Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- La vita di uno scrittore in crisi cambia grazie a una pastiglia, che lo condurrà al successo e a imprese temerarie.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 3 lettori
- di Sidney Lumet
- dal 14 03 2008
- genere Drammatico
- tipo Thriller
- Riccardo Lupoli
- di Andrew Dominik
- dal 18 10 2012
- genere Drammatico
- tipo Thriller
- Ernesto Fanfani
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Limitless
di Neil Burger
- Dati
- Titolo originale: Limitless
- Soggetto: Tratto dal romanzo The Dark Fields, di Alan Glynn
- Sceneggiatura: Leslie Dixon
- Genere: Drammatico - Thriller
- Durata: 105 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2011
- Produzione: Many Rivers Productions, Boy of the Year, Intermedia, Relativity Media, Virgin Produced
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Data di uscita: 15 04 2011
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Una pastiglia può cambiare la vita?
di Anna Romana Sebastiani
Edward Morra (Bradley Cooper) è un giovane scrittore in crisi d’ispirazione, ha già un contratto con una casa editrice, ma al momento di scrivere, rimane immobile davanti allo schermo del computer. Eddie sembra aver mancato il suo desiderio più grande, la sua vita privata è un fallimento, la sua fidanzata Lindy (Abbie Cornish), brillante e in carriera, lo lascia, e lui è sul punto di abbandonare New York.
L’incontro con il suo ex-cognato gli cambia la vita; un piccolo spacciatore, diventato consulente di case farmaceutiche, gli fornisce una pastiglia miracolosa che risolverà tutti i suoi problemi. In effetti, basta assumerne una, e il cervello di Eddie esplode nuovamente di creatività; non solo scrive il suo libro, ma riesce a sfruttare al massimo tutte le sue potenzialità cerebrali, trovando una soluzione a qualsiasi problema. La tentazione di assumere altre pastiglie è forte, una nuova luce illumina il cammino dello scrittore sfortunato e incompreso, che si reca a casa del suo fornitore per prenderne delle nuove. Riesce a farne una scorta, ma si accorge della pericolosità della messa in circolazione del farmaco, dato che si ritrova subito davanti a un misterioso omicidio.
Ma la strada del successo è già spianata, ed Eddie deve solo saperla percorrere. In breve tempo sorprende l’alta finanza di Wall Street con i suoi calcoli, che rendono investimenti da milioni di dollari, e sul fronte privato ricomincia la relazione con Lindy.
Sorgono anche i primi effetti collaterali del farmaco, salti temporali, vuoti di memoria, la voglia di spingersi sempre oltre il limite, e iniziano i problemi con un uomo che lo perseguita e con l’usuraio russo dai modi poco discreti.
La seconda parte di Limitless abbandona la veste fantascientifica per assumere i connotati di un thriller d’azione, in cui Eddie, ormai a un passo da un’immane ricchezza grazie alla fusione di due grandi corporation, rimane spesso incastrato in subplots paralleli, e sia il protagonista che gli spettatori si ritrovano in un labirinto dalla difficile uscita. Se infatti la svolta narrativa, offerta dall’incontro col magnate della finanza Carl Van Loon (Robert De Niro), sembra aumentare la tensione del film, rendendolo più avvincente, allo stesso tempo vengono introdotti degli elementi che contribuiscono a sfocare e complicare una storia fino ad allora convincente.
Nonostante ciò, il regista Neil Burger riesce ad ovviare all’impasse grazie ad escamotage interessanti come l’uso dell’immagine moltiplicata, le accelerazioni, l’aumento improvviso della luce, la voce fuori campo di Eddie.
Alla fine risulterà un film dal finale incerto e aperto, tuttavia riuscito, soprattutto grazie all’interpretazione di Bradley Cooper; il suo personaggio riesce a catalizzare i frammenti narrativi che si dipanano nella seconda parte, restituendo un senso compiuto all’intero film.
Edward Morra è la persona che tutti noi vorremmo essere, simbolo dell’America vincente, stereotipo dell’uomo che si fa da sé, la sua esistenza ha una virata in una semplice pastiglia.
Poco importa se per gran parte del film pensiamo di trovarci di fronte a un drogato destinato a cadere nella rete che lui stesso ha creato, perché Eddie trova sempre la sua via di scampo grazie all’autoironia e la sfrontatezza che possedeva già precedentemente, senza l’aiuto della pastiglia.
Allora il regista sembra strizzare l’occhio a tutti coloro che non hanno avuto ancora il coraggio di compiere il grande salto, la svolta che cambia la vita, ma si guarda bene dal metterci anche in guardia dalle difficoltà che si corrono intraprendendo la “via del rischio”.
Proprio il personaggio di De Niro, invecchiato ma con una grande solidità recitativa, instilla dei dubbi nel giovane scalatore sociale, ricordandogli che non può un farmaco sostituire anni di esperienza, e che il successo può avere il suo declino, se non la morte, a maggior ragione se provocato in modo artificiale.
Il saggio Carl Van Loon sembra farci tornare alla realtà ma il regista lascia comunque aperto l’interrogativo se non sia Eddie ad aver ragione; in fondo, il film si chiude con il sorriso complice e rassicurante della bella Lindy che accoglie il suo fidanzato ancora sulla cresta dell’onda.
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