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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

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  • 3.5/5
  • valutazione
  • La cronaca della strage di Monaco, proietta uno Steven Spielberg oscuro e pessimista tra i protagonisti della notte degli Oscar.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.9/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 13 lettori
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Info

Munich

di Steven Spielberg

 
    Dati
  • Titolo originale: Munich
  • Soggetto: George Jonas (libro "Vendetta")
  • Sceneggiatura: Tony Kushner, Eric Roth
  • Genere: Drammatico - Storico
  • Durata: 2h 44m
     
  • Nazionalità: USA
  • Anno: 2005
  • Produzione: Universal Pictures, DreamWorks, Flashback Production
  • Distribuzione: UIP
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

La vendetta è servita

di Emanuel Perico

Steven Spielberg ci ha ormai abituati ai suoi repentini cambi di registro, alternando film confezionati per il grande pubblico e pellicole più difficili e scomode, soprattutto per i temi trattati. Ha corso molto, il regista di Duel, per terminare Munich in tempo per gli Oscar®, aggiudicandosi addirittura 5 candidature (regia, film, montaggio, colonna sonora e sceneggiatura non originale), ma ha corso soprattutto contro il giudizio del pubblico e della critica, viste le polemiche che ha scatenato l'uscita della pellicola. Ma tutto ciò non gli ha comunque impedito di raccontare una storia tanto raccapricciante quanto terribilmente attuale, distribuita quasi in sordina e priva (per decisione dello stesso regista) di alcun appoggio promozionale.
A seguito del massacro alle Olimpiadi di Monaco del 1972, un ex agente del Mossad israeliano viene spedito in giro per il mondo insieme ad un piccolo commando di spaesati personaggi con il compito di eliminare i presunti mandanti dell' azione terroristica. Pian piano i personaggi da impavidi guerrieri mossi da un ferreo senso patriottico, si trasformano in spietati killers pronti a qualunque cosa pur di vendicare i loro conterranei trucidati.

Un gioco al massacro, in bilico tra verità e sospetti, che Spielberg conduce con la consueta maestria soprattutto nelle scene d'azione, dove la tensione è ai limiti del sopportabile. Sempre sensibile e mai eccessivo, anche nelle inquadrature più complicate e crude, il regista traccia con precisione chirurgica il profilo del protagonista che parte da uno scopo che ritiene nobile, ma viene poi risucchiato in una spirale di violenza che gli farà perdere di vista la propria dimensione di uomo-padre-marito, eclissatasi dietro alla maschera sanguinaria del vendicatore.
Il titolo del romanzo di Gorge Jonas da cui Steven Spielberg prende ispirazione per il suo Munich, è Vengeance, ovvero "vendetta".  Questa parola riecheggia nella mente dello spettatore per tutta la durata del film mentre nessuno vince, ma tutti perdono qualche cosa. Emblematica la frase recitata dal primo ministro israeliano Golda Meir (interpretata da Lynn Cohen) dopo la strage di Monaco:"Ogni civiltà scopre che è necessario negoziare i suoi più alti valori con molti compromessi" e ci chiediamo se sia giusto o no vendicarsi per un torto subito, per quanto grave possa essere, nel nome della giustizia. Perché cambiando il punto di vista, ci si accorge che la vittima può diventare carnefice e viceversa.
Munich strizza l'occhio anche al potere dei media e a come da allora, dopo quel massacro in mondovisione, la televisione sia diventata un mezzo per diffondere angosce e paure, pronta a strumentalizzare le disgrazie in nome dell'audience. A parte qualche incoerenza (ad esempio i flashback del protagonista Avner che non era presente sulla scena dell'attentato), il film si mantiene sempre ad un livello molto elevato (merito anche della sceneggiatura scritta dal premio Pulitzer Eric Roth), a partire dalla splendida fotografia dai colori sgranati in perfetto stile poliziesco anni '70,  per continuare con il cast che vede un Eric Bana dai toni misurati ma anche Geoffrey Rush inappuntabile nelle vesti del capo dei servizi segreti israeliani, Mathieu Kassovitz, Daniel Craig (che prossimamente vestirà lo smoking di James Bond) e Ayelet Zurer (Daphna, moglie di Avner). La colonna sonora è firmata da John Williams, che peraltro è in nomination anche per Memorie di una geisha. Chiude il film un'inquadratura da brivido delle Torri Gemelle, a ricordare che tutto ciò che abbiamo visto per noi è storia, ma per i popoli di Israele e Palestina odio e morte sono film che vanno ancora in scena ogni giorno,  e per le strade, ormai da anni.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 7 commenti

 
 
utente
fabio78
  • indirizzo IP 151.100.100.182
  • data e ora Giovedì 16 Febbraio 2006 [13:12]
  • commento La 1a parte è un riuscitissimo omaggio alle spy story anni70,ritmo dialoghi serrati e violenza.ma nella 2a parte il film si sfilaccia e si ripete,cmq bravo e coraggioso s.spielberg
 
 
 
 
 
utente
10carlo
  • indirizzo IP 87.3.40.150
  • data e ora Sabato 18 Febbraio 2006 [15:20]
  • commento Francamente non è un film che rivedrò. Ben confezionato, fotografia e tecnica cinematografica interessanti, ma che Spielberg sappia girare non lo si scopre certo adesso. Il problema con Steven è secon
 
 
 
 
 
utente
10carlo
  • indirizzo IP 87.3.40.150
  • data e ora Sabato 18 Febbraio 2006 [15:21]
  • commento secondo me sempre il solito, ovvero l'incapacità totale di percorrere un punto di vista unitario, magari freddo e cinico, ma di dover si sempre barcamenare per trovare spiegazioni morali e "salvare"
 
 
 
 
 
utente
10carlo
  • indirizzo IP 87.3.40.150
  • data e ora Sabato 18 Febbraio 2006 [15:24]
  • commento i suoi protagonisti. C'è sempre una morale, ci sono sempre dei buonismi che prima o poi emergono, insomma, un film anche coraggioso (come dice Fabio '78), ma solo per 90 minuti, prima di quella lunga
 
 
 
 
 
utente
10carlo
  • indirizzo IP 87.3.40.150
  • data e ora Sabato 18 Febbraio 2006 [15:25]
  • commento e interminabile coda in cui il film sembra non terminare mai.
 
 
 
 
Pagine: 1 2
 
 
 
 
 
 
 
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