Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Horror di buona fattura con protagonisti all'altezza.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 3 lettori
- di Scott Derrickson
- dal 07 10 2005
- genere Drammatico
- tipo Horror
- Riccardo Lupoli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Dark Water
di Walter Salles
- Dati
- Titolo originale: Dark Water
- Soggetto: Koji Suziki
- Sceneggiatura: Rafael Iglesias
- Genere: Drammatico - Horror
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2005
- Produzione: Touchstone Pictures
- Distribuzione: Buena Vista International Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
Dark Wonder
di Riccardo Lupoli
Dahlia Williams, è una madre single che sta tentando di rifarsi una vita; viene infatti da un matrimonio burrascoso in cui ha dovuto subire il tradimento dell'ex marito e ora si ritrova in un'asprissima battaglia per ottenere l'affidamento della figlioletta Ceci. Nel tentativo di sfuggire a queste vicissitudini, Dahlia va alla ricerca di un'appartamento nel quale trasferirsi con Ceci.
Lo trova, in uno squallido condominio all'interno di un comprensorio di Roosvelt Island, nella periferia estrema di New York. Nonostante la fatiscenza dell'edificio, ci sono alcuni aspetti che convincono Dahlia e la figlia a prendere l'abitazione in affitto: le elementari, fra le migliori della città, si trovano a pochi isolati di distanza e nonostante tutto Roosvelt Island è ben servita dalla teleferica e dalla metropolitana newyorkesi.
Tutto questo suscita l'ira dell'ex marito di Dahlia, Kyle, che vorrebbe la figlia con sé ed è pronto ad iniziare la guerra con gli avvocati. Tuttavia, ulteriori insidie attendono Ceci e la sua mamma: il nuovo appartamento non offre loro la protezione desiderata. Misteriosi rumori provengono infatti dal piano superiore e dal desolato serbatoio sul tetto, l'ascensore è in rovina e sinistre macchie d'acqua scura si manifestano nell'abitazione.
Ma l'inquietudine di Dahlia giunge al culmine quando Ceci dice di avere dei contatti con un'altra bambina e gli episodi allarmanti avvengono con maggiore frequenza. Dahlia si ritrova così a dover proteggere la propria bambina da pericoli ignoti, mettendo a dura prova la propria resistenza psicologica mentre l'acqua scura si chiude intorno a loro.
Dopo il cinema d'impegno civile (Central do Brasil, I diari della motocicletta e persino una parentesi coproduttiva con City of God) il brasiliano Walter Salles si dedica così al remake dell'horror giapponese per una major.
Detto così non suonerebbe proprio ammirevole, tuttavia i risultati di questo passaggio non lasciano spazio a molte congetture, sono indubbiamente positivi. Da un costola di The Ring, simile nello schema e in parte nella trama, nasce questo nuovo capitolo dell'asse giappo-hollywoodiano che, rispetto ai predecessori, punta su un taglio forse meno appariscente ma più oscuro, su un tetro equilibrio fra svelato e non svelato. Salles, per sua stessa ammissione, è uno che si è studiato il primo Polansky, il Kubrick di Shining e Tourneur cercando di coglierne la lezione su luoghi e forme del terrore; il paragone è ovviamente azzardato, ma il suo film riesce comunque a trovare la propria forza nella capacità di creare atmosfere degne di nota per non rasentare mai l'eccesso, pervase da continui diluvi di acqua torbida e presenze in chiaroscuro.
Personaggi e dialoghi ben scritti, fotografia molto curata e trafila emozionale che spazia fra l'attesa e la suspence per situazioni che sono ascritte alla normalità ma che nello stesso tempo si discostano da essa, risvegliando il comune senso della quotidianità sotto un'altra luce; tutto ciò contribuisce a creare un prodotto di buona qualità nonostante il destino segnato da blockbuster.
Dark Water si avvale inoltre di una discreta gamma di sottotemi affrontati senza troppe pretese ma con sufficiente credibilità: il divorzio, l'abbandono di minori, la difficoltà di vivere nei casermoni in serie della periferia di New York; così come il rapporto fra madre e figlia, centro nevralgico di tutto il racconto, posto dell'anima in cui convergono ansie, paure e tenerezze di Dahlia-Jennifer Connelly, trentenne protettiva con passato da figlia ripudiata.
Un plauso a quest'ultima va senz'altro attribuito, poiché in tutto il suo maledetto splendore dà corpo ad un'interpretazione misurata nei suoi spasimi, al riparo da fronzoli ed esuberanze da bambolona.
Così pure per gli abili caratteristi: John C. Reilly, amministratore in perenne fuga da tutto ciò che assomigli al lavoro e Pete Postlethwaite, misterioso portiere tuttofare con faccia da emerito cattivone.
Discorso a parte per Tim Roth, con lui, si sa, si va sempre sul sicuro.
Da oggi in poi, se ci sono infiltrazioni d'acqua scura sul soffitto, è il caso di iniziare a preoccuparsi.
I lettori hanno scritto 5 commenti
- indirizzo IP 62.101.126.208
- data e ora Domenica 09 Ottobre 2005 [18:20]
- commento Bella rece,quasi quasi vado a vederlo..
- indirizzo IP 151.37.166.52
- data e ora Martedì 25 Ottobre 2005 [23:20]
- commento Elegante, oscuro, (letteralmente), essenziale, forse superiore al Nakata.
- indirizzo IP 62.101.126.208
- data e ora Mercoledì 16 Novembre 2005 [21:59]
- commento Mi aspettavo meglio.. Riccardo ma quanti film horror hai visto nella tua vita..?.. ;-)
- indirizzo IP 81.208.106.77
- data e ora Mercoledì 16 Novembre 2005 [22:38]
- commento L'ultimo credo sia stato "La machera di cera" in dvd, in compagnia di un fan di SmackDown. :)
- indirizzo IP 62.101.126.208
- data e ora Giovedì 17 Novembre 2005 [10:40]
- commento beh quello è un bel film horror da tre stelle piene..
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