Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Di nuovo un film tedesco che assomiglia molto a un prodotto televisivo
Il voto dei lettori
- voto medio
- 0.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 153 lettori
- di Sean Penn
- dal 25 01 2008
- genere Drammatico
- tipo Biografico
- Lorenzo Morganti
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
La rosa bianca - Sophie Scholl
di Marc Rothemund
- Dati
- Titolo originale: Sophie Scholl - Die Letzten Tage
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Fred Breinersdorfer
- Genere: Drammatico - Biografico
- Durata: 117 min.
- Nazionalità: Germania
- Anno: 2005
- Produzione: Broth Film, Goldkind Filmproduktion
- Distribuzione: Istituto Luce
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
- Tutti gli articoli di Roberta Folatti
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- Il sito ufficiale in tedesco
Gli ultimi giorni di una ragazza normale
di Roberta Folatti
Basato sui documenti originali della Gestapo, resi pubblici solo nel 1990, La Rosa Bianca - Sophie Scholl è un film austero nella ricostruzione storica, ma molto improntato sull'emotività dei personaggi. La vicenda narrata riguarda gli ultimi sei giorni di vita di Sophie Scholl che, con il fratello Hans, venne arrestata il 18 febbraio 1943 mentre diffondeva volantini antinazisti presso l'Università di Monaco.
La Rosa Bianca era un'associazione di studenti che si opponevano alla guerra e a Hitler, cercando di diffondere pacificamente idee contrarie al delirio espansionistico del dittatore tedesco che portava alla morte decine di migliaia di giovani soldati. La figura di Sophie, giovanissima, piena di vita e di curiosità, per niente votata al martirio, colpisce per la maturità con cui affronta una situazione così drammatica, iniziata forse con un pizzico di incoscienza.
Il fulcro del film sta nell'interrogatorio condotto da Robert Mohr ad una Sophie affatto intimorita, che dapprima nega ogni addebito quasi con divertita baldanza, e quando si rende conto che le prove contro di lei sono inequivocabili, si assume tutte le colpe cercando di proteggere il fratello e gli amici.
Mohr, un vero professionista, rimane in un certo senso soggiogato da quella ragazza, capace di tenergli testa con tanta fierezza.
Il sottile gioco psicologico che si instaura fra i due è avvincente e l'ufficiale nazista, alla fine, offrirà a Sophie Scholl una via d'uscita, attraverso la quale, rinnegando le propprie idee, potrebbe evitare la condanna a morte.
Il regista tedesco Marc Rothemund, autore di film televisivi di successo, ha svolto un accurato lavoro di indagine insieme al suo sceneggiatore, intervistando alcuni testimoni chiave ancora in vita che conobbero la protagonista o che furono sottoposti agli interrogatori di Robert Mohr.
Altre pellicole avevano raccontato le vicende dell'associazione La Rosa Bianca, ma quella di Rothemund è la prima che si concentra sulla figura di Sophie. "Il nostro film - ha spiegato lo stesso regista - segue la protagonista all'interno del suo turbolento viaggio emotivo verso la morte, per la durata di cinque giorni. Risulta evidente il modo in cui il personaggio di Sophie si arricchisce e cresce, anche sotto le pressioni delle responsabilità che si assume".
Mentre i momenti del lungo interrogatorio sono descritti con sufficiente realismo e un necessario distacco, il successivo processo di fronte alla Corte Popolare di Giustizia appare forse un po' troppo spettacolarizzato e le ultime ore della ragazza premono eccessivamente sul tasto del sentimentalismo.
La Rosa Bianca è stato premiato al Festival di Berlino 2005 per la miglior regia e la miglior interpretazione femminile. Un giudizio poco condivisibile per ciò che riguarda la direzione del film. Julia Jentsch, una Sophie Scholl fremente e al tempo stesso controllata, offre invece una prova superba, di grande immedesimazione, dimostrando che recitare questo ruolo le è servito anche per una sua riflessione personale. "La questione del coraggio civile riaffiora spesso - dice l'attrice - Sophie ci obbliga a chiederci come ci comporteremmo. Agiamo veramente sempre in coscienza? Quanto saremmo disposti a rischiare in nome degli ideali?".
E' vero, il film mette di fronte a questi interrogativi, costringe a confrontarsi con le proprie convinzioni, a ipotizzare gesti di coraggio che oggi non ci vengono richiesti, almeno non a questi livelli. Ma forse si può essere coraggiosi e coerenti anche di questi tempi, nuotando un poco controcorrente...
I lettori hanno scritto 32 commenti
- indirizzo IP 151.41.141.189
- data e ora Domenica 12 Febbraio 2006 [10:45]
- commento il film spiega molto bene l'ideologia, del tempo
- indirizzo IP 151.41.141.189
- data e ora Domenica 12 Febbraio 2006 [10:47]
- commento ma un po noioso
- indirizzo IP 151.41.141.189
- data e ora Domenica 12 Febbraio 2006 [10:47]
- commento ma un po noioso
- indirizzo IP 80.182.31.56
- data e ora Mercoledì 15 Febbraio 2006 [17:50]
- commento meglio un insoportabile dolore che un insensibile vivacchiare
- indirizzo IP 87.2.64.194
- data e ora Venerdì 24 Febbraio 2006 [21:32]
- commento Non è affatto sentimantale!Dal film emergono i ritratti di xsone cui il senso religioso permise d vivere la realtà intensamente,di fare incontri decisivi e d crescere nella certezza e nella speranza!
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