Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Un film lento, amaro, scarnissimo, a cui manca una vera scintilla
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
- di Joel Coen, Ethan Coen
- dal 04 12 2009
- genere Commedia
- tipo Psicologico
- Severino Faccin
- di Sebastian Borensztein
- dal 23 03 2012
- genere Commedia
- tipo Psicologico
- Keivan Karimi
- di Pietro Reggiani
- dal 04 05 2007
- genere Commedia
- tipo Psicologico
- Carlo Griseri
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
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Whisky
di Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll
- Dati
- Titolo originale: Whisky
- Soggetto: Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll
- Sceneggiatura: Gonzalo Delgado, Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll
- Genere: Commedia - Psicologico
- Durata: 95 min.
- Nazionalità: Argentina, Uruguay, Germania , Spagna
- Anno: 2004
- Produzione: Pandora Filmproduktion, Ctrl Z Films, Rizoma Films
- Distribuzione: Kitchen Film
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
- Tutti gli articoli di Roberta Folatti
- Tutti i film di Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll
- Sito ufficiale
Deserto di sorrisi
di Roberta Folatti
In Whisky tutto è volutamente sottotono, spento, dimesso, la quotidianità narrata è così banale e ripetitiva da apparire più vera (e squallida) del vero.
Il sospetto è che i due registi, Juan Pablo Rebella e Pablo Stoll vogliano condurre lo spettatore all'esasperazione, come il protagonista maschile Jacobo sembra determinato a fiaccare, con la sua totale apaticità, la pazienza della pazientissima Marta.
Rinchiusi, quasi mummificati, nel loro angusto mondo fatto di abitudini e gesti sempre uguali, Jacobo e Marta sono rispettivamente il padrone di una sgangherata fabbrica di calze e la sua fidata collaboratrice. Non una parola in più, non uno sguardo vengono sprecati fra di loro, in un'avarizia emotiva esemplare. Che per Jacobo diventa una specie di patologico rifiuto del cambiamento, persino dei miglioramenti, forse della vita stessa ridotta a un mesto succedersi di gesti abitudinari, spogliati di qualunque carica di novità.
Marta si adegua, ma in lei si avverte una timida vena di ribellione, il desiderio di colorare la propria esistenza (espresso indirettamente con gli abiti sgargianti che indossa in vacanza), di sorridere. Sì perchè ciò che manca del tutto nelle vite spente dei due protagonisti è proprio il sorriso, tanto che anche davanti all'obiettivo sono costretti a pronunciare la parola "whisky" (la versione sudamericana dell'europeo "cheese"), per risultare lieti almeno nelle foto.
La decadenza e il grigiore delle loro esistenze trova un triste riverbero nella scenografia: Rebella e Stoll scelgono di mostrare una Montevideo sull'orlo della crisi, dai muri scrostati, le vie trasandate e una vitalità come rappresa.
L'arrivo di Herman, fratello del protagonista, dal Brasile, crea una situazione surreale, che costringe Marta e Jacobo a un'improvvisa intimità, una finta convivenza che potrebbe dare uno scossone al loro formalissimo rapporto. L'uomo infatti non sopporta l'idea di passare del tempo solo col fratello, col quale non ha nessuna confidenza e allora chiede a Marta di fingere di essere sua moglie, in modo da scongiurare qualunque tete-a-tete.
Malgrado il muro di incomunicabilità innalzato da Jacobo, Herman riuscirà a far cadere nel deserto di Marta il seme di una vitalità sconosciuta o repressa, corteggiandola un po', proponendo una vacanza al mare, regalandole semplicissimi gesti di galanteria. Se in Jacobo tutto questo non sembra produrre alcun effetto, lasciandolo abbarbicato alle sue abitudini e alla sua freddezza, Marta avverte un risveglio della sensibilità, suggerito con tenue pennellate dagli autori.
Lo spettatore assite al film logorandosi nell'attesa snervante di un colpo di scena, ma ci saranno solo lievi segnali di un deragliamento... il biglietto che Marta consegna a Herman di partenza per il Brasile e soprattutto la sua assenza ingiustificata sul posto di lavoro, dopo il "regalo" di Jacobo.
Poco per un film esageratamente monocorde (forse anche oltre le intenzioni degli autori), tanto nella stringata, laconica economia della storia.
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