Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Un film necessario e "politico"
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 10 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Water
di Deepa Mehta
- Dati
- Titolo originale: Water
- Soggetto: Deepa Mehta
- Sceneggiatura: Deepa Mehta
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 113 min.
- Nazionalità: Canada, India
- Anno: 2006
- Produzione: Deepa Mehta Films, Flagship International, David Hamilton Productions, Echo Lake Productions, Noble Nomad Pictures LTD., Telefilm Canada
- Distribuzione: Videa-Cde, Warner Bros. Pictures Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
Bambina vedova
di Calogero Messina
Un film necessario e "politico" quello che la regista indiana Deepa Mehta è riuscita a condurre in porto dopo numerose traversie (ne venne bloccata la realizzazione nel 2000 perché i fondamentalisti indù avevano minacciato di morte la regista e le attrici) e che fanno di Water un vitale ed illuminante modello di un cinema militante realizzato con il cuore e sinceramente popolare. Ambientato nel 1938 (il Mahatma Gandhi stava iniziando la sua ascesa), vi si narra la storia della piccola vedova Chuyia, 8 anni (la prassi delle spose bambine era ancora molto diffusa), e del suo ingresso nella casa delle vedove, donne relegate ad una vita di privazioni e mortificazioni.
Una scrittura lineare capace di creare personaggi forse un po' troppo schematici ma che arrivano subito al cuore, una confezione patinata ma esaltante ed una regia classica e partecipe fanno di quest'ultimo capitolo di una trilogia sugli elementi (acqua, fuoco, terra) il commovente racconto sul dolore e la crudeltà che dogmi sociali e religioni atrofizzate impongono - in tutti i tempi e luoghi - su un'umanità silenziosa e dolente. Coraggiosamente la regista Mehta si ostina a voler alzare la voce su un certo fanatismo di stampo religioso che vuole imporre ancor oggi le regole ed i dettami di un testo sacro scritto quasi duemila anni prima facendosi così portavoce sopratutto del dolore e delle sofferenze di tutte quelle donne che vivono sulla propria pelle il dramma dell'emarginazione sociale e della violenza fisica e morale.
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