Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Cosa chiedere di più a un film di zombie?
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.4/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 15 lettori
- di Darren Lynn Bousman
- dal
- genere Azione
- tipo Gore & splatter
- Carlo Griseri
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
La Terra dei Morti Viventi
di George A. Romero
- Dati
- Titolo originale: George A. Romero's Land of the Dead
- Soggetto: George A. Romero
- Sceneggiatura: George A. Romero
- Genere: Azione - Gore & splatter
- Durata: 93 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2005
- Produzione: Romero-Grunwald Productions, Wild Bunch, Atmosphere Entertainment Mm LLC
- Distribuzione: UIP
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
- Tutti gli articoli di Stefano Tirelli
- Tutti i film di George A. Romero
- Sito ufficiale italiano
- Scheda Internet Movie Database
- Sito ufficiale americano
Quanto sono belli i morti viventi che attaccano il capitalismo
di Stefano Tirelli
Bene, se state leggendo questo articolo siete tra i pochi temerari che ancora non hanno perso fiducia nel genere horror/splatter. Lo so, la nostra passione è stata messa a dura prova: anni di nulla assoluto, poi, partendo dalle poche buone idee di Nakata, quella che sembrava una ventata di novità si trasforma in banalità reiterata. Non preoccupatevi, stavolta non c'è delusione: il papà è tornato. Lo so, ormai ci eravamo abituati, andare al cinema (magari a prezzo scontato, visto l'andazzo) e tornare a casa chiedendoci davvero se fosse il caso di continuare a vedere horror banali, retorici, tutti uguali. Figuriamoci lo splatter! Se mi fermo a pensare l'ultimo film appartenente a questo genere e non classificabile come "porcata colossale" era il simpatico Braindead, di Peter Jackson, nel 1992.
Poi c'è stato il valido 28 Giorni Dopo, che più che un film era un tributo alla passata gloria romeriana. Ebbene, sembrava impossibile, ma abbiamo un nuovo film di zombie, divertente, non banale, pieno di critica sociale. Insomma, George A. Romero, il padre del genere zombie, è riuscito nell'ardua impresa di produrre un nuovo film, innovativo al punto giusto, conservatore al punto giusto, senza rinunciare alle glorie del passato.
Già nei passati film Romero aveva esplorato più a fondo la natura dei non-morti, decretando che avevano ancora una minima attività cerebrale, spesso eredità delle azioni che compivano in vita. Oggi gli zombie sono più intelligenti: con un ulteriore passo evolutivo cominciano a capire che per combattere gli umani devono organizzarsi e iniziare a utilizzare gli stessi strumenti di distruzione dell'uomo.
Dennis Hopper interpreta l'incarnazione del capitalismo più spietato e ipocrita, un riccone che a Pittsburgh ha creato un enorme grattacielo nel quale "drogare" la gente ricca con i peggiori vizi, alcool, gioco d'azzardo, lusso, facendogli dimenticare come il mondo sia in preda agli appestati. Fuori dal grattacielo, come nelle peggiori periferie delle città americane, la gente tenta di sopravvivere, tra gli appestati da una parte e i ricchi sfruttatori dall'altra.
Mai come in questo episodio si tende a simpatizzare con i non-morti, vittime di violenze gratuite e degradanti per la natura umana. Il leader di colore de La Notte dei Morti Viventi è questa volta uno zombie particolarmente intelligente che guida il suo esercito di reietti, cacciati dalla società, estranei anche biologicamente a quella che è la "vita" asettica del lusso amorale, contro il grattacielo/roccaforte del capitalismo.
John Leguizamo (Moulin Rouge, Romeo+Juliet) in un'ottima interpretazione, ci offre anche un sottile parallelo con l'11 settembre. La critica sociale è ancora più forte che negli altri film, il personaggio di Dennis Hopper è di una negatività quasi più disgustosa dei meravigliosi effetti speciali di Jeff Campbell (The Cell, Fight Club, X-Men).
Sì, perché gli zombie sono davvero uno spettacolo - agghiacciante - per gli occhi. Romero non si è fatto sedurre dal lusso del digitale, gli effetti al computer sono utilizzati massicciamente, ma come complemento al trucco per rendere tutto ancora più realistico: carne a brandelli, visi deturpati, chi più ne ha più ne metta. Non sono le maschere di Tom Savini (che interpreta uno zombie), ma il realismo è assicurato, con un digitale pressoché "invisibile" che ci regala uno splatter spudorato, privo del cattivo gusto della spettacolarizzazione della volgarità.
Vi avverto, siate preparati, perché questo è davvero uno splatter spudorato. Vi dico solo che i sedicenni seduti dietro di me - forse gli stessi che schiamazzavano durante La Casa dei Mille Corpi - sono stati zitti per tutto il tempo, sufficientemente turbati: grazie Romero.
Comunque, non mancano nemmeno i momenti dissacranti, grazie ad alcuni personaggi davvero azzeccati (anche Asia Argento tutto sommato si difende bene) e un paio di episodi che parodizzano il genere e i suoi cliché. Oltre a tutto questo, la regia è agli alti livelli di sempre. Riconoscerete le inquadrature dei vecchi film, il taglio e il bilanciamento delle inquadrature di Romero, con particolare attenzione alla fotografia. Insomma, in poche parole, abbiamo davvero un bel film di zombie. Non perdete l'occasione di vederlo, chissà quando ricapiterà.
I lettori hanno scritto 23 commenti
- commento la recensione in prima pag. è semplicemente perfetta, un Romero a livelli super che non tradisce il suo stile e attualizza alla grande i suoi zombies. Un vero maestro, ne sono rimasti pochissimi.
- commento A volte mi è sembrato di trovarmi di fronte a una via di mezzo tra Mad Max 2 e Fuga da Los Angeles, ma forse ho ancora in mente quel capolavoro di "Dawn of the dead". Romero dimostra comunque di...
- commento di non aver perso la sua vena caustica nei confronti della società e si ripresenta in gran forma. Nel complesso un buon film, soprattutto se paragonato alle "opere" in programmazione. Dico 3,5.
- commento discreta
- commento i film di romero sono un qualcosa per cui valga ancora la pena di spendere i soldi del biglietto. Piena fiducia a scatola chiusa per il buon George
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