Il voto del redattore
- voto
- 1.5/5
- valutazione
- Omicidi in saldo
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 18 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Nella mente del serial Killer
di Renny Harlin
- Dati
- Titolo originale: Mindhunters
- Soggetto: Wayne Kramer
- Sceneggiatura: Wayne Kramer, Kevin Brodbin
- Genere: Azione - Poliziesco
- Durata: 106 min.
- Nazionalità: Finlandia, Gran Bretagna, Olanda, U.S.A
- Anno: 2005
- Produzione: Avenue Pictures Productions, Dimension Films, Intermedia Film Equites LTD. e altri
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Data di uscita: 00 00 0000
Inutile profilo di gruppo
di Stefano Re
Quando, nella prima metà degli anni '80, venne avanzata la proposta di creare una unità che si occupasse a tempo pieno di stilare profili comportamentali dei criminali violenti, l'idea non piacque granché alle alte sfere della polizia federale americana. A distanza di trent'anni la professionalità e le capacità dei profiler dell'FBI sono diventate un fiore all'occhiello del Bureau. Riconosciuto, invidiato e recentemente anche imitato da molte polizie nel mondo.
Purtroppo ogni circostanza ha anche dei lati negativi.
Una delle sciagure conseguenti al successo di questo strumento investigativo è l'insopportabile proliferare di produzioni letterarie, televisive e cinematografiche che ha proiettato una immagine del profiler a mezza via tra un veggente esaltato e un imbattibile supereroe. A questa triste saga appartiene anche Nella mente del Serial Killer l'ultimo sforzo di Renny Harlin (Cliffhanger, Duro a Morire 2, L'esorcista - la genesi).
Un'improbabile esercitazione con colpo di scena introduce la storia, che vede un gruppo di selezionati aspiranti profiler dell'FBI inviati su un'isola deserta per un weekend full immersion di simulazione di indagine.
Qui, isolati dal resto del mondo, tra manichini e scenografie, essi dovranno analizzare la scena di un crimine simulato e tracciare il profilo del potenziale sospetto.
Ovviamente, le cose non vanno come previsto e ben presto di scene del delitto se ne presentano più del dovuto, man mano che gli esaminandi vengono accoppati da trappole mortali sistemate per loro da un misterioso assassino.
Come sempre accade in questi casi il sospetto li metterà l'uno contro l'altro: puntandosi l'un l'altro le pistole, con gli occhi sgranati e le fronti corrucciate nel tentativo di indovinare la prossima mossa dell'assassino e la sua identità, i protagonisti verranno eliminati uno ad uno nella parodia involontaria di un sanguinario grande fratello.
Ovviamente il killer non è mai chi sembra e come ci insegna Highlander, alla fine ne resterà soltanto uno.
Se la trama non vi pare terribile, subito sorgono altri inquietanti particolari ad aggravare la situazione. Viene da domandarsi, ad esempio, come mai uno degli aspiranti profiler sia un disabile su sedia a rotelle. Pur ammettendo una legislazione apposita la cosa suona molto strana visto che l'FBI è pur sempre una polizia e l'idoneità fisica crediamo sia tra i requisiti sia per entrarvi che per rimanervi, tuttavia non possiamo esserne sicuri e quindi prendiamo tutto per buono.
Ci si domanda anche come sia possibile che quasi tutti siano più o meno ossessionati da qualche terribile evento, e anche perché - una volta assodato che l'edificio in cui si radunano è disseminato di trappole - non si spostino tutti quanti in mezzo ad un prato ad aspettare tranquillamente il lunedì e gli elicotteri che verranno a riprenderli.
Non bastano i tentativi di recitare in modo accettabile di un po' tutti i protagonisti (tra cui un ridanciano Christian Slater oramai neppure buono come ombra di Adso da Melk, un appesantito Val Kilmer, un monoespressivo LL Cool J e un Clifton Collins Jr. disabile il cui sorriso sghembo era perfetto in Traffic) a far dimenticare la sfilza di trappole assurde, di dialoghi scontati e caricaturali, di omicidi tanto efferati quanto inverosimili, di finti colpi di scena a raffica che dovrebbero depistare lo spettatore, e invece lo annoiano.
In sintesi, Nella mente del Serial Killer offre zero tensione, una trama inconcludente e luoghi comuni a non finire. Da vedere al massimo in televisione, se proprio non avete di meglio da fare. Con tanta birra.
I lettori hanno scritto 11 commenti
- indirizzo IP 87.1.19.150
- data e ora Giovedì 24 Novembre 2005 [21:23]
- commento Fabrizio, che non conosco, per la sua nota spontanea. Non ce n'era bisogno, Fabrizio, anzi, la prossima volta diamo libero sfogo a questi cinefili, dai quali non si smette mai di imparare.
- indirizzo IP 151.37.242.3
- data e ora Giovedì 24 Novembre 2005 [22:30]
- commento Oh, prego. Fabrizio è un redattore allergico ai cafoni, figura folcloristica tipica di questo paese. Oltretutto senza guinzaglio.
- indirizzo IP 151.37.23.46
- data e ora Venerdì 08 Settembre 2006 [13:50]
- commento Ho visto ieri sera il film: bello anche se alcune scene sono poco realistiche.
- indirizzo IP 212.210.221.68
- data e ora Lunedì 27 Novembre 2006 [10:30]
- commento Non dico sia proprio il max, però di momenti di tensione ce ne sono parecchi... oltre a ciò se in un film si vanno a cercare le vie di fuga allora... ne resterebbero in piedi ben pochi!!! Ciao
- indirizzo IP 82.59.45.209
- data e ora Venerdì 05 Gennaio 2007 [18:17]
- commento a me qst film è piaciuto molto soprattutto xkè era ricco di tensione
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