Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Simpatico e sboccato, ma pericolosamente vicino al trattato sociologico sui trentenni in crisi. No grazie. Ci basta Muccino
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.9/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 6 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Clerks II
di Kevin Smith
- Dati
- Titolo originale: Clerks II
- Soggetto: Kevin Smith
- Sceneggiatura: Kevin Smith
- Genere: Commedia - Sociale
- Durata: 98 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2006
- Produzione: View Askew Productions, The Weinstein Company
- Distribuzione: Mikado
- Data di uscita: 00 00 0000
Lavorare Sfianca
di Vincenzo Rossini
"Ragioni come quella cieca di Anna Frank".
Randal in Clerks 2
Si può giudicare un sequel senza averne visto il film di cui è la prosecuzione? La legge cinefila lo proibirebbe, ma questa valutazione critica trasgredisce diversi commi del diritto cinefilo. Come ad esempio giudicare un film senza aver visto nemmeno una delle opere precedenti dell'autore, cioè Kevin Smith. Smith è tra l'altro un regista di autentico culto, uno che può permettersi di ringraziare tutti gli iscritti alla comunità virtuale con cui dialoga costantemente sul web alla fine dei titoli di coda, elencandoli uno per uno. Un cinefilo scatenato anche lui che, probabilmente, spenderebbe giornate intere a parlare di cinema. Uno con un ego piuttosto ingrandito, sia a causa - forse - del suo status di regista "cult", sia perché - e Quentin ce lo dimostra ogni volta che esala fiato dalla sua bocca - la cinefilia militante fa perdere i contatti con la realtà.
Quindi - a costo di sembrare la persona meno adatta a scrivere di Clerks 2 - scriverò quello che penso non avendo mai visto né Clerks, né Jay e Silent Bob, né Dogma, né nient'altro di Kevin Smith. Ma come, non hai visto Dogma? Non sai che Jay e Silent Bob compaiono in tutti i suoi film? No, sorry. A 14 anni mi hanno fatto vedere il Teorema pasoliniano e non mi sono ancora ripreso del tutto dallo choc.
Il film. Due trentatreenni piuttosto sfigati - Randal e Dante - lavorano in un fast food dopo che lo smart shop in cui hanno lavorato per anni è andato a fuoco. Lavorano. Si fa per dire. Non fanno altro che dire cazzate tutto il giorno, sboccati e irriverenti. Cazzeggiano, provocano i clienti, lasciano il posto di lavoro per improvvisare una gara di kart - il sogno americano? In Italia mi costerebbe un licenziamento in tronco -, prendono in giro il povero ragazzo delle pulizie figlio di semi-integralisti di qualche chiesa para-cattolica. Gli argomenti, ovviamente, sono pochi ed essenziali. Il sesso e il cinema. Nel primo caso viene elencata una vasta casistica di perversioni più o meno comiche, dal sesso con gli animali a strane forme di verginità forzata, e vi assicuro che non usano questi miei edulcorati eufemismi. Ah, già, voi l'avete visto Clerks, quindi starete anche lamentandovi stizziti del fatto che ignoro la sboccataggine trionfale del primo episodio di questa serie come simbolo di un'umanità borderline ed emarginata. Mah.
Attorno a loro, altri piccoli personaggi, nerd contemporanei - ma nemmeno troppo, a giudicare da come vestono e dalla musica che ascoltano (classici anni '90, electro-pop, hip hop alla Gangstarr).
