Storia della prima visita di un sovrano inglese nelle ex colonie ribelli degli Stati Uniti. Con all'orizzonte la Seconda Guerra Mondiale.
Il voto del redattore
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- 3.5/5
- valutazione
- Una commedia che ci fa fare un salto nelle Storia, nel privato di uno degli uomini più potenti del mondo.
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A Royal Weekend
di Roger Michell
- Dati
- Titolo originale: Hyde Park on Hudson
- Soggetto: Tratto dall'omonimo dramma radiofonico
- Sceneggiatura: Richard Nelson
- Genere: Commedia - Storico
- Durata: 94 min.
- Nazionalità: U. K.
- Anno: 2013
- Produzione: Daybreak Pictures, Film Four, Free Range Films
- Distribuzione: Bim Film
- Data di uscita: 10 01 2013
Tutte le donne del Presidente
di Roberta Folatti
Richard Nelson, l'autore della sceneggiatura, l'ha conosciuta. Per un breve istante ha avuto - l'opportunità di osservare il mondo coi suoi occhi innocenti -. Perchè Daisy, benchè sia stata per anni l'amante del Presidente Roosevelt, ha mantenuto sino alla fine la sua ingenuità. Una sorta di purezza infantile, una totale assenza di malizia. Fu proprio questo probabilmente che affascinò il quattro volte Presidente degli Stati Uniti, il quale amava trascorrere il tempo libero con lei, sgombrando la testa dai problemi, riacquistando serenità con giri in auto e lunghe passeggiate nei boschi in sua compagnia.
Franklin Delano Roosevelt fu uno dei personaggi più carismatici del '900, prese decisioni così importanti da cambiare il corso della storia mondiale. Tra esse, quella al centro del film diretto da Roger Mitchell che riguardava i destini dell'Inghilterra alle prese con le mire espansionistiche di Hitler. In un weekend si giocò la salvezza del Paese che aveva un disperato bisogno dell'aiuto militare americano.
Il re balbuziente e la regina, inviati dall'Inghilterra per convincere Roosevelt, riuscirono a sciogliere la diffidenza con cui erano guardati negli Stati Uniti conquistandosi la simpatia e la solidarietà del Presidente. Il bello del film è la sovrapposizione arguta, anticonvenzionale, ironica tra la dimensione pubblica e privata dei protagonisti e in parallelo tra registro drammatico e umoristico. L'idea vincente di Roger Michell è che il weekend cruciale per i destini del mondo sia visto con gli occhi ingenui di Daisy - cugina alla lontana di Roosevelt ma sua intima amica e confidente. La donna, morta a cent'anni, ha lasciato un baule di lettere che testimoniano la sua vicinanza con l'uomo più potente del mondo.
A dire il vero la sceneggiatura si lascia tentare dal boccone troppo ghiotto e si inventa dettagli, soprattutto sulla coppia reale inglese, che Daisy non avrebbe potuto conoscere, venendo dal chiuso delle loro stanze. Però la donna era davvero a stretto contatto col Presidente, anche se dovette inghiottire un boccone estremamente amaro durante quel complicato weekend.
La loro relazione nacque come un'amicizia, sempre più affiatata. Roosevelt si abituò alla presenza di quella figura discreta, educatissima, che non chiedeva mai nulla per sé. E non riuscì più a farne a meno. Il tempo trascorso con lei gli divenne indispensabile, anche se aveva una moglie, Eleanor e una madre ingombrante che lo accudiva come fosse un ragazzino. Malgrado il suo ruolo pubblico e il fatto che fosse spesso sotto i riflettori, Roosevelt amava tenere unita la sua "strana" famiglia che comprendeva anche altre figure femminili, come si scoprirà nel finale, in un colpo di scena architettato ad arte.
La rivelazione per Daisy fu uno schiaffo violentissimo, immersa com'era in un'idea di amore romantico e in una visione idilliaca del "suo" Presidente. Ma il contrasto, a tratti molto divertente, fra la semplicità di quella donna mite e l'enormità delle vicende che si stavano dipanando dentro e fuori la residenza dei Roosevelt rafforza il fascino di questa raffinata commedia. Il weekend coi reali inglesi ebbe il suo culmine nel cosiddetto "picnic dell'hot dog", rimasto nella storia perché rese più umani il re e la regina agli occhi degli americani grazie a uno stratagemma "gastronomico".
Addentare un panino con salsiccia significò avvicinarsi allo spirito di quel popolo che avrebbe dato un contributo essenziale alla sconfitta di Hitler. Bertie il balbuziente e sua moglie superarono il ritegno reale facendo un gran favore all'Inghilterra. E Daisy assistette a tutto questo dalla tavola presidenziale, riprendendosi quel ruolo così clamoroso e al tempo stesso defilato che Roosevelt aveva voluto assegnarle. Con sguardo stupito, incredulo anche se a quel punto molto più consapevole
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