Il voto del redattore
- voto
- 1.5/5
- valutazione
- Apprezziamo lo sforzo ma questi lupi mannari non fanno poi tanta paura.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.8/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 15 lettori
- di Darren Lynn Bousman
- dal
- genere Azione
- tipo Horror
- Stefano Tirelli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Licantropia
di Grant Harvey
- Dati
- Titolo originale: Ginger Snaps Back: The Beginning
- Soggetto: Christina Ray
- Sceneggiatura: Stephen Massicotte
- Genere: Azione - Horror
- Durata: 94'
- Nazionalità: Canada
- Anno: 2005
- Produzione: Combustion Inc.
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Data di uscita: 00 00 0000
Al lupo! Al lupo!
di Emanuel Perico
Strana l'estate. Tanti film
nelle sale, già, ma di quanti di questi sentiamo effettivamente il bisogno?
Nell'arsura di questo agosto pieno di buoni propositi e di speranze per le
vacanze ormai alle porte, ci ritroviamo in una sala fresca di aria condizionata
a consumare popcorn-movie, perché in estate non ci va di pensare troppo. Questo
preambolo per introdurre un film che poco ha a che vedere con i classici del
genere "mannaro". Sono lontani i tempi in cui un ragazzotto americano, metà
zombie e con la faccia deturpata, in un cinema di Londra, si rivolgeva
all'amico licantropo che l'aveva ridotto così pregandolo di ammazzarsi per il
suo bene e di tutti quelli semi-morti come lui costretti a vagare sulla terra
fino a che la maledizione non fosse cessata. Ma tant'è.
Questa la storia di Licantropia
(Ginger snaps back: the beginning in originale): due ragazze
smarrite nel bosco (non sappiamo nemmeno bene da dove vengano) giungono ad un
fortino abitato da un gruppo di uomini, tutti in subbuglio perché fuori è pieno
zeppo di lupi mannari. Il fatto che esse siano arrivate lì senza essere state
divorate mette in allarme gli abitanti del fortino cheiniziano a dubitare della
loro buona fede, ma il rifugio nasconde un terribile segreto, e da ciò avrà
origine la licantropica saga delle sorelle Ginger e Brigitte le quali, a
seguito di una profezia rivelata loro da una vecchia pellerossa ("
uccidi il
bambino o una sorella ucciderà l'altra
"), ci anticipano una storia quantomeno
ricca di tensione. Ma ora iniziano anche i dubbi. Eh già, perché Licantropia
è il terzo film di una trilogia iniziata con Ginger snaps (del
2000) e Ginger snaps: Unleashed (del 2004). Anzi, in
realtà dovrebbe essere il prequel, solo che anche dopo averlo visto ci risulta
difficile capire quale sia il "beginning" a cui si riferisce il titolo.
Ovviamente mancano gli elementi per poter giudicare al meglio, ma a questo
punto mi chiedo: perché mostrarci la terza parte prima delle altre due? Misteri
della distribuzione nostrana.
Negli USA la trilogia ha goduto di un discreto
successo, ma da noi i primi due episodi non sono reperibili nemmeno in
dvd. Venendo ad un'analisi più tecnica,
diciamo che non si esce del tutto soddisfatti dal cinema (si era capito?). Una
prima parte piuttosto lenta non lascia certo presagire un seguito più
appetitoso, nemmeno le scene d'azione riescono a risollevarci dal letargo in
cui eravamo sprofondati. Una nota positiva è la fotografia, con luci basse, a
volte quasi inesistenti, a creare suspance (quel poco che c'è) e colori lividi
che ben si adattano all'atmosfera lugubre e surreale. La vicenda si svolge
tutta (ad eccezione delle scene nel bosco) all'interno del fortino e questo non
aiuta di certo il ritmo della pellicola. Possiamo dire che l'interessante
spunto iniziale poteva essere sfruttato meglio, anche per rispetto alle due
puntate precedenti, anzi, a come si puo' immaginare che siano, piu' che altro.
Gli effetti speciali non toccano picchi di originalità (Rick Baker dove
sei?) e non ci è ben chiaro come mai la protagonista abbia questo aspetto poco
"lica" e molto "antropo" (ma perché ci mette tanto a trasformarsi?).
Le due sorelle non
convincono molto, sia per presenza scenica, sia per intensità di
interpretazione. Si distingue su tutti il personaggio del Cacciatore, un
indiano che le salva più di una volta dalle grinfie dei lupi cattivi. Dovendo
per forza fare dei paragoni (lo so, è brutto farlo
), preferiamo di gran lunga
fumettoni come Van Helsing o Underworld, almeno li
c'era un po' più di movimento e personaggi carismatici. Della pellicola di Grant
Harvey godrà soprattutto chi è riuscito, in un modo o nell'altro, a vedere
le altre due. Certo non si puo'
pretendere che la qualita' della produzione cinematografica sia assestata su
uno standard medio-alto, purtroppo, e noi "malati" della celluloide
continueremo a vedere film belli e film meno belli perché è il nostro cibo per
l'anima.
I lettori hanno scritto 5 commenti
- commento Scadente recensione la quale trova inspiegabilmente dei limiti in una prima parte molto intensa e adeguata al senso narrativo del film. Non parla di casting , di colonna sonora e scenografia. Male
- commento Solitamente in una recensione non si parla di casting, fase precedente al girato, magari del cast, e mi sembra che qui i riferimenti non manchino. Poi più che di scenografie si suole parlare di scene.
- commento Ma sia le location che la colonna sonora possono essere oggetto della critica o meno, dipende quanta originalità li contraddistingue, quanta importanza hanno nell'opera.
- commento Non è raro che non vi sia nulla di rilevante da rimarcare. Chiudendo i contenuti di una recensione non vanno mai valutati in termini quantitativi e standardizzati.
- indirizzo IP 83.184.214.224
- data e ora Domenica 05 Marzo 2006 [15:11]
- commento nn è tanto male ma potevano metterci un po più di impegno!!!! ciao!!
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