Il voto del redattore
- voto
- 5/5
- valutazione
- Fate il possibile per vederlo: un giorno potrete fare i fighi e dire "io Guy Maddin lo seguo da una vita!".
Il voto dei lettori
- voto medio
- 5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
- di Francis Ford Coppola
- dal 26 10 2007
- genere Drammatico
- tipo Melodramma
- Stefania Cappellini
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Brand Upon the Brain!
di Guy Maddin
- Dati
- Titolo originale: Brand Upon the Brain!
- Soggetto: Guy Maddin, George Toles
- Sceneggiatura: Guy Maddin, George Toles
- Genere: Drammatico - Melodramma
- Durata: 95 min.
- Nazionalità: USA, Canada
- Anno: 2006
- Produzione: The Film Company
- Distribuzione:
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
- Tutti gli articoli di Ariana Fellatio
- Tutti i film di Guy Maddin
- Sito ufficiale
- Sito della Film Company
Guy's brain: il cinema come non l'avete mai visto
di Ariana Fellatio
Il logoro appellativo di regista o di film "di culto" viene ormai usato a sproposito anche per fenomeni assolutamente di massa, ma in alcuni casi può ancora risultare azzeccato: ad esempio non è per niente facile imbattersi, nelle sale cinematografiche italiane, in un film di Guy Maddin, e neppure è dato recuperare con agio edizioni in dvd delle sue opere (molto diffuse invece in Francia e in altri paesi). Vorrei dunque spendere due parole per parlarvi di questo geniale regista canadese, i cui lavori si sono potuti vedere in occasione di una memorabile retrospettiva al Bergamo Film Meeting del 2004 e che ha presentato fuori concorso la sua ultima opera, Brand Upon the Brain, al 22° Festival del cinema GLBT di Torino, "Da Sodoma a Hollywood".
Il film narra la vita di un personaggio che porta il nome del regista, Guy, il quale torna dopo molti anni al luogo della sua infanzia, l'isola di Black Notch. In una serie di flashback viene rievocata la vita del piccolo Guy, trascorsa nell'orfanotrofio gestito dai genitori, costantemente sotto l'occhio vigile di una madre folle e autoritaria che lo controlla con un potentissimo telescopio installato nel faro dell'isola e che impartisce i suoi ordini a lui e alla sorella con un curioso apparecchio sonoro, mentre il padre lavora giorno e notte a misteriosi esperimenti nel suo laboratorio. Allo scopo di indagare su alcune strane ferite trovate sulle teste degli ospiti dell'orfanotrofio arrivano sull'isola i due detective adolescenti Wendy e Chance Hale (quest'ultimo intrattiene una relazione clandestina con la sorella di Guy). E alla fine orrore! Le ferite si riveleranno prodotte dagli esperimenti condotti dai genitori di Guy, volti alla ricerca di un siero dell'eterna giovinezza. Questa scombinata trama si perde comunque ben presto in un labirintico delirio di episodi grotteschi e contraddittori, tra personaggi che muoiono e rinascono più volte, flashback, scoperte mostruose e incontri segreti.
La particolarità del film, che non è però nuova a noi affezionati spettatori di Maddin, è che si tratta di una pellicola muta, presentata negli Stati Uniti con musica dal vivo e con dei narratori che ne raccontavano fuori campo le incredibili vicende, mentre nella versione che si è vista a Torino la musica era registrata e la voce narrante era quella di Isabella Rossellini, già indimenticabile, sublime protagonista del capolavoro di Maddin, The saddest music in the world. Eccezionale, come sempre nelle opere del regista canadese, è il particolarissimo modo di lavorare sulle immagini: fotogrammi in bianco e nero accostati al colore, immagini mosse, sgranate, elaborate, chiaroscuri eccezionalmente ricchi e densi fanno di questo film, come degli altri suoi lavori, un autentico capolavoro visuale. L'impressione che si ha vedendo i film di Guy Maddin è quella di tornare indietro nel tempo al cinema delle origini, a quando il cinema era nient'altro che sperimentazione, meraviglia, eccitazione: caleidoscopi, lanterne delle meraviglie, immagini fotografiche semoventi, tutto un armamentario di invenzioni bizzarre e stravaganti sembra rivivere nei suoi fotogrammi graffiati, rovinati, accidentati.
E che dire delle storie che racconta? Un modo di narrare che lo accomuna in parte a certo David Lynch, soprattutto quello del bizzarro Eraserhead o al melodramma horror espressionista di Elephant Man. Il primo lungometraggio di Maddin, Tales from the Gimli Hospital, racconta di un luogo lontano abitato da pescatori islandesi che si nutrono solo di pesce e vivono storie improbabili, tra amori impossibili ed epidemie misteriose. The saddest music in the world è un melodramma distorto e assurdo in cui Isabella Rosselini, priva degli arti inferiori, sostituiti con due protesi di vetro piene di birra (proprio così!) sovrintende ad un torneo mondiale per la canzone più triste del pianeta. Dracula. Pages from a Virgin's Diary si presenta nientemeno che come un balletto sul tema dei vampiri, su musiche di Mahler, ambientato in un tripudio dark di cripte, tombe e cimiteri.
In questo suo ultimo film, Brand upon the Brain, sono raccontate invece le paure e le angosce dell'infanzia, combattuta tra gli impulsi della giovinezza incipiente e il controllo repressivo dei genitori. Ma anche l'amore, quello fortissimo e contrastato tra la sorella di Guy, Wendy, e l'investigatore Chance Hale. In realtà capiamo ben presto che si tratta soltanto di pretesti per raccontare di quest'isola misteriosa, dell'orfanotrofio pauroso, dei genitori di Guy e dei suoi ospiti disgraziati, vittime innocenti dei terribili esperimenti che il padre di Guy conduce su di loro. Insomma, una storia irraccontabile, piena di colpi di scena assurdi e sgangherati, ma anche stranamente avvincente ed emozionante, che vi incatena alla poltrona senza lasciarvi sino alla fine, come in un autentico melodramma.
Insomma, chiudiamo con la speranza che i film di Guy Maddin escano dalla cerchia festivaliera degli addetti ai lavori e che guadagnino in futuro un pubblico più ampio di appassionati amanti del cinema e delle visioni inquiete.
Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
Queste funzioni sono abilitate soltanto per gli utenti registrati. Si possono votare i film ed esprimere opinioni su registi, attori o su qualunque altro aspetto riguardante le pellicole, si può commentare quanto scritto nelle recensioni e negli articoli e concordare o dissentire. Gli utenti registrati hanno inoltre accesso a molte altre funzioni personalizzate sul sito. Basta un minuto, registrati e fai sentire la tua voce.