Due fratelli, entrambi pugili: uno all'esordio, uno di ritorno dopo essere caduto in disgrazia. La boxe estesa alla vita.
Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Onesto dramma pugilistico, impreziosito dalla grande prova di Christian Bale.
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The Fighter
di David O. Russell
- Dati
- Titolo originale: The Fighter
- Soggetto: Keith Dorrington, Paul Tamasy, Eric Johnson
- Sceneggiatura: Scott Silver, Paul Tamasy, Eric Johnson
- Genere: Drammatico - Sportivo
- Durata: 118 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2010
- Produzione: Fighter, Mandeville Films, Relativity Media
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Data di uscita: 04 03 2011
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Christian Bale mette a tappeto il protagonista Mark Wahlberg
di Francesca Paciulli
Quando Dickie Eklund (Christian Bale) attraversa la città è tutto un susseguirsi di occhiate di intesa, pacche sulle spalle, sorrisi di approvazione. Dickie è una vecchia gloria di Lowell, periferia proletaria del Massachussetts. Quando ancora il suo cervello non era divorato dal crack, quando, promessa del pugilato, saliva sul ring e non ce n’era per nessuno, neanche per Sugar Ray Robinson, suo avversario in un leggendario match.
Dickie che ora ha abbandonato la boxe – o forse è vero il contrario – e la segue solo alla tv, sprofondato nel divano di casa. Dickie che si nutre dell’adorazione della madre e delle sette sorelle nullafacenti. Dickie che vive del talento riflesso del fratellastro, Mickey “Irish” Ward (Mark Wahlberg), giovane asfaltatore di strade astro nascente della boxe bloccato a causa di Dickie in una serie di incontri sbagliati che rischiano persino di mandarlo all’altro mondo.
Palestra, bar, bar, palestra, la vita di Mickey, pugile in ascesa, e Dickie, manager poco avveduto, è tutta qua. Almeno fino a quando in città arriva una troupe televisiva per girare un documentario su Dickie (non sul pugilato, bensì sugli effetti della tossicodipendenza), e, soprattutto, fino a quando Mickey si innamora della bella barista Charlene (Amy Adams).Sarà proprio la donna – a suo rischio e pericolo - ad aprirgli gli occhi sulla possibilità di allontanarsi dall’ombra autodistruttiva di un fratello ingombrante e dall’influenza negativa di una famiglia che vive tutta sulle sue spalle.
Uno sguardo da tigre ferita (Christian Bale) e uno da cane bastonato (Mark Wahlberg): alla lunga non si regge la differenza tra i due protagonisti di The Fighter. Il secondo dovrebbe essere il padrone della scena, il protagonista indiscusso, ma alla fine ogni volta che è in scena, è di Bale che senti la mancanza. Bale/Dickie pecora nera della famiglia, ex campione strafatto, padre assente, manager privo di equilibrio, figlio mai cresciuto che quando mamma Alice (Melissa Leo, premio Oscar come miglior attrice non protagonista) passa per recuperarlo, si lancia dalla finestra pur di non farsi beccare in pieno trip. Emaciato, allucinato, sbruffone, Bale riempie lo schermo con il suo carisma da uccello dalle ali spezzate e anche se non è suo il personaggio in odore di riscatto, è la sua performance – insieme a quella di Amy Adams, barista proletaria dal turpiloquio facile – a valere da sola il prezzo del biglietto.
Pur nel suo sobrio e crudo stile documentaristico anni 70, The Fighter non riesce però a convincere fino in fondo, manca la scena madre (per molti potrebbe essere un pregio). Per intenderci, la corsa stile Rocky sulla scalinata del museo d’arte di Philadelphia. Persino il grande match finale di Mickey Ward contro Shea Neary, valevole per il titolo di campione mondiale dei pesi leggeri, arriva troppo in fretta, senza un vero allenamento di sudore e sangue. David O. Russell (Three Kings) insomma si conferma onesto regista, privo di guizzi autoriali, e Mak Wahlberg inadeguato protagonista schiacciato dal peso di comprimari di razza. Sarà per la prossima volta?
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