Omar deve scrivere la biografia di Jules Gund, uno scrittore venerato per un unico romanzo. La famiglia dello scrittore si oppone, così Omar decide di andarli a trovare in Urugay, dove troverà una serie di bizzare situazioni e altrettanto bizzarri personaggi.
Il voto del redattore
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- 1.5/5
- valutazione
- Ci si augura che Ivory si dedichi alla vita privata dopo questo film.
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- di Francois Ozon
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- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
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- genere Drammatico
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- genere Drammatico
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- A favore La violenza della psicoanalisi
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Quella sera dorata
di James Ivory
- Dati
- Titolo originale: The City of Your Final Destination
- Soggetto: Peter Cameron (romanzo omonimo)
- Sceneggiatura: Ruth Prawer Jhabvala
- Genere: Drammatico - Sentimentale
- Durata: 118 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2009
- Produzione: Hyde Park International, Merchant-Ivory Productions
- Distribuzione: Teodora Film
- Data di uscita: 08 10 2010
Sera dorata, ma mezza delusione
di Harold Crick
Tratto dal romanzo di Peter Cameron (omonimo in Italia, ma l'originale The city of your final destination era molto meglio...) arriva nelle sale l'ultimo film di James Ivory, Quella sera dorata, a quasi due anni dalla sua uscita originaria e 12 mesi dopo la proiezione al festival di Roma (il film aveva avuto anche un'importante accoglienza al festival torinese Da Sodoma a Hollywood questa primavera). Un cast d'eccezione per un film (diciamolo subito, così chiariamo) deludente. Questa la storia che ci racconta Cameron.Omar Razaghi studia all'Università del Colorado e la sua borsa di studio dipende dalla stesura della biografia di Jules Gund, scrittore sudamericano autore di un unico, venerato romanzo. Dal momento che la famiglia dello scrittore gli si oppone, il ragazzo decide di andarli a trovare in Uruguay.
Se un film si giudicasse solo da un punto di vista formalequesto sarebbe altamente consigliato: il direttore della fotografia è lo spagnolo Javier Aguirresarobe, quello di The OtherseVicki Cristina Barcelona, anche se la colonna sonora di Jorge Drexler, premiato con l'Oscar per I diari della motocicletta è alla lunga molto infastidente. Ma per il resto ci sono alcune pecche di cui desidero parlarvi.
Il film è totalmente carente dal punto di vista emozionale: difficile che si crei una qualche empatia per le vicende sullo schermo e per il destino dei personaggi. Colpa anche del protagonista, interpretato da Omar Metwally (sugli schermi in questo periodo anche in Miral), che non riesce mai a rendersi credibile o - peggio ancora - a rendere interessante la sua ricerca prima di una storia, poi della propria felicità. AnthonyHopkins è bravo ma sprecato nel suo ruolo di macchietta gay, CharlotteGainsbourgidem (la giovane svampita che passa dall'amore dello scrittore geniale a quello del suo biografo è piatta e prevedibile), HiroyukiSanada (ormai noto all'universo intero per la sua interpretazione in Lost), pur avendo cercato con attenzione!, non ha proprio trovato nel copione materiale da valorizzare.
Chiudiamo con una nota di speranza, l'unico motivo valido per vedere questo film o, perlomeno, per investire un minimo quantitativo di euro per andare al cinema: le interpretazionidelle due donne forti del plot, Laura Linney e Alexandra Maria Lara(già nei cast de La banda Baader-Meinhofe Un'altra giovinezza di Coppola). Due ruoli che - come ha confidato lo stesso Ivory in fase di presentazione della pellicola - nessuna attrice voleva interpretare. Due stronze, se così si può dire, veramente eccezionali: i loro interventi, soprattutto quando sono entrambe sullo schermo, sono davvero le pagine migliori della sceneggiatura di Ruth Prawer Jhabvala, giunta con questo film alla sua ventiquattresima collaborazione con il regista britannico!
Considerazioni finali: il cinema di Ivory non dice più molto (è esagerato dire che non dice più nulla?) da tanti anni ormai. La contessa bianca e soprattutto Le divorce erano ampiamente inguardabili, e per trovare una pellicola della sua filmografia che si possa considerare un capolavoro bisogna risalire al 1993 di Quel che resta del giorno. Peccato (almeno in questo caso) che nel cinema non ci sia un'età da pensione obbligatoria...
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