Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Un capolavoro sottratto alla censura
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 8 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
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Silenzio tra due pensieri
di Babak Payami
- Dati
- Titolo originale: Sokoote beine do fekr
- Soggetto: Babak Payami
- Sceneggiatura: Babak Payami
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 95'
- Nazionalità: Iran
- Anno: 2003
- Produzione: PAYAM FILMS INSTITUTE
- Distribuzione: ISTITUTO LUCE
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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Pensare è pericoloso
di Eduard Le Fou
Impresa ardua davvero dover rendere a parole il fascino di questo film fatto di attese, silenzi, ambiguità e domande senza risposte. Nel Silenzio tra due pensieri sta l'essenza luminescente della realtà, colta non nel suo divenire, ma nell'atto della riflessione e dell'emozione. Avvenimenti semplici e cristallini, di una drammaticità allusa ma immanente che Babak Payami ritrae con rigore, attenzione, rispetto e soprattutto coraggio. Perché la realtà che il regista racconta è quella durissima di un mondo perso nel tempo: l'Iran dell'entroterra sconfinato, perso tra altipiani e catene rocciose, lontano dai grandi centri urbani e da qualsiasi forma di moderna convivenza. Quindi un Iran completamente chiuso in se stesso, nelle sue tradizioni, afflitto da povertà e siccità come dall'ortodossia religiosa: elementi che segnano il destino, ineluttabile e apparentemente senza speranze, della sua popolazione. La medesima sorte tocca anche a coloro che, come i protagonisti del film, cercano e raggiungono una sorta di emancipazione dello spirito, per la quale sono comunque costretti a morire o a vivere come dannati in un girone dantesco, fantasmi rifiutati dalla comunità.
Il coraggio di Payami sta anche nell'aver voluto portare al di fuori dell'Iran, dove Silenzio tra due pensieri è stato censurato e i negativi sequestrati senza essere stati nemmeno visionati, un lavoro montato con provini, pellicole danneggiate e sequenze inizialmente scartate, ma che comunque risulta di straordinaria bellezza visiva e poetica; un capolavoro potenziale. Silenzio tra due pensieri è una sorta di racconto dell'assurdo: a una donna, condannata a morte insieme alla sua famiglia, viene sospesa l'esecuzione perché ancora vergine e quindi, secondo il capo spirituale del villaggio, destinata al paradiso e non all'inferno, una volta trapassata. Non viene spiegato di quale reato si sia macchiata la disgraziata (anche se durante la visione emerge chiaro che l'essere donna è una colpa di per sé più che sufficiente), ma l'autorità religiosa fondamentalista, invisa alla popolazione, trova una soluzione ancor più aberrante della pena inflitta: impone all'uomo cui è stato affidato il compito di giustiziarla, di sposarla e di consumare il matrimonio, in modo tale da poter procedere poi all'esecuzione. Questi però entra in crisi morale e d'identità, perché non riesce ad accettare di portare a termine quanto gli viene imposto, prolungando così di qualche giorno la vita della sua vittima, finché gli eventi non travolgeranno comunque il destino di entrambi.
Per avere una completa comprensione della trama qui esposta bisogna però arrivare fino alla fine del film, durante il quale l'attenzione è focalizzata, più che a narrare, a rappresentare lo struggimento morale dei personaggi posti di fronte a eventi di inaudita tragicità. La lenta sospensione temporale dei lunghissimi e splendidi piani-sequenza che caratterizzano il film, non è quindi soltanto una semplice cifra stilistica, ma anche la condizione esistenziale che il regista si prefigge di raffigurare. Panoramiche che si soffermano a lungo sul paesaggio di cui si trasmette magistralmente al tempo stesso tutta la bellezza e la durezza che esso esercita sui personaggi. Inquadrature fisse e strette sugli attori, che ne ingabbiano i volti e il conflitto interiore; colti in azioni apparentemente secondarie, mentre gli eventi di reale drammaticità avvengono quasi sempre fuori campo. Un film insomma che molto richiede in termini di attenzione e pazienza. Uno sforzo che però viene ampiamente ripagato da immagini di grande intensità poetica che a lungo restano impresse negli occhi dello spettatore.
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