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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Perdenti e vincenti, belle e brutte e miss america che mangia gelati dietetici.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.1/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 22 lettori
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Info

Little miss sunshine

di Jonathan Dayton, Valerie Faris

 
    Dati
  • Titolo originale: Little miss sunshine
  • Soggetto: Michael Arndt
  • Sceneggiatura: Michael Arndt
  • Genere: Commedia - Grottesco
  • Durata: 101 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2006
  • Produzione: Big Beach Films, Third Gear Productions LLC, Deep River Productions, Bona Fide Productions
  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Le bambine mannare della California assolata

di Sara Troilo

La tipica famiglia atipica è la protagonista di questo divertente road-movie di forzati del successo e della bellezza americani. Una mamma casalinga va a recuperare il fratello all'ospedale dopo che ha tentato il suicidio; una volta a casa lo sistema nella stanza dell'emaciato figlio maggiore che legge Nietzsche e non comunica col mondo se non attraverso brevissime frasi che scrive su un taccuino. La piccola di casa si allena a ritmi forsennati per preparare un'esibizione adatta a un concorso di bellezza. Il personal trainer è il nonno (espulso dalla casa di riposo perchè sorpreso più volte a sniffare eroina) e il balletto un super-segreto. E poi c'è il padre che ha escogitato "i nove scalini per il successo" e non perde occasione per rivolgere parole di disprezzo nei confronti dei perdenti di tutto il mondo. La destinazione è la California, il concorso Little miss sunshine per la precisione, e il mezzo di trasporto un pulmino Wolkswagen con qualche problema. Il viaggio procede tra le manifestazioni verbali incontenibili del nonno, gli insegnamenti vincenti del padre e le rimarcazoni del proprio valore da parte dello zio "maggiore studioso di Proust degli Stati Uniti" e quasi suicida. L'alternanza di caratteri agli antipodi messi alla prova nelle situazioni più assurde ha più di un momento felice anche se tutto il meccanismo sembra costruito in funzione del finale a fuochi d'artificio. Little miss sunshine si dimena tra drammi umani, momenti tragici ed edificanti, moraline accennate e rassicurazioni complici agli spettatori sull'appartenenza alla parte sana del mondo (che corrisponde alla parte non abbronzata, tra l'altro). Manca tuttavia di una struttura forte e di una sceneggiatura più convinta, facendo forse troppo affidamento sulla simpatia dei protagonisti che infatti reggono il film, se fossi un'insegnante direi che "ha la capacità, ma non si applica".


Ciò a cui si assiste è un piccolo film molto piacevole che per diventare grande avrebbe dovuto crederci un po' di più, magari tralasciando le gag facili e puntando da un lato sull'originalità della storia e dall'altro sulla forza delle immagini girate al concorso delle piccole e mostruose miss. Anche perchè l'approccio al concorso è misurato, non ci sono forzature, la bruttura parla da sé ed è allo stesso tempo angosciosa e spassosa. Risiede qui la bravura dei registi (la coppia Jonathan Dayton e Valerie Faris) che pongono lo spettatore nel dissidio tra indignazione e risata senza mai risolverlo se non nell'esilarante finale. Il dietro le quinte del Little miss sunshine è ricolmo di orrori, è una specie di ferita purulenta da libro di patologia, eppure ci viene mostrato en passant, senza mai calcare la mano. Madri che aerografano le proprie figlie per abbronzarle e che cotonano i loro capelli costruendo impalcature imbarazzanti anche per una qualsiasi contessa priva di vergogna del fu mauriziocostanzoshow non hanno certo bisogno di essere evidenziate, no?

E così i vezzi tipici delle veline nostrane, molto convinte nel tributare bacini e strizzatine d'occhi civettuole, non passano inosservati anche senza essere inquadrati ossessivamente. La giusta misura nell'orrore è apprezzabile, manca invece un po' di coraggio nella prima parte del film e con attori notevoli a disposizione è davvero un peccato. Altra scelta azzeccata è quella di affrontare il tema del successo a tutti i costi e del terrore di essere perdenti, tema che negli Stati Uniti dev'essere molto presente e deve probabilmente rovinare parecchie vite. Questa famiglia non viaggia attraverso l'America su una monovolume con l'aria condizionata e gli interni in radica e già qui si capisce che c'è qualcosa che non va. Nell'ospedale in cui si apre il film i muri sono scrostati, i dottori poco professionali e gli interni squallidi. Il problema è che sembra un ospedale italiano a un occhio avvezzo ai camuffamenti statunitensi dove anche le realtà più aberrate sono circondate da ambienti asettici. I registi nelle interviste sostengono di aver fatto fatica a trovare i finanziamenti per questo loro film. C'è da crederci dal momento che mettono in piazza la povertà e il degrado e si spingono anche a renderli preferibili alla bassa umanità che trucca le bambine come fossero della famiglia Orfei.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
utente
vincenzo
  • indirizzo IP 85.18.14.35
  • data e ora Martedì 10 Ottobre 2006 [14:08]
  • commento bella recensione, io nn l'avevo preso così sul serio sto film
 
 
 
 
 
utente
Antinoo
  • data e ora Venerdì 13 Ottobre 2006 [15:39]
  • commento Beh, l'ho trovato delizioso. L'emaciato primogenito era un ottimo mix tra la misantropia di Martin e la gioia dello stare in famiglia del sottoscritto. Ottime le misses Barnum Version.
 
 
 
 
 
utente
The gadget
  • indirizzo IP 87.11.12.160
  • data e ora Giovedì 31 Maggio 2007 [20:01]
  • commento bellissimo spaccato di una america perdente nei valori della famiglia, una rocambolesca vicenda dove si evidenzia la mostruosita di mamme dedite alla corsa di miss Usa, rendendo le figlie dei mostri
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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