Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Buon film, ma non perfetto
Il voto dei lettori
- voto medio
- 1.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 57 lettori
- di Paolo Sorrentino
- dal 14 10 2011
- genere Drammatico
- tipo Road Movie
- Roberta Folatti
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
I Diari della Motocicletta
di Walter Salles
- Dati
- Titolo originale: The Motorcycle Diaries
- Soggetto: Che Guevara - Alberto Granado
- Sceneggiatura: José Rivera
- Genere: Drammatico - Road Movie
- Durata: 126 min.
- Nazionalità: Brasile - Argentina - Perù - Cile - USA
- Anno: 2004
- Produzione: South Fork Pictures, Filfour, Tu Vas Voir Productions, Senator Film Produktion
- Distribuzione: BIM
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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- Sito Ufficiale del Film
- Scheda Internet Movie Database
Il Che on the road
di Stefano Tirelli
Quella di fare un film sul Che è senz'altro una scelta coraggiosa: difficilmente possiamo trovare un tema che sia più facile bersaglio di accuse di strumentalizzazione, faziosità, filocomunismo, anticomunismo, superficialità. Walter Salles (Central do Brasil), con l'appoggio di Gianni Minà si getta nell'impresa, con un salvagente a cui aggrapparsi: il film è basato sui diari di viaggio (Un Gitano Solitario, di Granado e Latinoamericana, di Guevara) e si avvale della consulenza di Alberto Granado. Alberto e Fuser, ancora studente di medicina, partono per un viaggio epocale attraverso tutta l'america latina, entrando in contatto con tutto il male che capitalismo e progresso stanno portando alle popolazioni native. Da queste premesse ci si aspetterebbe un film quasi documentaristico, che si attenga strettamente alla realtà dei fatti documentata nei diari e nelle testimonianze. Invece, la sensazione che la finzione superi la realtà è invece molto spiccata: molte sequenze sembrano uscite da una produzione hollywoodiana e il sospetto che ci sia lo zampino del produttore Robert Redford è molto forte. Tuttavia, se in alcuni casi si scade nella banalità, la retorica è molto lontana dall'opera di Salles e questo è un grandissimo punto di merito: dopotutto parliamo di Che Guevara, abituato a essere stereotipato, ridotto alla piattezza di un'immagine su una maglietta. Il Che con il sigaro invece è ben lontano, non gli viene concesso nemmeno uno slogan, nessuna strizzatina d'occhio; le riflessioni politiche e filosofiche sono limitate a pochi commenti dalla voce fuori campo di Gael Garcia Bernal, che ben rendono l'idea di come doveva essere lo stato d'animo di un giovane a un punto di svolta della sua vita. Questo film ci fa conoscere Ernesto Guevara, un ragazzo sensibile, debole e ancora un po' confuso, ma con un grandissimo senso di solidarietà e altruismo, durante i suoi primi passi nella direzione che lo renderà famoso. Dal punto di vista formale, più che la regia spicca la stupenda fotografia di Eric Gautier, che regala delle immagini davvero stupende degli altopiani cileni e immortala con grande comunicatività i volti sofferenti della gente oppressa. Un film che ha il pregio di raccontare una storia con sincerità e schiettezza, enfatizzando l'aspetto più importante di un leader: la sua profonda umanità. Un unico grande rammarico per quelle poche cadute di stile, che per fortuna non riescono a rovinare completamente un film decisamente sopra la media.
I lettori hanno scritto 13 commenti
- commento Se l'opposto dell'inflessibilità è il buonismo e l'approssimazione, ben venga un po' di durezza, no? Inoltre tutto quello che dici è vero e confermato da questa e altre recensioni. Ciao!
- commento La recensione sottovaluta un pò troppo il film.
- indirizzo IP 200.121.192.136
- data e ora Sabato 27 Maggio 2006 [4:38]
- commento me encanta el che es un way de la ptm!!! me iega q los ignorantes aplen mal de el
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