Il voto del redattore
- voto
- 1.5/5
- valutazione
- Action artigianale e dialoghi ai minimi storici per un film da homevideo.
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02 11 2013
Knockout - Resa dei conti
di Steven Soderbergh
- Dati
- Titolo originale: Haywire
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Lem Dobbs
- Genere: Azione - Spionaggio
- Durata: 93 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2012
- Produzione: Irish Film Board, Relativity Media
- Distribuzione: Moviemax
- Data di uscita: 24 02 2012
Recensione pubblicata il 19 02 2012
Questa recensione è stata letta 4564 volte
Gina Carano, campionessa d'arti marziali miste e di... noia.
di Francesca Paciulli
- Non ho mai fatto fuori una donna.
- Se pensi a lei come ad una donna, ti sbagli.
Basta questo sagace scambio di battute – non sveliamo i nomi dei personaggi che le pronunciano per non sciupare la sorpresa allo spettatore – per inquadrare l’agente segreto Mallory Kane (Gina Carano), assoldata dal capo Kenneth (Ewan McGregor) per le missioni più rischiose. Perché è di poche parole e molti fatti. Perché è letale: con le armi e, soprattutto, a mani nude. Perché è capace di vestire i panni spietati di un sicario e subito dopo di inguainarsi in un sexy miniabito e farsi passare per la compagna di un uomo d’affari.
Di rientro negli Stati Uniti dopo aver salvato un ostaggio a Barcellona, Mallory e un misterioso collega (il lanciatissimo Michael Fassbender) vengono spediti per una nuova pericolosa missione a Dublino, dove devono prendere contatti con il miliardario Studer (Mathieu Kassovitz). L’operazione però fallisce miseramente e Mallory scopre di essere stata ingannata. La sua vendetta sarà spietata.
Tra salti indietro e avanti nel tempo, trasferte tra Dublino, Barcellona, Los Alamos e Santa Fe, Steven Soderbergh torna dietro la macchina da presa per regalare alla campionessa di arti marziali miste Gina Carano il suo primo ruolo da protagonista.
“Solo Angelina Jolie può correre con una pistola in mano?” si è chiesto il regista di Traffic prima di scegliere la protagonista di Knockout - Resa dei conti. Probabilmente no, rispondiamo noi: qualche suggerimento? Milla Jovovich, Jennifer Garner, Uma Thurman. Certamente tutte molto più dispendiose di una giovane e tosta esordiente. Con Miss Carano in realtà la produzione ha persino potuto risparmiare sul reparto stunt perché la ragazza ha muscoli d’acciaio e nelle (frequenti) scene action riesce a tenere testa con credibilità ai co-protagonisti maschili (Michael Fassbender, Ewan McGregor, Channing Tatum, Antonio Banderas, Michael Douglas).
Certo, la micidiale “presa di gambe” (nella sequenza del combattimento tra Carano e Fassbender nella suite dello Shelbourne Hotel di Dublino, la migliore del film) è un omaggio più o meno dichiarato a quella che Kathleen Turner riservava al maritino Michael Douglas in La Guerra dei Roses, ma tutto il resto è sufficientemente a fuoco: pochi effetti speciali e molta azione pura grazie alla consulenza tecnica dello specialista di anti-terrorismo Aaron Cohen, tra corse a perdifiato (in particolare la fuga di Mallory da Dublino, una sequenza non-stop di 15 minuti di inseguimento a piedi, senza il solito espediente delle auto che si ribaltano e saltano in aria: un “semplice” inseguimento tra gatto e topo), inseguimenti d’auto, scazzottate e colpi proibiti.
Per il resto, non ci si allontana troppo dal clichè della donna in fuga, sola contro il mondo (fatta eccezione per il giovanotto che l’accompagna in un tratto di fuga, e per il padre, Bill Paxton, prezioso alleato di Mallory) e decisa a fare piazza pulita di chi l’ha tradita, poco importa se ha l’aspetto del belloccio e poco più Channing Tatum o l’aria canagliesca di Banderas. Manca purtroppo l’approfondimento psicologico dei personaggi, e se Fassbender riesce in pochi minuti a rendere il mistero del personaggio e Douglas e McGregor se la cavano con il mestiere, Carano deve accontentarsi di sfoggiare il fisico tonico e allenato nei momenti action, scomparendo letteralmente nei pochi momenti di “tranquillità” concessi al suo personaggio.
