Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Interessante esordio di Tommy Lee Jones
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 6 lettori
- di Ang Lee
- dal 20 01 2006
- genere Drammatico
- tipo Western
- Nicola Tedeschi
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Le tre Sepolture
di Tommy Lee Jones
- Dati
- Titolo originale: The three burials of Melquiades Estrada
- Soggetto: Guillermo Arriaga
- Sceneggiatura: Guillermo Arriaga
- Genere: Drammatico - Western
- Durata: 115 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2006
- Produzione: Europacorp, Javelina Film Company
- Distribuzione: 01 Distribuition
- Data di uscita: 00 00 0000
Sepolti dal caso
di Riccardo Lupoli
Nel tratto di area desertica che separa il West Texas dal Messico, viene ritrovato il cadavere di Melquiades Estrada, mandriano messicano emigrato negli Stati Uniti per guadagnarsi da vivere. Le circostanze del decesso sono poco chiare e il cadavere, sepolto frettolosamente, è ormai diventato cibo per i coyote. Senza fare alcun tentativo di scoprire l'autore del crimine, le autorità locali trasferiscono il cadavere in una fossa comune del cimitero. Pete Perkins, caposquadra del ranch e miglior amico di Melquiades, decide di andare a fondo e di scovare l'assassino. Lo sceriffo Belmont, svogliato e indolente, non sembra avere nessuna intenzione di aiutare il cow-boy nelle ricerche, cosicché la determinazione del primo si deve scontrare continuamente con l'apatia e la volontà dell'ufficiale di archiviare frettolosamente il caso. Pete riesce comunque a scoprire l'assassino e a giungere ad un'agghiacciante verità: Melquiades è stato ucciso da una guardia di frontiera in circostanze di rivoltante e paradossale casualità. In mancanza di collaborazione da parte della polizia locale, Pete decide di prelevare l'assassino di Melquiades personalmente e di costringerlo a trasportare il cadavere fino al proprio paese natale. Il giovane messicano infatti, quand'era ancora in vita, era riuscito a strappare all'amico la promessa che, nel caso in cui fosse morto, sarebbe stato compito suo riportare il suo corpo in Messico, nel villaggio dove ancora vivono la moglie e i figli. Ha così inizio, per Pete e Mike, l'abulica e violenta guardia di frontiera, un allucinante viaggio verso la terza sepoltura di Melquiades Estrada.
Singolare e folgorante l'esordio di Tommy Lee Jones dietro la macchina da presa, attore e regista di se stesso in questa pellicola che, all'ultimo festival di Cannes, è riuscita a guadagnare due premi di valore come quello per la miglior sceneggiatura e il miglior attore. E in effetti colpisce l'originalità della scrittura di Arriaga, già sceneggiatore dell'ottimo Amores Perros e di 21 Grammi. Dalla cornice desertica a cavallo fra il Messico e il Texas, in cui la natura colpisce per il suo essere incantevole quanto spietata, Arriaga estrapola una storia d'amicizia fra western e road-movie, che si rivela soprattutto attraverso dialoghi semplici e la capacità evocativa dei luoghi ritratti. E' l'immigrazione il grande tema scottante trattato dalla pellicola, una realtà che non si muove né per mare né per via aerea, ma la cui spinta motrice è la forza della disperazione che permette di attraversare il deserto a piedi o tuttalpiù a cavallo, e di raggiungere l'altra sponda del fiume, il Rio Grande, che separa il Messico dagli Stati Uniti. Una realtà spesso soffocata, repressa con la violenza dalla polizia di frontiera, il cui ingrato compito non può curarsi in alcun modo del carico di speranze che provengono dall'altra parte del fiume. Lo sceneggiatore messicano mantiene inoltre il taglio ad incastro che gli è caratteristico, svelando la storia passo a passo, in maniera non lineare e disegnando su misura il personaggio di Tommy Lee Jones. Di quest'ultimo, più che una regia che forse fa pesare qualche lunghezza di troppo, colpisce l'interpretazione sorniona, ruvida, giocata con grande espressività fra silenzi e dialoghi sia in inglese che in spagnolo e per questo premiata anche a Cannes. Fra gli aspetti più interessanti della pellicola c'è sicuramente il confronto di due personalità in forte urto, l'assassino e l'amico del morto, in un territorio neutro, che pone in risalto le difficoltà dei loro vissuti e offre vere e proprie lezioni di vita attraverso i personaggi incontrati. Sia Jones che Arriaga, hanno infatti tenuto a precisare che il paesaggio è un protagonista aggiunto del film, dotato di una primordiale forza d'azione sull'interiorità dei personaggi. Interessante è anche il quadro squallido e desolante offerto della sperduta provincia texana, fatta di un'avvilente quotidianità in cui persino l'avere uno o più amanti diventa una routine alla quale è difficile sfuggire. Certamente tutto pregevole, ma un avviso agli amanti degli animali va fatto: ne stiano alla larga; troppe creature più o meno indifese muoiono più o meno crudelmente e, purtroppo, per loro non è prevista alcuna sepoltura.
I lettori hanno scritto 7 commenti
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Martedì 28 Febbraio 2006 [17:47]
- commento e
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Martedì 28 Febbraio 2006 [17:50]
- commento Senza volerlo ho inserito lettere a caso. Chiedo scusa.
- indirizzo IP 151.52.123.114
- data e ora Martedì 28 Febbraio 2006 [17:52]
- commento Ti sei addormentato sulla tastiera, eh? :)
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Martedì 28 Febbraio 2006 [18:24]
- commento Magari!!! Ci ho appoggiato sopra un raccoglitore...
- indirizzo IP 151.38.135.241
- data e ora Martedì 28 Febbraio 2006 [18:38]
- commento e il raccoglitore stava scrivendo JODA! e' un segno! i raccoglitori ti parlano, come i cornflakes a Gonzo!
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