Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- La vita di tutti i giorni e il tempo che passa incidono in modo diverso in ciascuno di noi.
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 0 lettori
- di Woody Allen
- dal 17 10 2008
- genere Commedia
- tipo Sentimentale
- Chiara Orlandi
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Another Year
di Mike Leigh
- Dati
- Titolo originale: Another Year
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Mike Leigh
- Genere: Commedia - Sentimentale
- Durata: 129 min.
- Nazionalità: Regno Unito
- Anno: 2011
- Produzione: Film4, Focus Features, Thin Man Films
- Distribuzione: Bim Distribuzione
- Data di uscita: 04 02 2011
I chiaroscuri della vita
di Roberta Folatti
A una certa età i nodi vengono al pettine.
I fallimenti cominciano a pesare, e la solitudine morde. Chi si è fatto sorprendere dalla vita senza sufficienti "protezioni", vestito leggero all'arrivo dei rigori invernali, rischia di trovarsi in grande difficoltà.
Il nuovo film di Mike Leigh è candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, come sempre le sue storie sono molto vicine alla realtà e proprio per questa ragione rimangono incollate addosso a lungo. C’è molto di vero nei personaggi di Another year, a partire dai loro volti, dai loro corpi, che non hanno nulla a che vedere con la perfezione pretesa dai mass media modaioli. Leigh lavora di frequente con gli stessi attori, tutti con solide carriere teatrali e lontanissimi dagli stereotipi hollywoodiani (o peggio italioti) e si percepisce come sia riuscito a creare un gruppo affiatato, sintonizzato perfettamente sulla sua lunghezza d’onda.
Il protagonista maschile, Jim Broadbent, è uno degli attori più famosi in Gran Bretagna, la sua è la figura meno problematica del film: ama sua moglie e il suo lavoro, ha un approccio ironico alle cose, la sua generosità è bilanciata dalla concretezza e dal buon senso. Gerri fa la psicologa quindi è più portata ad interessarsi ai problemi altrui, in particolare si fa carico dell’infelicità dell’amica Mary, invitandola spesso a casa e cercando di indurla a smettere di bere. L’accogliente abitazione di Gerri e Tom non di rado diventa il “rifugio” di amici e parenti in difficoltà che in quell’atmosfera serena, di grande armonia, trovano sollievo.
La coppia ha un figlio trentenne che Mary, di una quindicina d’anni più vecchia, corteggia apertamente mettendolo spesso in imbarazzo. Durante le cene e le occasioni di incontro organizzate da Gerri e Tom, Mary finisce per concentrare su di sé le attenzioni di tutti, rendendo palpabile la sua disperazione e creando disagio fra gli ospiti. Leigh è bravo nel rappresentare situazioni assolutamente verosimili, tutti ci siamo trovati prima o poi alle prese con personaggi come quelli di Another year.
La coppia felice, soddisfatta, che sa valorizzare i piccoli momenti di gioia quotidiana fa risaltare le infelicità altrui, è circondata da ammirazione ma anche da una punta di invidia. Mary, come anche l’amico di Tom, Ken, e suo fratello che ha appena perso la moglie, sono persone che il tempo e le esperienze negative hanno reso fragili. Ken non va in pensione per il timore del vuoto che l’assenza del lavoro aprirebbe nella sua vita. Il fratello di Tom sembra annichilito dalla perdita della sua compagna, come se non avesse altro che lo motivi a continuare.
Gerri e Tom invece hanno interessi molteplici, la passione per l’orto, l’amore per la lettura, ciascuno dei due ha un lavoro impegnativo e a suo modo gratificante. Una vita piena che permette loro di aprirsi agli altri con generosità, mentre quando si è chiusi nella propria disperazione si è sordi a qualunque interazione costruttiva. Il dolore autoreferenziale rimane sterile.
Il film di Leigh è impietoso ma anche divertente, il dramma si stempera spesso nella commedia e i personaggi più sofferenti cercano di imparare la leggerezza da quelli che il passare del tempo hanno saputo esorcizzarlo con ironia e freschezza.
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