Solito mistero, solita caccia agli indizi degli appassionati. Ormai ad ogni film di J.J. si ripete la stessa pantomima.
Questo film parla di qualcosa che accadde sul finire degli anni settanta tra l'Area 51 e l'Ohio.
Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Fantascienza d'altri tempi, sia visivamente che per contenuti. Non si sa quanto la cosa sia voluta.
Il voto dei lettori
- voto medio
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- di Kerry Conran
- dal
- genere Fantastico
- tipo Sci-fi
- Luigi Faragalli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Super 8
di J.J. Abrams
- Dati
- Titolo originale: Super 8
- Soggetto:
- Sceneggiatura: J.J. Abrams
- Genere: Fantastico - Sci-fi
- Durata: 112 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2011
- Produzione: Relativity Media, Amblin Entertainment, Bad Robot, Paramount Pictures
- Distribuzione: Universal Pictures Italia
- Data di uscita: 09 09 2011
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Incontri ravvicinati del terzo millennio
di Keivan Karimi
C'è la mano di uno dei più eclettici e produttivi autori avveniristici del momento, J.J. Abrams; si sente la presenza non troppo lontana di uno dei padri della fantascienza moderna, creatore di E.T. e diIndiana Jones, Steven Spielberg. Con questi preamboli l'operazione Super 8 non poteva realizzarsi in maniera più oculata ed attraente per i patiti del genere.
L'idea basilare è quella di restituire la storia, i suoi elementi fantasmagorici e sovrannaturali, nella dimensione del cinema come arte dell'attrazione; il tutto in mano ad un gruppetto di ragazzini di una cittadina americana non troppo vistosa, tutti appassionati della settima arte ed intenti a realizzare uno zombie-movie durante le loro vacanze estive. Il protagonista è il piccolo e problematico Joe, da poco orfano di madre, figlio del vice-sceriffo della città, un novello Elliot di E.T., curioso, innocente, coraggioso nel momento del bisogno.
L'overdose immancabile di straordinari effetti speciali scaturisce dal misterioso deragliamento di un treno, proprio nel momento in cui il gruppo di ragazzi sta girando una scena fondamentale del proprio filmino. Dai vagoni distrutti fuoriesce qualcosa di oscuro ed ignoto, una sorta di maledizione simbolica per la quotidianità fin troppo pacata degli abitanti del posto, scossi immediatamente da eventi paranormali e dalla massiccia ed improvvisa presenza dell'esercito nella zona.
Abramse Spielberg, citando una miriade di capolavori della fantascienza, da Incontri ravvicinati del terzo tipo a District 9, restituiscono
allo spettatore un genere cult di antica provenienza; la loro idea
non è quella di portare innovazioni tecniche e stilistiche nelle
storie già note di alieni, invasioni e ultimatum alla terra, bensì
di tornare alla base, di ambientare l'intreccio nel 1979, di
ritornare a girare nella stessa maniera di trent'anni fa.
Dunque
quale miglior modo di fare una fantascienza un pò vintage se non
quello di cedere tutto in mano all'innocenza ed alla purezza dei
bambini? Di coloro che vedono ancora il cinema come intrattenimento e
divertimento, costretti ad intraprendere un cammino che li renderà
adulti, maturi, responsabili, come scaraventati nel bel mezzo di un
videogame o di un fumetto di supereroi?
Gli autori mescolano le carte in tavola, danno la possibilità a Joe ed ai suoi coetanei di evolversi, di sconfiggere il male con la loro immaginazione e con tutta l'ingenuità del caso, ritenuta assurda e sconsiderata dagli adulti ma che risulterà consona e decisiva allo scopo di sbrogliare l'enorme matassa creatasi.
Il risultato è un'opera di fantascienza tremendamente riuscita ma dolorosamente agée, superata, nel momento in cui il digitale ed il 3D la fanno da padroni i due maestri della science-fiction fanno qualche passo indietro e tornano nostalgicamente nella terra del puro e semplice, del paradosso contenuto, del sovrannaturale che pian piano si riscopre naturale, mandando in orbita il solito messaggio dell'uomo che è più crudele del marziano.
L'idea di Super 8 è arguta ed intelligente, ma stilisticamente rischia, soprattutto nella parte finale, di cadere nell'assoluta retorica, nel paradosso più banale. Ma che tutto ciò in realtà non sia il vero intento di Abrams eSpielberg?
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