Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Un Amelio dallo sguardo un po' imbrigliato.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 32 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
La stella che non c'è
di Gianni Amelio
- Dati
- Titolo originale: La stella che non c'è
- Soggetto: Ermanno Rea (romanzo)
- Sceneggiatura: Gianni Amelio, Umberto Contarello
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 104 min.
- Nazionalità: Italia, Cina
- Anno: 2005
- Produzione: Cattleya, Rai Cinema, Babe e Carac Film
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 00 00 0000
Una mancanza che non ti abbandona
di Sara Troilo
Liberamente ispirato al romanzo di Ermanno Rea, La dismissione, il nuovo lavoro di Gianni Amelio esplora una Cina cui non siamo abituati. Dribblando i limiti della censura cinese, le commissioni di controllo erano infatti sempre presenti alle riprese, Amelio ci conduce tra le contraddizioni della Cina odierna con la guida dell'esordiente Tai Ling. Vincenzo Buonavolontà (un Sergio Castelitto sempre più in forma) è il manutentore di un altoforno appena venduto ai cinesi e tenta di avvertire gli acquirenti della tragedia che potrebbe causare l'impianto a causa di un difetto che sta ancora tentando di scoprire. Una volta venuto a capo della risoluzione del problema, Buonavolontà parte per la Cina con una nuova centralina per l'impianto e tutti i disegni del suo progetto e "siccome è facile incontrarsi anche in una grande città", per dirla con Battisti, a Shangai reincontra l'interprete dell'acquirente cinese, Liu Hua (Tai Ling).
Inizierà dalla futuristica megalopoli un viaggio che porterà l'italiano a vedere da vicino la miseria estrema di alcune campagne cinesi, le condizioni inumane di lavoro di operaie e operai e lo stato di abbandono dei bambini che puliscono le fabbriche e lì vivono. Un viaggio che ha come sfondo il cielo perennemente grigio per il livello di selvaggio inquinamento e una quantità di persone sempre massiccia, caseggiati che ospitano 9000 inquilini e mezzi di trasporto sempre stipati. Questo di Amelio è un film asciutto in cui si sa quasi nulla dei personaggi, entrambi poco loquaci, è un film che a tratti pare essersi costruito da sé, come se l'attenzione del regista si fosse spostata d'un tratto da un argomento all'altro e avesse stabilito di seguire la propria curiosità. Emblematico il personaggio interpretato da Tai Ling che acquista spessore con il progredire della narrazione, ma non si limita a ciò poiché, di fatto, arriva a rubare la scena a Castelitto e riesce a personificare la "stella che non c'è" nel momento della breve separazione dei due protagonisti.
Se il viaggio di un italiano in Cina che scopre contemporaneamente una nazione ignota e se stesso si ammanta di un sovrasenso in quest'epoca di minacce commerciali e disoccupazione (precarietà = facile "dismissione"), ciò che manca è un tirare le somme del viaggio fuori e dentro di sé del personaggio principale. La sottrazine su cui gioca il film è ammirevole: è vero che è poco importante sapere se Vincenzo Buonavolontà abbia o meno coscienza di quale sia l'esito della propria missione, così come sarebbe stato pleonastico motivare il suo pianto. Eppure, pur apprezzando la tensione al minimale nella narrazione emotiva, la sensazione di una mancanza forte resta e si acuisce nel finale del film. La stella che non c'è ha al suo interno spunti notevoli che porterebbero a una riflessione profonda sull'essere umano, il mondo del lavoro e la possibilità di comunicare tra individui. Non sta al film sviscerare questi argomenti, ma avrebbe potuto essere maggiormente incisivo, senza lasciare questo compito alle immagini di una realtà estranea e minacciosa. Se la stella che non c'è è il rispetto per l'essere umano in questa realtà degradata, quella che manca dal punto di vista metacinematografico è un tocco autoriale più deciso.
I lettori hanno scritto 12 commenti
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Lunedì 18 Settembre 2006 [14:54]
- commento Concordo pienamente: un bel film che a un tratto pare decisamente autodeterminarsi ma che manca forse di qualcosa...
- indirizzo IP 213.156.52.98
- data e ora Martedì 19 Settembre 2006 [9:23]
- commento Castellitto non ha più bisogno di conferme, ma la giovane Tai Ling è una vera rivelazione. Confermata la sensibilità di Amelio nel dirigere i "suoi" attori.
- indirizzo IP 83.176.25.8
- data e ora Domenica 24 Settembre 2006 [11:05]
- commento l'ho visto ieri sera e da allora mi chiedo quale sia la stella che manca: la libertà? Concordo con la recensione: il rispetto per la persona!
- data e ora Venerdì 13 Ottobre 2006 [2:22]
- commento Non penso che ha mostrato la vera Cina, neanche la mentalità dei giovani, io me stessa è propria un'intereprete d'italiano di nazionalità cinese, come età di Tai ling, ma tante cose sono diverse
- indirizzo IP 151.52.71.210
- data e ora Venerdì 13 Ottobre 2006 [19:02]
- commento Ciao Rosacina, tu sei cinese?
Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
Queste funzioni sono abilitate soltanto per gli utenti registrati. Si possono votare i film ed esprimere opinioni su registi, attori o su qualunque altro aspetto riguardante le pellicole, si può commentare quanto scritto nelle recensioni e negli articoli e concordare o dissentire. Gli utenti registrati hanno inoltre accesso a molte altre funzioni personalizzate sul sito. Basta un minuto, registrati e fai sentire la tua voce.