Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Seven swords for a better tomorrow
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 43 lettori
- di Kim Eui-Suk
- dal
- genere Azione
- tipo Arti Marziali
- Stefano Tirelli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Seven Swords
di Tsui Hark
- Dati
- Titolo originale: Seven Swords
- Soggetto: Tsui Hark, Cheung Chi-Sing, Chun Tin-Nam
- Sceneggiatura: Tsui Hark, Cheung Chi-Sing, Chun Tin-Nam
- Genere: Azione - Arti Marziali
- Durata: 144'
- Nazionalità: Hong Kong
- Anno: 2005
- Produzione: Lee Joo-Ick, Hark Tsui, Cheng Yun, Ma Zhong-Jun
- Distribuzione: Medusa
- Data di uscita: 00 00 0000
I magnifici sette samurai
di Sara Troilo
Il nuovo film di Tsui Hark e' un pout-pourri. Il western di Sergio Leone e il vuxia, i maestri di arti marziali e i cattivi punk, le inquadrature ampie e lente e i primi piani concitati dei combattimenti sono solo alcuni dei suoi ingredienti. La densita' narrativa e' la struttura portante di questo Seven Swords che non puo' sciogliersi nei 144 minuti della sua durata dal momento che mette in scena piu' personaggi di quanti ne possa approfondire e piu' storie di quante se ne possano cogliere; il film ha infatti un finale che promette almeno un paio di sequel, probabilmente molti di piu'.
Siamo nella Cina del 1600, quella in cui i Manciuriani hanno fondato la dinastia Ching e imperano su tutto il paese, un editto vieta la pratica delle arti marziali e un terribile guerriero, Vento di Fuoco, fa rispettare la disposizione a suon di teste mozzate. Vento di Fuoco non batte ciglio di fronte a donne e bambini, li decapita senza darsi la minima pena e ha al proprio fianco una banda di sterminatori vestiti di nero e truccati come rockstar. A difesa di un villaggio di contadini ferrati in arti marziali vengono assoldate le sette spade del titolo. Dal primo istante il ritmo incalza, la macchina da presa segue da vicino gli sgozzamenti e fa la sua entrata in scena uno scudo rotante dotato di lame molto suggestivo. Dal primo istante si ha la certezza di non essere finiti nell'Arcadia visiva che confeziona compiti precisi con tutti i colori brillanti, gli abiti splendenti, i duelli aerei interminabili e i balletti-combattimenti pressoche' identici. Lontani dai primi banchi di Zhang Yimou e Ang Lee, noiosi primi della classe, sempre puliti e pettinati, con il sorriso di chi e' preparato in ogni materia, Tsui Hark e' quello intelligente che studia la meta' degli altri e ottiene gli stessi risultati, ma indossa magliette stropicciate e il suo banco e' pieno di libri e quaderni. A differenza di Hero e del suo clone La foresta dei pugnali volanti dove sembra di stare a guardare una voliera piena di passerotti rissosi che spiegano le ali e si picchiano appena possono, gli effetti speciali ci sono, ma sono molto contenuti e le riprese agitano il tutto diventando frenetiche durante le scene di violenza.
Il caos impera a partire dalla trama, fitta e intricata, colma di personaggi (numerosi) che non hanno nemmeno il tempo di rendersi riconoscibili in pieno, la cui caratterizzazione e' solo accennata, mentre le vere protagoniste del film sono le spade, ognuna diversa e potente, una volta in scena la riempiono tutta. Come nella tragedia eschilea dei sette contro Tebe in cui gli scudi mettevano in ombra anche i guerrieri pur nel loro voler sottolineare l'attitudine di ognuno, cosi' in Seven Swords le magnifiche spade non conoscono rivali al punto che riescono a colmare i buchi di sceneggiatura, forse dovuti anche ai tagli (pare che nella versione cinematografica manchino alcuni minuti). Il limite delle sette spade di Hark e' infatti proprio la densita' della storia, troppo costretta in quei minuti e ricca di spunti e potenziali diramazioni narrative che restano di fatto mere possibilita' e non diventano altro. Eppure emergono, intatte, la grazia e la forza del regista che non lasciano tregua con l'azione nemmeno nelle scene piu' liriche e accorate come quella strappacuore in cui vengono abbandonati i poveri cavalli. Non c'e' tempo per farsi domande, ne' ce n'e' per annoiarsi, divertente e appassionante scorre il film di Tsui Hark mostrandoci un altro modo di rendere l'epica, un modo che non prevede il patinato e che si sporca nella commistione di generi e di stili espressivi.
I lettori hanno scritto 20 commenti
- commento i film in questione fanno esplicito riferimento e dai quali proviene lo stesso Tsui Hark? In tal caso si. E mi piacciono anche le casette per uccelli, i pollai,... :)
- commento No no, è prima fascista che noioso, somiglia più a Storace che a Gasparri.
- commento Boh, Tino, non lo so, Seven Swords non l'ho visto. La Tigre e il Dragone non mi fece impazzire e personalmente faccio parte di quel pubblico che è un po' stanco di vedere tre wuxia al mese.
- commento magari dopo averlo visto in dvd torno qui e ti rispondo.
- commento Io pure sono stanco di tre wuxia al mese così come di tre supereroistici al mese così come di tre remake di telefilm al mese, etc. etc. E nemmeno considero La Tigre e il Dragone un capolavoro...
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