La storia di Clareece Precious Jones, una ragazzina violentata dal padre da cui ha due figli e malmenata dalla madre gelosa. Il suo riscatto attraverso l'istruzione.
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- Guardatevi dalla famiglia e dalla TV!
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- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Precious
di Lee Daniels
- Dati
- Titolo originale: Precious: Based on the Novel Push by Sapphire
- Soggetto: Sapphire (romanzo)
- Sceneggiatura: Geoffrey Fletcher
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 110 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2009
- Produzione: Lee Daniels Entertainment, Smokewood Entertainment Group
- Distribuzione: Fandango distribuzione
- Data di uscita: 26 11 2010
La bontà stucchevole delle star
di Sara Troilo
Il 25 novembre è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Quasi in contemporanea nelle sale italiane esce Precious diretto da Lee Daniels. Il film ha vinto due oscar e tre premi al Sundance. Nell'edizione italiana è preceduto dal plauso dell'Unicef italiana. Produzione Oprah Winfrey, tra gli altri. Questo il contesto del film. La storia che ci racconta è quella di Clarice Precious Jones, una ragazza di Harlem che viene cacciata da scuola perchè di nuovo incinta e indirizzata ad una scuola alternativa dove la ragazza troverà uno spiraglio per uscire dall'incubo in cui vive. Sì perchè Precious è tutt'altro che una ragazza fortunata: subisce le violenze del padre da cui ha due figli (la prima con la sindrome di Down) e i continui soprusi della madre che, invece di proteggerla, è gelosa di lei! Nel cast incontriamo ben due pop star: Mariah Carey nel ruolo della sciattissima assistente sociale e Lenny Kravitz in quello dell'infermiere di ostetricia, corteggiato da tutte le compagne di classe di Precious.
Precious non riesce a trovare uno stile proprio e si affida alle star e ai contenuti più che alla regia e alla sceneggiatura, il racconto sarebbe potuto correre in parallelo allo stream of consciousness di Preciuos che comincia a tenere una specie di diario, incoraggiata dalla bella e nuova insegnante, così come le sue compagne. In quel caso sarebbe stato più vicino al punto di vista della ragazza, mentre ogni tanto si ha l’impressione di perdersi nei rivoli degli altri personaggi in un tentativo di completezza che però non ci aiuta a considerare l’intero quadro della vicenda, ma solo, appunto, a perderci. La narrazione a tratti segue il filo dei pensieri della ragazza e del suo tentativo di riscattarsi, ma scade troppo spesso nel finto documentario mancando il bersaglio. La vera nota positiva sono gli inserti dei sogni ad occhi aperti di Precious che ci fanno piombare nell'alienzione in cui vive la ragazza che, mentre sogna di girare un video di MTV, viene bersagliata di posaceneri e soprammobili dalla dolce mammina in pagliaccetto aderente. Questa fuga ad occhi aperti della ragazza è significativa dello scollamento in cui vive, divisa tra una realtà inaccettabile e crudele e il sogno di massa degli adolescenti incarnato dai programmi di MTV. Entrambe le realtà sono efferate, anche se in modi differenti, ovviamente questo messaggio non emerge dal film però anche perché di fronte alla vita di Preciuos anche Uomini e donne (e le altre defilippate) comincerebbe a somigliare a Vieni via con me.
Anche l’uso massiccio dello stereotipo non
giova al film: dall’assistente sociale sciatta e disinteressata all’insegnante
bellissima e in grado di salvare vite, tutto sa di programmi televisivi
pomeridiani dove si raccontano storie ad un passo dall’abisso. Lo stesso Lenny Kravitz (di cui non si capisce il
senso) colloca il film in quella stucchevole dimensione in cui le grandi star
si dimostrano pietose e impegnate. E va tutto benissimo, non si sta criticando
l’impegno di nessuno, chiunque decida di metterci del suo per una causa è
encomiabile. E’ la classe che manca e al film questo non si può perdonare.
Meritato, anche se nel doppiaggio italiano non ci si gusta appieno la
performance, l’Oscar a Mo’nique nel
ruolo della mamma infame, molto meno quello per la miglior sceneggiatura non
originale per gli stereotipi di cui sopra. Mi è mancato anche il coinvolgimento
emotivo, la storia triste di Clareece Preciuos Jones avrebbe tutte le carte in
regola per farci piangere, ma quell’insistere sul paradigma e sulla netta
connotazione buonista di una parte dei personaggi non funziona, sa di finto.
Non era semplice trattare una storia drammatica come quella di Preciouse la volontà di ergerla a simbolo ha azzerato qualsiasi
possibilità di
riuscita. Ricordiamo inoltre, statistiche alla mano, che non solo le
famiglie povere e disastrate sono ricettacoli di violenza. Sembra
banale, ma non lo è affatto.
Si può trarre un grande insegnamento vedendo questo film, di questo bisogna dargli atto. La famiglia e la televisione sono due tra le cose più pericolose al mondo. Chissà se Oprah è consapevole di aver passato questo messaggio.
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