Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Un film ben articolato, con diversi spunti e chiavi di lettura, cui però manca un'anima e una profondità.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.4/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 5 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Inside man
di Spike Lee
- Dati
- Titolo originale: Inside man
- Soggetto: Russel Gewirtz
- Sceneggiatura: Russel Gewirtz
- Genere: Azione - Poliziesco
- Durata: 129'
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2006
- Produzione: Imagine Entertainmnet
- Distribuzione: UIP
- Data di uscita: 07 04 2006
Siamo tutti sulla stessa...banca
di Eduard Le Fou
Film molto godibile e coinvolgente Inside man. Fin troppo fruibile, forse. Apparentemente rivolto a chi non è molto interssato a chi sia Spike Lee; allo spettatore, cioè, che una volta tornato casa, non ripenserà alla storia vista sullo schermo, dimenticherà il nome del regista né si andrà a cercare altri suoi film. Ma il cinema è anche questo, il cinema non è solo una questione d'autorialità. Liberatosi dall'urgenza di ripetere o migliorare i suoi folgoranti esordi, rimosso il desiderio di girare vacui divertissment, in Spike Lee si avverte ormai da qualche tempo proprio una tendenza ad allontanarsi da una concezione autoriale del fare cinema, quasi un ricerca di classicità, di quella solidità di un certo cinema di genere americano, cui semplicemente Lee cerca di infondere il suo tocco, il suo punto di vista, il suo gusto per il gioco a incastri tra diversi piani narrativi e stilistici. In Inside Man questo tentativo appare evidente e piuttosto evoluto ormai. A differenza però de La Venticinquesima Ora, si sente, lungo la visione di Inside Man, che questa attitudine del regista è più che altro una questione di tecnica. Questo è di fatto un film ben articolato, con diversi spunti e chiavi di lettura, cui però manca un'anima e una profondità. Forse a causa di una sceneggiatura interessante ma con dei clamorosi vuoti di tanto in tanto, e personaggi un po' macchiettistici e mal delineati. Inside man può definirsi un insolito film poliziesco su una rapina in banca che subito si rivela qualcosa di diverso e inatteso rispetto al solito colpo della banda del buco. Si tratta di una sorta di partita a scacchi giocata da due giocatori, l'ispettore di polizia e il capo di una eccentrica banda di rapinatori, le cui mosse interessano direttamente due osservatori esterni che cercano di influenzarne l'esito a loro favore. Tutti si muovono per interesse proprio: il detective-negoziatore indagato per corruzione (Denzel Washington) cui viene offerta una chance di rifarsi un'immagine in vista di un tanto agognato scatto di carriera. Il rapinatore astuto e misterioso (Clive Owen). Il grande banchiere (Christopher Plummer) che proprio nella banca dove avviene la rapina custodisce un segreto che tema possa essere rivelato al mondo. L'avida e potente intermediaria (Jodie Foster) che, dietro esoso compenso, cercherà di trattare con i rapinatori per evitare che quel segreto venga rivelato. Insomma un intreccio di interessi che allude a quel mondo di ambizione e avidità che regola la vita odierna nella società americana, e non solo. Una collettività multirazziale che è tenuta insieme soltanto da questi giganteschi collanti sociali che sono l'ambizione e il tornaconto, in difesa dei quali nulla valgono l'individualità di una persona o l'identità di un popolo. Temi ricorrenti del cinema di Spike Lee che qui purtroppo restano sottotraccia; ci sono solo allusioni all'ingiustizia sociale, solo l'ombra di denuncia della facilità con cui negli USA di oggi si può rinunciare a fondamentali diritti civili che questo stesso paese ha contribuito in passato a conquistare (le tute scure con cui vengono vestiti gli ostaggi dai rapitori per confondersi con loro, provocando non pochi problemi a poliziotti confusi, timorosi e per ciò aggressivi, ricordano molto da vicino quelle arancioni utilizzate a Guantanamo). Ma tutto questo, dicevamo, resta sullo sfondo, temi cruciali che Lee non lascia emergere. Chi vuole capire capisca, sembra dire il regista: io devo girare un film bel fatto su una bizzarra rapina in banca, la giro a modo mio, ci metto il mio tocco, ma non mi chiedete molto di più. In quest'ottica vanno viste le interpretazioni di tutti i protagonisti, Washinghton, Foster e Owen, attori di grande spessore cui Lee però si è affidato fin troppo, lasciandoli a briglia sciolta. Molto meglio i co-protagonisti (Plummer, Dafoe, Ejiofor) e gli attori secondari, che donano al film maggiore credibilità, colore e drammaticità rispetto ai protagonisti.
Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
Queste funzioni sono abilitate soltanto per gli utenti registrati. Si possono votare i film ed esprimere opinioni su registi, attori o su qualunque altro aspetto riguardante le pellicole, si può commentare quanto scritto nelle recensioni e negli articoli e concordare o dissentire. Gli utenti registrati hanno inoltre accesso a molte altre funzioni personalizzate sul sito. Basta un minuto, registrati e fai sentire la tua voce.