Alla fine l’unica cosa che sembra interessare realmente a Soderbergh e allo sceneggiatore Lem Dobbs è spingere lo spettatore annoiato a chiedersi chi ha tradito chi. Troppo poco per riuscire a dare spessore a un film che può andare bene per l’home-video e davanti al quale viene persino voglia di rivalutare Ocean’s Eleven, patinato divertissement targato Soderbergh.
- Se pensi a lei come ad una donna, ti sbagli.
Basta questo sagace scambio di battute – non sveliamo i nomi dei personaggi che le pronunciano per non sciupare la sorpresa allo spettatore – per inquadrare l’agente segreto Mallory Kane (Gina Carano), assoldata dal capo Kenneth (Ewan McGregor) per le missioni più rischiose. Perché è di poche parole e molti fatti. Perché è letale: con le armi e, soprattutto, a mani nude. Perché è capace di vestire i panni spietati di un sicario e subito dopo di inguainarsi in un sexy miniabito e farsi passare per la compagna di un uomo d’affari.
Di rientro negli Stati Uniti dopo aver salvato un ostaggio a Barcellona, Mallory e un misterioso collega (il lanciatissimo Michael Fassbender) vengono spediti per una nuova pericolosa missione a Dublino, dove devono prendere contatti con il miliardario Studer (Mathieu Kassovitz). L’operazione però fallisce miseramente e Mallory scopre di essere stata ingannata. La sua vendetta sarà spietata.
Tra salti indietro e avanti nel tempo, trasferte tra Dublino, Barcellona, Los Alamos e Santa Fe, Steven Soderbergh torna dietro la macchina da presa per regalare alla campionessa di arti marziali miste Gina Carano il suo primo ruolo da protagonista.
“Solo Angelina Jolie può correre con una pistola in mano?” si è chiesto il regista di Traffic prima di scegliere la protagonista di Knockout - Resa dei conti. Probabilmente no, rispondiamo noi: qualche suggerimento? Milla Jovovich, Jennifer Garner, Uma Thurman. Certamente tutte molto più dispendiose di una giovane e tosta esordiente. Con Miss Carano in realtà la produzione ha persino potuto risparmiare sul reparto stunt perché la ragazza ha muscoli d’acciaio e nelle (frequenti) scene action riesce a tenere testa con credibilità ai co-protagonisti maschili (Michael Fassbender, Ewan McGregor, Channing Tatum, Antonio Banderas, Michael Douglas).
Certo, la micidiale “presa di gambe” (nella sequenza del combattimento tra Carano e Fassbender nella suite dello Shelbourne Hotel di Dublino, la migliore del film) è un omaggio più o meno dichiarato a quella che Kathleen Turner riservava al maritino Michael Douglas in La Guerra dei Roses, ma tutto il resto è sufficientemente a fuoco: pochi effetti speciali e molta azione pura grazie alla consulenza tecnica dello specialista di anti-terrorismo Aaron Cohen, tra corse a perdifiato (in particolare la fuga di Mallory da Dublino, una sequenza non-stop di 15 minuti di inseguimento a piedi, senza il solito espediente delle auto che si ribaltano e saltano in aria: un “semplice” inseguimento tra gatto e topo), inseguimenti d’auto, scazzottate e colpi proibiti.
Per il resto, non ci si allontana troppo dal clichè della donna in fuga, sola contro il mondo (fatta eccezione per il giovanotto che l’accompagna in un tratto di fuga, e per il padre, Bill Paxton, prezioso alleato di Mallory) e decisa a fare piazza pulita di chi l’ha tradita, poco importa se ha l’aspetto del belloccio e poco più Channing Tatum o l’aria canagliesca di Banderas. Manca purtroppo l’approfondimento psicologico dei personaggi, e se Fassbender riesce in pochi minuti a rendere il mistero del personaggio e Douglas e McGregor se la cavano con il mestiere, Carano deve accontentarsi di sfoggiare il fisico tonico e allenato nei momenti action, scomparendo letteralmente nei pochi momenti di “tranquillità” concessi al suo personaggio.
Alla fine l’unica cosa che sembra interessare realmente a Soderbergh e allo sceneggiatore Lem Dobbs è spingere lo spettatore annoiato a chiedersi chi ha tradito chi. Troppo poco per riuscire a dare spessore a un film che può andare bene per l’home-video e davanti al quale viene persino voglia di rivalutare Ocean’s Eleven, patinato divertissement targato Soderbergh.
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