Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Buona trasposizione cinematografica con qualche tratto smussato rispetto al più fragrante romanzo originario
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 6 lettori
- di Sidney Lumet
- dal 14 03 2008
- genere Drammatico
- tipo Thriller
- Riccardo Lupoli
- di Andrew Dominik
- dal 18 10 2012
- genere Drammatico
- tipo Thriller
- Ernesto Fanfani
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Profumo - Storia di un assassino
di Tom Tykwer
- Dati
- Titolo originale: Perfume: The Story of a Murderer
- Soggetto: Tratto dal romanzo "Il profumo" di Patrick Süskind
- Sceneggiatura: Tom Tykwer, Andrew Birkin, Bernd Eichinger
- Genere: Drammatico - Thriller
- Durata: 147 min.
- Nazionalità: Francia, Germania, Spagna, U.S.A.
- Anno: 2006
- Produzione: Constantin Film Produktion GMBH, Castelao Producciones S.A., Ikiru Films S.L., Nouvelles Editions De Films, Vip 4 Medienfonds
- Distribuzione: Medusa
- Data di uscita: 00 00 0000
Olezzi mortiferi
di Antinoo
Parigi, fine '700. Nel posto più maleodorante del mondo, il mercato del pesce di Parigi, nasce in maniera discretamente rocambolesca, Jean-Baptiste Grenouille (Ben Whishaw): rampollo di una pescivendola matricida che gestisce feti come avanzi di merce. Immediatamente dotato di olfatto superlativo, riesce a sfuggire ad un infame destino per ritrovarsi, nell'ordine: spedito in un orfanotrofio in cui suscita ulteriori istinti omicidi e, raggiunta una discreta età, venduto in una conceria. Conscio del suo odorato sopraffino, scopre la Parigi delle "Eau" e delle seduzioni, si imbatte nel profumo di donna, lo uccide come per gioco e desidera serbarne la fragranza per sempre. Per far ciò si intrufola nella vita di Giuseppe Baldini (Dustin Hoffman), profumaio in disuso, per imparare da lui l'arte del conservare gli odori, esperto com'è di default in quella di crearne di nuovi. La sua ossessione lo porta a Grasse, città del Sud della Francia famosa per la profumeria, ad imparare la tanto celebre quanto misteriosa tecnica dell'enfleurage.
Qui, in effetti, viene edotto al riguardo mentre, da completo autodidatta, ottiene incredibili successi come serial killer, visto che il profumo perfetto ha come ingredienti almeno 13 giovani donne. Il coronamento del suo desiderio, la creazione del suddetto profumo, coincide con scoperta, arresto e condanna: che ha il suo apice in un momento di totale divismo. Giunto al patibolo, incanta la folla con poche gocce della sua ultima e sanguinaria creazione. Creazione che lo innalza al rango di messia ed invita ad un amore libero e incondizionato, amore che si manifesta in un'orgia collettiva, a prescindere da genere, ranghi, attributi, classi e morale. Forse per questo immediatamente dimenticata. Grenouille torna, allora, nel luogo in cui è nato, l'orrido mercato con gli abitué correlati, e qui, col suo profumo perfetto, va incontro al compimento del suo destino.
Tratto dal famosissimo libro di Patrick Süskind, Profumo - Storia di un assassino è una trasposizione cinematografica dal buon risultato.
Il regista Tom Tykwer (Lola Corre) riesce, con una regia patinata, a non cadere mai nel truculento gratuito che la trama rischia. Una fotografia particolarmente pubblicitaria, in grado di rendere visivamente il senso più impalpabile, mantenendo viva l'ossessione per le rosse che, evidentemente, il regista porta avanti sin dal sopraccitato film. Il bravissimo Ben Whishaw, dà vita ad un assassino che uccide quasi nonostante se stesso, semplicemente ponendo al vertice della sua scala morale i 13 ingredienti del Profumo. A differenza del protagonista letterario, sordido, spietato, brutto a vedersi, consapevole sin dall'inizio del suo non odorare e che usa questo ed altri poteri, alla base della "Teoria Olfattiva" di Süskind, per i suoi fini, qui Jean-Baptiste Grenouille si accorge solo molto tardi di non emettere alcun aroma. A causa di ciò, non solo è invisibile ma anche incapace di essere amato. Il finale, scivolando per un istante in un buonista rimpianto per l'essere ciò che si è, rispetta fedelmente la trama, ma con una nuova significanza: a differenza del libro, dove il protagonista finisce in maniera logica, e un po' spettacolare, quella che è la sua esistenza avendo esaurito il suo compito, qui si cerca una sorta di requie per il proprio, insanabile, dolore di vivere.
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