Due spacciatori, uno logorroico e uno silenziosissimo, appunto Jay e Silent Bob, che, scontata la pena in carcere, hanno avuto una sorta di folgorazione mistica (e Jay compare tutto il tempo con una maglietta con su scritto "Got Christ?", "hai Cristo?" come si potrebbe chiedere "hai del fumo?"). E poi una bella responsabile, troppo bella, segretamente innamorata di uno dei due, Dante, che - guarda un po' - sta per sposarsi e lasciare il posto di lavoro. Beh, inutile dire cosa succede. La trama è così scontata e banale da far venire il dubbio a chiunque che l'intreccio non sia la cosa fondamentale. Anzi. Fosse stata un'operazione senza "narrazione", almeno nel senso esplicito del termine, Clerks 2 sarebbe molto più interessante. Invece Smith ha calcato la mano sull'aspetto - per così dire - decadente dei personaggi, insistendo in particolare sul loro senso di mancata realizzazione, sulle opportunità di una vita che ci lasciamo sfuggire, sull'amicizia come valore fondamentale e sull'amore "romantico" (vi giuro che nel film lo chiamano così) che vince sulla "comodità familiare". Ha voluto fare una specie di morale, in un film dove moralismi non dovevano esserci per niente.
E il risultato, almeno a livello di sostanza, ha la profondità di una punes su una bacheca di sughero. Controprova: nella seconda parte del film ci sono almeno tre sequenze in cui il racconto scorre veloce accompagnato da canzoni anche piuttosto ruffiane - la Morrissette sulla scena di riscatto finale fa pensare a O.C. - e quando in un film (più che in un telefilm) si tengono insieme le parti del racconto grazie a canzoni piuttosto note vuol dire che qualcosa, almeno per quel che riguarda la sceneggiatura, è rimasto incompiuto.
Cosa rimane allora? Beh, rimane la prima mezzora del film che è uno spasso per quanto è volutamente sboccata, tra discorsi incredibili su quale sia la saga migliore tra Star Wars e il Signore degli anelli (Randal che fai il riassunto dei tre capitoli della trilogia tolkeniana è qualcosa di esilarante) o sul motivo per cui Elias, il giovane lavapiatti imbranato, non ha rapporti con la sua fidanzatina (si parla di trolls inseriti non vi dico dove). C'è anche una simpatica divagazione musical, che fa sorridere, ma ha l'aria di essere più un vezzo da inserire da qualche parte nel film piuttosto che una reale necessità.
Rimane sicuramente una generale atmosfera di fancazzismo che riesce a divertire, ma che in un film qualsiasi di Jarmusch - anche Coffee and Cigarettes, che è uno dei suoi meno belli - ha tutto un altro spessore.
E poi non posso evitare di ricordare il costo irrisorio di questo film, e quando si riesce a fare qualcosa di dignitoso con pochi mezzi, si può anche chiudere un occhio su certe licenze di racconto o su quel senso di egocentrismo militante che aleggia silenzioso sullo schermo per novanta minuti e lentamente si propaga tra i cinefili scatenati, quelli che magari non vedono l'ora che esca Clerks 3 per essere i primi a scriverne su qualche forum, e magari - come Elias che aspetta impaziente il film sui Transformers - sono anche i primi in classifica tra gli utenti, perché hanno scritto centinaia di interventi... Teneri i cinefili scatenati. Però, per favore, non prendiamoci sul serio.
p.s.: adesso vado a vedere il primo Clerks, perché è un esempio di grande cinema low-budget e bla bla bla però spiegatemi una cosa: perché La rieducazione del collettivo Amanda Flor, film costato 500 euro e presentato pure a Venezia quest'anno, non viene distribuito mentre in una sala di 500 posti posso fare ricco il signor Harvey Weinstein (che problemi di soldi non ne ha, credo) con una cazzatina immane - simpatica, per carità, ma inconsistente - come questa?
I lettori hanno scritto 3 commenti
- indirizzo IP 151.52.5.191
- data e ora Martedì 10 Ottobre 2006 [16:05]
- commento Oh, ecco. Tra l'altro anche Clerks a suo tempo mi è sembrato enormemente sopravvalutato.
- indirizzo IP 193.205.125.10
- data e ora Martedì 10 Ottobre 2006 [19:44]
- commento diciamo solo che Clerks era un'altra cosa....era per pochi....questa è la versione iperprodotta per tutti
- indirizzo IP 87.3.24.108
- data e ora Lunedì 16 Ottobre 2006 [23:27]
- commento concordo che muccino basta e avanza ma clerks era tutta un'altra cosa e questo è il classico sequel prodotto su commissione...
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