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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Chi non lavora non fa l'amore.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2.5/5
  • valutazione
  • Ha soprattutto il merito di trasportarci in un altro mondo, dove molto deve ancora succedere?
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Info

La sorgente dell'amore

di Radu Mihaileanu

 
    Dati
  • Titolo originale: La source des femmes
  • Soggetto:
  • Sceneggiatura: Radu Mihaileanu, Alain-Michel Blanc, Catherine Ramberg
  • Genere: Commedia - Sociale
  • Durata: 125 min.
     
  • Nazionalità: Belgio
  • Anno: 2012
  • Produzione: Elzévir Films, Europa Corp., Indigo Film, Panache Productions
  • Distribuzione: Bim Film
  • Data di uscita: 09 03 2012
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Uno sciopero molto particolare...

di Roberta Folatti

L’acqua è un simbolo. Di fecondità, benessere, armonia.
Senza l’acqua la terra inaridisce, e gli uomini seguono il medesimo destino.
Nel villaggio incastonato tra le montagne, in una valle ripida e spettacolare, la siccità e la conseguente infertilità del suolo vanno di pari passo con la rinuncia dei maschi ad essere attivi.

Se non c’è terra da coltivare, non resta che trascorrere le giornate al bar e spillare qualche soldo ai turisti, quando capitano da quelle parti desiderosi di un po’ di folklore locale. Le faccende essenziali si lasciano alle donne, incaricate da secoli, da millenni di quei compiti faticosi. Lo spunto iniziale del film di Radu Mihaileanu viene da un episodio realmente accaduto in Turchia. Le donne di un piccolo villaggio erano costrette a salire alla sorgente con grossi secchi per “dissetare” le loro famiglie a causa dell’inettitudine dei loro uomini, che non si decidevano a costruire un pozzo, o almeno a sollecitare il governo centrale a farlo.

Ovviamente non si trattava solo di un fatto pratico, alla base c’era la volontà di tenere sottomesse le donne, imponendo loro dei doveri tramandati dalla tradizione.
Ma – come racconta il regista – anche in un luogo isolato e che ha poco a che fare con la modernità arrivano gli influssi della globalizzazione: - Nel corso delle nostre ricerche abbiamo constatato che le donne, comprese quelle dei villaggi rurali isolati, hanno accesso, spesso in modo rudimentale, alle nuove tecnologie e sono quindi in contatto con altri stili di vita.

Insomma il cambiamento è nell’aria e non c’è modo di tenerlo lontano, malgrado a volte gli uomini adottino metodi brutali e si ostinino a rimanere ancorati al passato. E se le donne prendono in mano la situazione e decretano lo sciopero del sesso, la loro controparte va in totale confusione...

Narrato sul filo dell’ironia ma non privo di drammatici momenti di verità, com’è nello stile di Mihaileanu, La sorgente dell’amore ci porta nel cuore di un’altra cultura, dove si legge il Corano e si vive interpretando i suoi precetti. Peccato che a farlo siano sempre gli uomini, con una visione “leggermente” parziale...

La rivolta delle donne che negano il sesso ai loro compagni, dopo l’ennesimo incidente sulla via della sorgente dell’acqua (una giovane cade per la fatica e perde il bambino che sta aspettando), riguarderà anche il diritto di leggere il Corano e di dare il proprio parere sulle “sura”.
Spiega Mihaileanu: - Questa rivoluzione dell’emancipazione delle donne grazie alla conoscenza resta ancora gran parte incompiuta. E poi c’è il tema della volontà di appropriarsi del proprio corpo. Numerose donne che ho conosciuto in questi luoghi restano incinte da quindici a venti volte nel corso della loro vita. Va da sé che spesso ignorano il concetto del piacere, malgrado siano il prodotto di una civiltà molto sensuale, dalla musica alla danza sino alla cucina speziata. Le più giovani tra loro oggi reclamano dei mezzi di contraccezione per poter controllare il proprio corpo e la natalità.
 
Il nuovo film di Mihaileanu, autore di piccoli cult come Train de vie e Il concerto, in genere non è piaciuto ai critici che lo accusano di riservare uno “sguardo colonialista” sul mondo arabo e di eccessiva semplificazione. Ma è risaputo che il cinema del regista franco-rumeno cammina sul confine tra fiaba e realtà mantenendosi lieve, con l’ambizione di fare anche ridere su temi seri. Forse ne La sorgente dell’amore il cocktail dolce amaro non funziona così bene ma val la pena comunque vederlo per i paesaggi, le ambientazioni e le intensità delle interpretazioni, soprattutto quelle del cast femminile.
 
 
 
 
 
 
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