studentessa americana, aspirante giornalista, piuttosto svampita, di nome Sondra Pransky (Scarlett Johansson): Strumbell le "appare" e le rivela il prezioso segreto. La ragazza comincia una vera e propria ricerca in incognito su Peter Lyman, scortata dal mago Splendini (Woody Allen), un anziano prestigiatore nevrotico e piuttosto solo. Con astuzia e con molta fortuna i due si introducono negli ambienti della classe nobiliare britannica, fatti di partite a poker e di campagne con giardini che paiono usciti da un film di Greenaway; la giovane donna conosce Lyman, che sembra quanto di più lontano da un killer di prostitute, e se ne innamora.
Proprio quando gli indizi sembrano portare da un'altra parte… L'alta borghesia londinese per Woody Allen è il simbolo di un mondo apparentemente perfetto - come un giardino inglese, appunto - che cela misteriose deviazioni. Chi ambisce ad entrare a far parte di questo mondo per scoprirne i punti deboli deve fare i conti con conseguenze sempre più grandi di lui. Era così in Match Point, dove il protagonista si ritrovava coinvolto in un complesso intrigo di passioni e finanza ed era incapace di gestirlo, ed è così in Scoop, dove la giornalista si tuffa in un'indagine improbabile e quanto mai rischiosa senza poterne prevedere le conseguenze. In entrambi i film è l'omicidio, ossia la morte premeditata, il punto di svolta della storia. Sotto l'apparenza della commedia, Scoop esprime la stessa sfiducia per gli uomini e la loro incapacità di gestire le conseguenze delle loro azioni che trasuda in Match Point - dove l'apparente delitto perfetto è l'origine di una irreversibile crisi personale del protagonista; i due film addirittura combaciano se si mettono a confronto il personaggio di un poliziotto, in Match Point, e quello del giornalista morto in Scoop: entrambi conoscono la realtà dei fatti, ma nessuno crede loro, le loro storie sono troppo improbabili, gli accusati sono troppo "borghesi" per essere anche dei "killer". E l'apparenza vince sulla sostanza: Allen fa una critica alla nostra inabilità a vedere in faccia la realtà, persino troppo lampante quando invece crediamo a ciò che vogliamo credere.
Ecco perché gli uomini diventano vittime del caso: che sia il rimbalzare o meno di una pallina oltre una rete da tennis o la mancata esperienza della guida a sinistra britannica, la fatalità cambia le storie, alcuni uomini vengono gettati nell'oblio, altri si salvano, non per forza i migliori. L'unica forza per combattere la brutalità della fatalità, per Allen, è il sense of humour: come dice egli stesso sul palco di un teatro guardando in camera, "se la gente avesse più humour, oggi il mondo non sarebbe nello stato in cui è". C'è però anche un altro elemento che sconvolge il piano meglio congeniato: la passione. Un desiderio che oscura il volto razionale delle cose, che permette a Sondra di innamorarsi di quello che potrebbe essere un serial killer. È interessante notare che l'elemento passionale, di disturbo rispetto alla pianificazione degli eventi, è in entrambi i film affidato al personaggio di Scarlett Johansson: Woody Allen ha colto il vero fascino dell'attrice, capace di essere seducente e infantile, trasparente ed ambigua al contempo, troppo perfettamente stralunata per non riservare il colpo d'astuzia che chiude la storia. Un bel film, più profondo delle apparenze. Divertente, surreale e con un paio di scene dall'indubbio fascino visivo e simbolico, soprattutto nel finale, che irride e omaggia allo stesso tempo Il Settimo sigillo di Bergman.

 
 
 
 
 
 
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