Bazil perde il padre a causa di una mina e finisce all'ospedale con un proiettile in testa. Decide giustamente di prendersela con chi produce armi.
Il voto del redattore
- voto
- 2/5
- valutazione
- Un film dall'autore de "il favoloso mondo di Amelie" che deluderà in gran parte le giustissime aspettative dei fans.
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 0 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
L'esplosivo piano di Bazil
di Jean-Pierre Jeunet
- Dati
- Titolo originale: Mic Macs
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Jean-Pierre Jeunet, Guillaume Laurant
- Genere: Commedia - Poliziesco
- Durata: 105 min.
- Nazionalità: Francia
- Anno: 2011
- Produzione: Epithète Films, Tapioca Films, France 2 Cinéma
- Distribuzione: Eagle Pictures Releasing Italia
- Data di uscita: 17 12 2010
L'Incompiuto piano di Jeunet
di Salvatore Padula
Bazil,
durante il turno di notte presso il videonoleggio dove lavora, viene
accidentalmente colpito alla testa da un proiettile durante una
sparatoria. Salvo per miracolo, si ritrova però senza lavoro, e
senza casa. Dopo giorni di fame e vagabondaggio, il protagonista
scopre che il proiettile che lo ha quasi ucciso è prodotto dalla
stessa fabbrica d’armi della mina antiuomo che aveva ucciso suo
padre anni ed anni addietro. Colpito da improvvisa rivelazione, Bazil
decide che è giunto il momento di porre fine all’operato di questi
Signori della Guerra. In questa sua improbabile impresa, troverà
l’amicizia e l’aiuto di un manipolo di clochard pronti ad
abbracciare la causa del nostro protagonista.
Ne L’esplosivo
piano di Bazil, ritroviamo
quasi tutti i connotati che hanno caratterizzato Il Favoloso
Mondo di Amelie e il non
altrettanto riuscito Una Lunga
Domenica di Passioni. E’
pacifico riconoscere anche in quest’ultima pellicola quelle stesse
peculiarità che hanno molto contribuito a rendere il cinema di Jeunet un’autentica griffe d’autore.
Somiglianze che spiccano
soprattutto nella scelta di una fotografia vivace e colorata, nella
predilezione per una sceneggiatura assolutamente poco impegnata ma
non per questo povera di momenti forti e complessi, negli intermezzi
surreali e negli excursus onirici che sostengono e arricchiscono la
struttura narrativa.
Ancor più affine alle opere passate rispetto
agli aspetti prettamente tecnici è il ruolo svolto dal Caso, che con
la sua incomprensibile regia degli eventi innesca meccanismi
imprevedibili e trasforma radicalmente storie e personaggi. La guerra
che Bazil dichiara alla Guerra infatti, attraverso una lunga serie di
inverosimili coincidenze, altro non è che l’inspiegabile e
inevitabile volere del Caso, che domina e dirige la vita del
protagonista, dei suoi compagni di ventura e dell’umanità tutta.
Un Immanentismo e un Fatalismo che sono ormai ben radicati nel cinema
di Jeunet.
E
altrettanto ben radicata è la scelta di Jeunet di affidare le proprie storie a personaggi profondamente emarginati,
soli, tristemente inadeguati ad una società che si evolve a velocità
supersonica.
Bazil per primo (un personaggio assolutamente
charlottiano con quel suo essere così amabilmente goffo e
implacabilmente braccato dalla sfortuna) e ancor di più la comune di
barboni bohemien a cui si aggrega (mutuati pari pari da personaggi di
felliniana memoria) rappresentano la realtà quotidiana di chi non
riesce a stare al passo, di chi non avendo il proprio posto nel mondo
altra soluzione non trova che rifugiarsi in una consolatoria comunità
underground dove l’unica legge è quella di accettare
incondizionatamente chi ti siede accanto. Ma è proprio partendo da
questa triste e scoraggiante condizione che nasce la voglia di
Riscatto. Voglia di riscatto, audacia, un nobile scopo e questa
cricca di sbandati si trasforma in un’imbattibile squadra di
supereroi, dove le capacità e il talento di ognuno si rivelano
essere un'arma efficace per battere un nemico all’apparenza
insuperabile.
Non sembrerebbero quindi mancare, in questo
film, tutti gli elementi necessari per un’ottima riuscita. Nel
complesso però, L’
Esplosivo piano di Bazil svela con l’incalzare della trama tanti spiacevoli punti deboli. E’
in fin dei conti una commedia che fa della gag e del grottesco la sua
colonna portante e che per questo diventa presto stancante.
La poetica e la profondità di Amelie si fa attendere per tutta la durata del film senza mai arrivare. L’esplosivo piano di Bazil è come un pranzo luculliano in cui però viene servito solo il contorno senza la pietanza. Tante rocambolesche situazioni e (dis)avventure che nell’intento di divertire allontanano troppo lo spettatore dalla riflessione e della bellissime tematiche che qui purtroppo restano solo sottintese. Un tentativo, quello di Jeunet, di esplorare l’arduo campo della commedia d’autore che purtroppo però naufraga, a volte insopportabilmente, nel demenziale e nello scontato.
Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
Queste funzioni sono abilitate soltanto per gli utenti registrati. Si possono votare i film ed esprimere opinioni su registi, attori o su qualunque altro aspetto riguardante le pellicole, si può commentare quanto scritto nelle recensioni e negli articoli e concordare o dissentire. Gli utenti registrati hanno inoltre accesso a molte altre funzioni personalizzate sul sito. Basta un minuto, registrati e fai sentire la tua voce.