È questo l'escamotage che il regista Laurent Tirard utilizza per raccontarci una storia che nessuno conosce e che è suggerita da un buco nella biografia di Molière: si sa che fu arrestato, poi improvvisamente riapparve e divenne famoso. Il regista, supportato dal cosceneggiatore Grégoire Vigneron, crea una complicata fantastoria che, banalmente, potrebbe far venire in mente quella cosaccia che è Shakespeare in Love, ma che più verosimilmente somiglia a un film poetico e bellissimo da seguire, nelle immagini (eccezion fatta per due improbabili Caravaggio nella casa del commerciante) e nei dialoghi (sperando che il doppiaggio sia eseguito in maniera più degna che l'adattamento del titolo originale). Molière viene liberato dal ricchissimo commerciante Monsieur Jourdain (Fabrice Luchini) con un preciso scopo: insegnarli l'arte della recitazione per sedurre la bellissima Célimène (Ludivine Sagnier), vedova civettuola, protagonista dei salotti bene di tutta Parigi. Tra le vicende di cui sarà protagonista, Molière incontrerà le sue principali fonti di ispirazione, che poi ritrovereMo mano mano nelle sue più celebri commedie, come "Tartufo" o "Il Borghese Gentiluomo" per dirne alcune, ma soprattutto conoscerà la moglie di Monsieur Jourdain, Elmire (Laura Morante): colei che accenderà definitivamente la sua capacità creativa.

Le avventure galanti del giovane Molière è un film visivamente seducente, che ricrea il perfetto ritmo delle commedie del protagonista, e che fa sì che l'autore incontri l'opera in maniera mai pedante o descrittiva, ma sempre viva e reale. Una menzione speciale per Laura Morante, intensissima e splendida come sempre, ma che ogni volta Mi colpisce per come riesce ad illuminare da sola tutta la scena. Una trama che è ipotesi, fantastica ed evocativa, di ciò che potrebbe essere stata la vita del giovane attore, costretto a barcamenarsi tra ambizioni, opportunità ed incontri fortuiti, sospeso tra il desiderio di far piangere e l'inevitabile sorriso che ogni vicenda umana, anche la più triste, suscita sempre tra le sue righe. Ed anche sul volto di un semplice redattore.