I genitori di due ragazzi che vivono a Londra si mettono sulle tracce dei figli dopo gli attentati del 2005 e approdano in città nello stesso momento, cercando così i figli insieme.
Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Un film duro, asciutto, che concede poco al sentimentalismo ma si apre a quella cosa rara che si chiama senso di umanità.




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London River
di Rachid Bouchareb
- Dati
- Titolo originale: London River
- Soggetto: Rachid Bouchareb
- Sceneggiatura: Rachid Bouchareb
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 87 min.
- Nazionalità: UK, Francia, Algeria
- Anno: 2010
- Produzione: 3B Productions
- Distribuzione: Bim distribuzione
- Data di uscita: 27 08 2010
Uguali nel dolore e nella speranza
di Roberta Folatti
Comincia come una vaga inquietudine, lampi di paura mitigati dal buonsenso.
Quando
la persona che cerchiamo non risponde alle prime telefonate, si
affollano alla mente mille possibili spiegazioni. Ma il campanello
d'allarme continua a risuonare in testa malgrado si tenti di
scacciarlo con una professione di ottimismo. Quello che da principio
era un vago presagio, un timore fastidioso tenuto a bada dalle
occupazioni quotidiane, diventa l'unico pensiero, fonte delle
ipotesi più terrorizzanti. London
river registra l'angoscia di una madre che cresce col passare delle ore e
dei giorni. Due attentati hanno appena sconvolto Londra, il caos e lo
sgomento regnano nella capitale inglese e la protagonista non riesce
a mettersi in contatto con la figlia che vive lì. Trovando il
cellulare sempre spento, decide di recarsi in città per cercarla di
persona. Scopre dove vive e già la cosa le suscita le prime
stupefatte domande.
Perché
ha scelto di abitare in una zona a netta prevalenza araba e
musulmana? Vive con qualcuno? Quali sono i suoi interessi? La Sommers
capisce di non aver mai conosciuto veramente sua figlia, da quando
lei è a Londra si sono sentite in modo superficiale, e già da prima
i loro rapporti si mantenevano su un livello molto formale.
Affetto
sì ma poche vere confidenze. La
ragazza nei due anni trascorsi a Londra ha allargato il giro delle proprie
conoscenze, in una direzione incomprensibile a sua madre che rimane
letteralmente scioccata dalle cose che va scoprendo. Il film di Rachid
Bouchareb descrive con grande veridicità l'incontro/scontro di una persona
molto tradizionale - la Sommers è sempre vissuta su un'isola
inglese lavorando nella sua fattoria - con la metropoli trasformata
dalla forte immigrazione e dalla mescolanza di culture. La
donna da principio è sconcertata, e forse spaventata, da ciò che
viene a sapere sulla figlia e tende ad attribuire al ragazzo di
colore che sta frequentando la "colpa" di certe scelte. Quando
conosce il padre del ragazzo, impegnato nella medesima drammatica ricerca,
reagisce con grande diffidenza, respingendo i tentativi dell'uomo
di instaurare un dialogo. Il loro rapporto non è altro che lo
specchio di ciò che accade ogni giorno per le strade, nei quartieri
delle città europee in continua mutazione. Sospetti reciproci,
incapacità di trovare un linguaggio comune, lo spaesamento di chi si
sente sradicato uguale e contrario a quello di chi teme di perdere la
propria identità.
Ma col tempo le cose si chiariscono fra la Sommers e Ousmane, sulle cose fondamentali si scoprono molto più simili del previsto, e il destino che ha unito i loro figli ne è la dimostrazione. Alla fine la donna inglese ringrazierà l'uomo africano perché ha condiviso con lei, con discrezione e rispetto, angosce, speranze, dubbi. Un film duro, asciutto, che concede poco al sentimentalismo ma si apre a quella cosa rara che si chiama senso di umanità.
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