Il voto del redattore
- voto
- 2/5
- valutazione
- Film incomprensibile, che mescola lotta all'ultimo sangue a dialoghi banali e stereotipi stucchevoli
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.2/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 14 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Danny the Dog
di Louis Leterrier
- Dati
- Titolo originale: Unleashed
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Luc Besson, Robert Mark Kamen
- Genere: Azione - Poliziesco
- Durata: 103 min.
- Nazionalità: Francia, U.K., U.S.A., Hong Kong
- Anno: 2005
- Produzione: Clubdeal LTD., Current Entertainment, altri
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 00 00 0000
Salvati dalla musica
di Alice Trippolini
La prima scena di Danny the Dog è forse l'unica che valga la pena ricordare: prima di tutto perché ne seguiranno altre simili, tanto da sembrare incredibilmente uguali tra loro; poi perché è una scena di lotta accompagnata dalla musica dei Massive Attack, accostamento interessante. Il resto del film scivola via senza trovate originali: combattimenti altamente coreografici già visti e un miscuglio di generi imbarazzante.
Il protagonista è Danny (Jet Li), un giovane cinese, anche se non è chiaro quanti anni possa avere, cresciuto in Scozia e allevato da un boss di nome Bart (Bob Hoskins, l'unico che si salva) che lo ha addestrato ad uccidere a comando. Il legame tra il "padrone" Bart e il "cane" Danny è simboleggiato da un collare che egli è costretto ad indossare e che gli viene tolto solo per scatenare la sua furia.
Il personaggio di Danny dovrebbe essere una macchina di morte senza coscienza, ma poco dopo aver sgominato una banda con le sue forze sovrumane, eccolo sfogliare tristemente un libro per bambini nella sua gabbia, accanto ad un pupazzo di peluche. Qui lo spettatore comincia a sentirsi confuso. Non solo: mentre Danny è nascosto in un magazzino di pianoforti in attesa di compiere l'ennesima strage, conosce un accordatore cieco (la parodia di Morgan Freeman) di cui si fida immediatamente e inizia a suonare il piano.
Dopo un pauroso incidente stradale, l'accordatore Sam lo accoglie e lo cura con amore in una casa che sembra quella delle "Piccole donne", senza fargli domande perché "quando sono pronte le persone rispondono spontaneamente". La figliastra di Sam, una bellissima e biondissima diciottenne, si affezionerà subito a Jet Li e gli farà superare tutti i traumi sulle persone, sull'autostima e sul linguaggio, mangiando gelato alla vaniglia.
Infine, Danny scoprirà di aver avuto una madre pianista, smetterà di "fare del male alla gente" e il film si concluderà come un melò, mascherato da film d'azione. Uno stupito Jet Li che vuole essere innocente e spaventato, mentre sembra solo spaesato, è l'immagine che rispecchia perfettamente Danny the Dog, in cui scene d'azione si accompagnano a dialoghi da melodramma in modo assolutamente incomprensibile.
Il regista Louis Leterrier è bravo a girare scene di lotta spettacolari e il montaggio serrato da videoclip si adatta bene ad un film d'azione, se non fosse per la pretesa dello sceneggiatore, il regista Luc Besson, di voler creare una storia di spessore.
In questo caso, l'action movie di arti marziali non riesce a fondersi con l'approfondimento per mancanza di credibilità del personaggio protagonista, presentato sbrigativamente e in modo maldestro, e che viene completamente messo in ombra dal cattivo simpatico e carismatico. L'intreccio è fitto di colpi di scena inverosimili, le gag sono sistematicamente fuori posto e risultano in contrasto con le vicende narrate.
Inoltre si accostano personaggi appartenenti a generi diversi: il boss, i seguaci e il riccone che organizza combattimenti fino alla morte sono tipici di un film d'azione; l'accordatore Sam e la ragazzina senza la madre che egli ha allevato sembrano usciti da un film di Nora Ephron e appaiono ridicoli in un tale contesto. Anche gli stili si mescolano e creano confusione nello spettatore che passa da una frenetica sequenza montata con movimenti accelerati a una tranquilla scena in interni con primi piani prolungati e volti dolenti. Senza contare la fotografia che alterna atmosfere cupe e grigie a colori caldamente autunnali. La conclusione presenta una morale finale di redenzione, quella di un uomo che viene salvato dalla musica: decisamente troppe pretese per un film come questo. Meglio ascoltare la colonna sonora, con i Massive Attack che accompagnano le sonate di Mozart.
I lettori hanno scritto 9 commenti
- commento ma... ma... ma... solo due?! :((( è un film bellissimo!
- commento cmq non penso che la varietà di stile e di genere sia un difetto. il fatto è che questo è un tipo di film per veri uomini... dal cuore d'oro. :p
- commento Tu secondo me devi ancora smaltire il testosterone che ti è entrato in circolo dopo Sin City ;)
- commento sottoscrivo :)
- commento però jet li è molto bravo. :-/ e nelle parti di lotta e nelle parti normali. ha davvero l'espressività di un cane. (no doppi sensi) che devo fare a me quei combattimenti girati così mi danno i brividi
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