Una famiglia a Parigi per lavoro e una coppia che sta per sposarsi intrecciano le loro storie nella magnifica città francese.
Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- E' l'omaggio di un maestro del cinema alla magia antiquata di Parigi, in un viaggio nella sua mente geniale ed irriverente che piacerà ai più fedeli spettatori del caro vecchio Woody
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
- di Woody Allen
- dal 17 10 2008
- genere Commedia
- tipo Sentimentale
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Midnight in Paris
di Woody Allen
- Dati
- Titolo originale: Midnight in Paris
- Soggetto: Woody Allen
- Sceneggiatura: Woody Allen
- Genere: Commedia - Sentimentale
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2011
- Produzione: Gravier Productions, Mediapro
- Distribuzione: Medusa
- Data di uscita: 02 12 2011
I dolori del giovane Woody
di Keivan Karimi
L'ultima fatica di Woody Allen corrisponde ad un'altra tappa del suo giro tra le metropoli europee; in questo caso si riferisce a Parigi ed alla illuminata fantasia che, a parere del regista, regola l'essenza della capitale francese.
Il protagonista di questa commedia estrosa e vibrante è Gil (Owen Wilson), sceneggiatore americano alle prese con la stesura del suo primo nostalgico romanzo. E' fidanzato con Inez (Rachel McAdams), giovane donna benestante, figlia di un ricco imprenditore conservatore e per il lavoro del quale la coppia si permette una vacanza proprio nella ville lumière.
Gil è un bohemien, progressista, ama l'arte e tutto il suo fascino agée, si innamora dello splendore di Parigi immediatamente, mentre Inez è il suo opposto, pratica, concreta, poco sognante, preferisce lo sfarzo ingombrante della California al mistero artistico delle stradine parigine.
E' proprio per sfuggire ai vizi ed alle incoerenze di Inez e dei suoi amici e parenti che Gil scoprirà, per caso, la vera magia della città transalpina, delle sue notti affascinanti e piene di stupore, trovando, in una sorta di viaggio nel tempo notturno, la vera essenza dell'essere artista.
Probabilmente non si tratta di grande cinema, non siamo di fronte ad un capolavoro, ma l'ennesima commedia intelligente del regista newyorkese si tinge di una vena magica e pseudo-onirica che impreziosisce ed alimenta lo spirito del suo lavoro. Allen aveva dichiarato tempo addietro di “voler fare assolutamente un film in onore di Parigi”, però ci troviamo in mezzo anche ad un excursus nostalgico della sua mente, ad una serie di ricordi esistenziali e vissuti dell'autore, colorati da quel sense of humor sarcastico e goffo allo stesso tempo.
Owen Wilson ed il suo personaggio di scrittore svagato e arguto ricorda perfettamente il giovane Woody Allen, preso dalle sue turbe vitali, dai problemi più incredibili, ma attratto da ciò che è più etereo, fantastico, sognante. Per questo la scelta, oculata e giusta, di trasporre una sorta di memoriale nostalgico su sé stesso nella città che, a causa della sua consistenza reazionaria, maggiormente alimenta la sua memoria, i suoi miti ed i rispettivi fantasmi del passato.
Il viaggio indietro nel tempo per propria volontà porta Gil/Allen ad esplorare un tempo che non c'è più, quello in cui l'arte era concretezza e sogno, fantasia e memoria, corrisponde ad un viaggio interiore che non ha nulla a che fare con gli effetti speciali del cinema o altre fantasmagorie tecniche; bensì riguarda un effetto di magia intellettuale e di paradossi temporali affrontato con sottile ironia e disincanto, in un modo che sarebbe certamente piaciuto aLuis Bunuel o Man Ray, ovvero ad alcuni degli artisti incontrati dal protagonista nel suo eccentrico salto temporale.
Il messaggio di Allen risulta forse un tantino buonista ed estroso, condanna la praticità e la massificazione della vita e del pensiero moderno, simboleggiato dalla famiglia di Inez, favorendo quella dose di sogno e apertura mentale che ogni uomo possiede e che tiene dentro di sé.
In sintesi l'opera, che mantiene un buon equilibrio tra artificio ideologico e senso di regia, impreziosita dai tipici dialoghi sentiti ed umorali ideati dal solito Woody, è un tentativo di spronare lo spettatore a viaggiare con la propria parte estrosa della mente, ad abbandonare le ristrettezze della vita attraverso l'arte e la dialettica. Un messaggio semi-filosofico che solo un autore tanto esperto quanto furbo come Woody Allen poteva realizzare, unendo a tutto ciò le immagini, troppo ridondanti, di una Parigi splendida, attiva e soprattutto magica.
Midnight in Paris è inoltre la rappresentazione continua della maturità artistica di Allen, si tratta difatti di un altro progetto, dopo Basta che funzioni, in cui l'autore rivede con maggiore lucidità la sua ideologia folle e geniale che lo ha portato ad essere uno degli artisti più prolifici ed amati degli ultimi 50 anni. Ora non ci resta che attendere il suo lavoro a contatto con una realtà a noi più prossima, ovvero Roma.
I lettori hanno scritto 2 commenti
- indirizzo IP 93.44.213.99
- data e ora Lunedì 12 Dicembre 2011 [16:27]
- commento Uno dei film più brutti e poco ispirati che io abbia mai visto. Dal tripudio di clichè ? tipicamente americano ? per la Parigi anni ?20 ai dialoghi imbarazzanti per stupidità e luoghi comuni, dall?escamotage per tornare indietro nel tempo, banale e mal riuscito, alla possibilità del protagonista di dare consigli ai mostri sacri del tempo forte del conoscere le opere, francamente agghiacciante anche per Topolino Ft. Professor Zapotec.
- indirizzo IP 93.44.213.99
- data e ora Lunedì 12 Dicembre 2011 [16:30]
- commento Il costringere quel mezz?attore di Owen Wilson a recitare la parte di Woody Allen, tra l?altro, è di una noia e presunzione rare. Si salva ? forse - Marion Cotillard, grazie ad un personaggio vagamente sfaccettato. Il resto è all?altezza di Carla Bruni, cioè sotto la media.
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