Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Seconda prova per Jeff Nichols, che supera a pieni voti e si conferma come uno dei più interessanti cineasti in circolazione. Un consiglio: cercate riparo!
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 0 lettori
- di Nicolo Donato
- dal 02 07 2010
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Papupop
- di Francis Ford Coppola
- dal 20 11 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Antinoo
- di Marc Forster
- dal 28 03 2008
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Elena De Dominicis
- di Michael Haneke
- dal 30 10 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Severino Faccin
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Take Shelter
di Jeff Nichols
- Dati
- Titolo originale: Take Shelter
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Jeff Nichols
- Genere: Drammatico - Psicologico
- Durata: 120 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2012
- Produzione: Grove Hill Productions, Hydraulx, Strange Matter Films
- Distribuzione: Movies Inspired
- Data di uscita: 29 06 2012
Pescatore di tornado
di Emanuel Perico
Piccola premessa: provo
sempre una strana sensazione, come di impotenza, quando esce un film che mi
interessa vedere e mi accorgo, con rammarico, che non lo proiettano in nessuna
sala nelle vicinanze. Mi trovo quindi a dover combattere tra l’illegalitá o
l’attesa. Lasciarsi sopraffare dal senso di colpa (come quando tua madre entra
all’improvviso in cameretta, in piena esplosione ormonale in balia dei primi
pruriti adolescenziali) o aspettare mesi l’uscita in DVD senza avere comunque
la certezza di poterlo vedere (la distribuzione in Italia é sempre
un’incognita). Per questo devo fare un ringraziamento speciale ad un noto
portale dedicato al cinema (che in italiano suona un po’ come “MieiFilms”) che
ha proposto in streaming la sorprendente pellicola di Jeff Nichols, permettendomi cosí di scrivere queste righe. Take
shelter parte come un classico psycho-thriller: Curtis
LaForche (Michael Shannon) conduce
una vita tranquilla e dimessa nella sua casa in Ohio, con la moglie Samantha,
la figlia sordomuta Hannah e l’immancabile cane. Un lavoro come operaio, al limite della noia, gli
consente appena di sbarcare il lunario e di pagare le spese per l’assistenza
sanitaria.
Un bel giorno Curtis inizia ad avere delle allucinazioni: vede tremende tempeste avvicinarsi e come se non bastasse, comincia a fare terribili incubi notturni. Inizialmente cerca di tenere la cosa segreta (dando la colpa a qualche bizza genetica, visto che la madre è ricoverata in un ospedale psichiatrico). Ma quando le crisi si fanno sempre più frequenti e violente, la sua mente inizia a vacillare. Interpretando questi fatti come un cattivo presagio a qualcosa di terribile, decide di rimettere in sesto il vecchio rifugio anti-tornado nel cortile di casa. Il suo comportamento viene però considerato inopportuno, così prima perde il lavoro e poi la fiducia delle persone che gli stanno intorno. Ed ecco che il film prende una deriva drammatica, focalizzandosi sulla psicologia del protagonista e portando lo spettatore a riflettere sull’incertezza del futuro e sulla paura di una catastrofe imminente. Lo spettro dell’11 settembre serpeggia ancora nella memoria e la lilapsofobia di Curtis amplifica l’angoscia e riporta alla memoria recenti fatti in cui Madre Natura si è manifestata in maniera particolarmente violenta e distruttiva. Visivamente il film è potentissimo, girato in formato panoramico per dare più risalto agli splendidi paesaggi immortalati in una superba fotografia. Gli effetti speciali usati con parsimonia (gentilmente concessi da Hydraulx, gli stessi di Avatar), conferiscono luce e profondità alla scena lasciandoci a bocca aperta, come nel caso della nube di uccelli di Hitchcockiana memoria che appare in una delle visioni apocalittiche. Anche la regia di Jeff Nichols (che già si era fatto notare nel 2007 con Shotgun Stories) mescola le carte in tavola, confondendo realtà e allucinazione e impedendo così allo spettatore di avere dei punti di riferimento. Scelta particolarmente azzeccata, quella del cast, che aggiunge valore alla pellicola vincitrice del Gran Premio della Semaine Internationale de la Critique al Festival di Cannes 2011. Michael Shannon (Revolutionary Road, Vanilla sky e Man of steel), con i suoi tratti spigolosi e lo sguardo allucinato, incarna perfettamente il personaggio di Curtis, dando corpo e anima alla lenta trasformazione da uomo timorato a paranoico schizofrenico.
In egual misura Jessica Chastain (The help, The tree of life) che, nel ruolo della moglie, alterna momenti di monocorde normalità a picchi interpretativi memorabili. Insomma un film molto intenso e ben fatto, sensoriale, a tratti addirittura tattile e olfattivo, che lascia strascichi di inquietudine e ci mostra un’America ancora scossa e turbata.
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