Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- bel film d'azione, ma della vera domino si vede poco
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 5 lettori
- di Oxide Pang Chun, Danny Pang
- dal 29 01 2010
- genere Azione
- tipo Thriller
- Sara Troilo
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Domino
di Tony Scott
- Dati
- Titolo originale: Domino
- Soggetto: Richard Kelly, Steve Barancik
- Sceneggiatura: Richard Kelly
- Genere: Azione - Thriller
- Durata: 127 min.
- Nazionalità: Francia, U.S.A.
- Anno: 2005
- Produzione: Samuel Hadida, Ridley Scott, Tony Scott
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Data di uscita: 00 00 0000
Vorrei avere i capelli di una cacciatrice di taglie
di Alice Trippolini
Una storia intrigante, quella di Domino Harvey. Perfetta per un biopic con un'attrice giovane e bella, deve aver pensato Tony Scott quando ha comprato i diritti. Figlia dell'attore inglese Laurence Harvey e della modella Pauline Stone, la piccola Domino non è come le altre: dopo aver perso il padre a 4 anni, cresce in collegio e appena può inizia a calcare le passerelle. Tutto sembra promettere una vita luccicante a Beverly Hills, ma Domino si ribella. Smette di sfilare, inizia a disegnare magliette, si trasferisce a San Diego per fare la guardiana di ranch e poi diventa cacciatrice di taglie. In mezzo fa anche la volontaria con i pompieri, impara a usare le pistole e le arti marziali. E per sostenere tutto ciò fa uso di eroina, speed e cocaina. Cosa si vede di questo nel film di Tony Scott Domino? Poca roba.
La confezione è curatissima, basta vedere i titoli di testa, con musica rap a palla e caselle del domino che fluttuano nell'aria. Però la storia è stata molto ripulita, la violenza gratuita rimane politicamente corretta e soprattutto la protagonista assoluta Keira Knightley non ha il carisma e l'impatto visivo per impersonare un personaggio così al limite: non basta un taglio di capelli super e la matita nera sbavata sotto gli occhi a fare un personaggio maledetto dalla vita. Il regista sceglie di utilizzare la narrazione a ritroso, partendo dall'arresto di Domino, messa a confronto con una psicologa (Lucy Liu) criminale che le fa raccontare la storia. Questo faccia a faccia che spezza la narrazione è l'unico e velatissimo accenno all'omosessualità presunta della vera Domino. Ma si sa, le maschiacce vanno bene al cinema solo se sono sexy con gli uomini. L'infanzia e l'adolescenza, che dovrebbero spiegarci perché la figlia bella e ricca di un attore sceglie di cacciare i criminali, scivolano via in pochi minuti. Domino sembra diventare amante delle armi e del brivido per noia. Niente che approfondisca il personaggio e i sentimenti, ma solo parecchie frasi a effetto da scrivere sul diario delle superiori.
La sceneggiatura si concentra sul rapporto di Domino con Ed (Mickey Rourke) l'ex veterano che la fa diventare cacciatrice di taglie, e con l'amico Choco (Edgar Ramirez) scegliendo la strada del triangolo due uomini/una donna. Quello che ne esce è uno sporco e caotico baraccone, con un montaggio velocissimo da videoclip e una fotografia che evidenzia il giallo, il rosso e il nero. Insomma, una ragazza bionda, tanto sangue e il nero della morte e dell'oscurità. Da dimenticare il cameo di Tom Waits, che compare nelle vesti di un santone nel mezzo del deserto, mentre quello di Christopher Walken nei panni di un produttore senza scrupoli è perfetto. Infine, lode agli attori del serial Beverly Hills, che con invidiabile autoironia impersonano se stessi e si fanno allegramente prendere in giro. Il resto sa di già visto.
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