Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Una perplessa ridda del già visto.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 12 lettori
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02 11 2013
Phone
di Byeong-ki Ahn
- Dati
- Titolo originale: Phone
- Soggetto:
- Sceneggiatura:
- Genere: Giallo - Thriller
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: Corea del Sud
- Anno: 2002
- Produzione: Buena Vista South Korea
- Distribuzione: Eagle Pictures Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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- La Scheda su IMDB
Recensione pubblicata il 19 05 2004
Questa recensione è stata letta 15909 volte
Telefoni Bianchi
di Fabrizio Ferrero
Uscito in Corea del Sud nel 2002 e distribuito in Italia solo ora, Phone si inserisce, per similitudine, nell'onda lunga provocata dal filone "jap horror", improvvisamente balzato alla ribalta grazie alla serie di Ringu e alla trasposizione occidentale (per l'esattezza americana, anche se anomala) The Ring. Le analogie con Ringu/The Ring vanno molto oltre, (anche se a volte Phone sembra esserne una sorta di versione annacquata), in effetti il milieu è la leggenda tecno-metropolitana: laddove in Ringu, a farla da padroni erano una videocassetta ed il telefono fisso, in Phone è il telefono cellulare ad essere strumento che annuncia la morte prossima ventura, probabilmente non a caso. Come probabilmente non a caso sia in estremo oriente, sia in Italia esiste una sorta di infantile ed incomprensibile feticismo nei confronti di questo oggetto. Assai banale la trama, quasi un pretesto per rifilare allo spettatore facili sussulti. Ji Won (Ji Won Ha) giornalista perseguitata telefonicamente (c'è da specificarlo?) da un pedofilo da lei smascherato, decide di cambiare il numero del cellulare; da quel momento inizierà a ricevere agghiaccianti chiamate in cui si odono urla e stridori. Messasi ad indagare sui precedenti possessori del numero, scopre che essi sono morti. Un giorno Yeong-ju (Seo-woo Eun), la bambina della sua amica Ho-jeong (Yu-mi Kim) risponde al fatidico telefono subendo un repentino mutamento di personalità che la porterà a mostrare attenzioni fuori dell'ordinario nei confronti del padre, in preda ad una ambigua ed edipica possessione. Nulla di particolarmente originale, insomma, senonché assistiamo ad un a commistione di generi distanti come l'horror ed il melodramma con relativa storia di corna e di amore proibito, generi quasi equamente distribuiti rispettivamente nella prima e nella seconda metà del film: ad un primo tempo "sussultorio", con una disturbante, interminabile serie di squilli telefonici, segue un secondo tempo rarefatto e rallentato, incentrato più sulle vicende sentimentali della liceale scomparsa attraverso lunghi e reiterati flashback, fino al raggiungimento della risoluzione finale. Sarebbe facile abboccare al facile amo della critica all'uso indiscriminato della tecnologia e non penso che fosse intenzione manifesta dell'autore sviluppare un discorso di questo tipo, nonostante si possa arrivare ad odiare il cellulare nel giro delle due ore del film, risultato diverso da quello probabilmente più plausibile: il senso di straniamento che deriva dalla trasformazione in terrorizzante oggetto di morte di un oggetto di uso quotidiano e sociale. Anche se l'ultimissima sequenza ci mostra la protagonista che lancia il telefono in mare. Al di là di queste esigue considerazioni, è la banalità che domina la scena attraverso le solite, scontate soluzioni grandguignolesche ed un uso totalmente kitsch della sonata "Al Chiaro di Luna" di Beethoven e dell'Adagio dalla Quinta di Mahler (che è e rimane Morte a Venezia). Forse Byeong-ki Ahn è più ironico di quanto ci voglia mostrare: un primissimo piano sul diario della liceale ce lo mostra con la copertina coreano/italiano di "Per Voce Sola" di Susanna Tamaro.
I lettori hanno scritto 4 commenti
- commento Il Giappone spacca, anche i timpani. Preferisco il terrore denso e silenzioso à la Dark Water.
- commento Ecco, diglielo a 'sti coreani del menga! Anche a Canes vengono.
- commento Molto bello!!
- indirizzo IP 81.208.83.251
- data e ora Giovedì 06 Ottobre 2005 [16:58]
- commento Insomma... uguale a tutti gli altri... i migliori sono stati "The Ring" e "The Grudge" a livello di salti sulla sedia... ma le trame sono tutte molto scontate e simili tra loro...
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